“La Regione distribuisca i lavori tra tutti”: i candidati incontrano i professionisti

Questa mattina, rappresentanti delle liste che concorrono alle prossime regionali hanno partecipato ad un confronto di fronte agli Ordini dei professionisti valdostani. Si è parlato di appalti e di come far lavorare i giovani a inizio professione.
I candidati, con al centro il moderatore, il giornalista Bruno Fracasso
Politica

Trovare un criterio per affidare le opere e i servizi pubblici sotto la soglia dei 40 mila euro a tutti i professionisti del settore interessato, garantendo una rotazione e trasparenza. L'hanno detto esplicitamente in tre, ma sul tema, con varie sfumature, convengono in molti, se non tutti e dieci i candidati presenti all'incontro di questa mattina organizzato dagli Ordini e i Collegi delle professioni della Valle d'Aosta, nella sala conferenza dell'Hostellerie du Cheval Blanc.

“I criteri devono essere chiari e si devono compilare gli elenchi dei professionisti interessati, suddivisi per ambiti e aggiornati”, ha detto la Pd Clotilde Forcellati, introducendo per prima il tema. La necessità è stata poi ribadita da Alex Glarey, Impegno Civico, e da Stefania Notarpietro, in versione Uvp di lotta: “Facciamo una statistica di chi prende gli incarichi, perché alla fine poi sono sempre gli stessi e invece non deve essere una questione di appartenenza partitica”.

Stefano Borrello, Stella Alpina, ha rivendicato di aver adottato, durante il suo assessorato alle Opere pubbliche “criteri di selezione delle imprese pensati per favorire la partecipazione delle realtà locali”. “Alle manifestazioni di interesse – riferisce – c'è stato un incremento di partecipazione da parte delle imprese locali dal 20 all'80 per cento ed un peccato che chi è venuto dopo abbia lasciato cadere nel vuoto cose come il protocollo che avevamo concertato con gli ordini sui servizi di ingegneria e architettura e le perizie asseverate in capo a chi richiede un mutuo, cosa quest'ultima che dava lavoro ai professionisti”.

Sempre Notarpietro ha chiesto poi di istituire “un tavolo permanente di confronto della Regione con gli ordini e i collegi in modo che l'attività politica sia indirizzata nelle varie scelte di governo”, così come Forcellati ha parlato di “un tavolo di concertazione interordinistico con la pubblica amministrazione”.

Allora Paolo Sammaritani, candidato della Lega e presidente dell'Ordine degli avvocati della Valle d'Aosta denuncia “un dialogo con la pubblica amminsitrazione alquanto scarso”. “Non abbiamo mai ricevuto convocazioni e purtroppo è questa la tendenza che vale per tutti”, racconta, proponendo anche lui un tavolo permanente, “con cadenza fissata di incontri”.

A questi spunti ha però replicato Augusto Rollandin, l'unico, nell'economia del dibattito, a interpretare, assieme a Borrello (ma comunque su fronti diversi), il ruolo di chi sta al governo. “Il Giunta si ha molto a che fare con gli avvocati, ma decisamente meno con il loro ordine – ha detto l'ex presidente della Regione – per mia esperienza, negli anni, ci sono stati momenti in cui a seconda delle esigenze ci si confrontava con un ordine: chiaro è che se si parla di sanità è un discorso, se si parla di opere tecniche è un altro, non credo che aiuti mettere tutti assieme”.

A insistere però su una maggiore necessità di ascolto è Corrado Cometto, candidato di Alpe: “Purtroppo abbiamo esempi in cui gli ordini non sono stati ascoltati, come sull'appalto integrato – sostiene – per cui l'amministrazione lascia all'impresa la fase di progettazione, impresa che ha altri interessi”.

“La scuola polmone – continua Cometto – è andata così ed è un qualcosa di poco dignitoso dal punto di vista della progettistisca, per il quale è dovuto intervenire lo Stato, vietando questo sistema sopra certi importi”. “I portatori di interesse vanno ascoltati – insiste Glarey – per evitare che ci si ritrovi con bandi bocciati dal Tar quando gli stessi appartenenti ad un ordine avevano già rilevato i problemi”.

Francesco Fazari, 5 Stelle, ha poi introdotto il tema dei giovani, ricordando “il dato raccapricciante di 3 mila giovani valdostani che devono andare all'estero per lavorare”. Il discorso si intreccia ancora con la necessità di creare lavoro per le imprese valdostane. “Sappiamo quante riunioni sono state fatte per privilegiare i professionisti e le imprese locali – ha replicato Rollandin – cosa non semplice da fare, oggi, perché ci sono regole che lo impediscono”.

L'ex presidente non vede per forza il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all'estero in maniera negativa: “L'esperienza di può fare anche andando all'estero – afferma – anche perché non è che se si laureano mille avvocati li puoi assumere tutti in Amministrazione regionale”.

Damien Charrance ha allora annunciato un progetto di legge di Mouv “per ovviare alla difficoltà per i giovani professionisti di accedere ad un bando”. “Perché – spiega – se non hai un professionista esperto che ti traina, non riesci ad avere il curriculum necessario per accedere a molti bandi”.

Forcellati ricorda come “il concorso di progettazione sia un aspetto molto importante, che permette al giovane di inserirsi nel mondo del lavoro e di essere titolare della sua idea anche nell'ambito di appalti soprasoglia, i quali prevederebbero un curriculum che i giovani non possono mai avere”.

“Se affidiamo servizi che garantiscano trasparenza e congruità del compenso allora teniamo i nostri figli in regione – sostiene Cometto – se invece usiamo questo falso modo di risparmiare, come si fa per gli appalti sotto la soglia dei 40 mila euro, privilegiando soltanto il massimo ribasso, creiamo dei sottooccupati che dovranno lasciare la Valle”.

Infine, Orlando Navarra, del Centrodestra valdostano, se la prende con le tasse: “Ad esempio l'imposta Iva – afferma – che il fisco raccoglie con un efficienza che in questo periodo rischia di far morire le aziende o, peggio ancora, l'Irap, tassa odiosa che più cresci e più paghi”.

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