Laurent Viérin con Orgueil Valdôtain torna nelle fila dell’UV

L’incontro ai vertici risale al 23 dicembre e sancisce ufficialmente l’adesione di Orgueil Valdôtain alla Réunification
Laurent Viérin europee
Politica

L’Union chiama, Laurent Viérin risponde. Il movimento Orgueil Valdôtain ha deciso di rientrare nelle fila dell’UV aderendo al percorso della Réunification delle forze autonomiste in Valle d’Aosta.

L’incontro ai vertici tra UV e Orgueil risale al 23 dicembre. Erano presenti per l’UV il presidente Joël Farcoz e i vice presidenti Patrizia Morelli e Amedeo Follioley oltre al capogruppo Aurelio Margeurettaz mentre la delegazione di Orgueil Valdôtain era composta da Osvaldo Chabod, Laurent e Dino Viérin, Silvana Cerise e Matteo Fonte.

Un incontro organizzato all’indomani di una lettera che l’Union ha inviato a tutti gli ex aderenti al Mouvement per sancire il completamento del percorso riunificante. “Abbiamo sottolineato la nostra volontà di ricomporre l’area autonomista anche se alcuni passaggi del passato avevano frenato questo percorso” ha sottolineato Viérin.

In occasione dell’incontro è stata consegnata ai vertici UV da parte di Orgueil una lettera firmata da Laurent Viérin per sancire ufficialmente l’adesione a questo progetto.

5 risposte

  1. piu che Orgeuil qui vedo tanta faccia di tolla …..per il 2025 auguro che i votanti valdostani aprano gli occhi e si ricordino dell’operato delle solite “famiglie” che transitano in Consiglio

    1. Tanto le votano sempre: ma nel 2025 non basteraano quei voti agli autonomisti per stare al governo regionale. Tutte ste entrate a 9 mesi prima delle regionali è solo un “salvapoltrona” per i soliti: unico problema non hanno un Rollandin a cui affidarsi per avere una linea e roadmap politica chiara e coerente. Io avrei voluto vedere questa riunificazione autonomista dopo le elezioni regionali, non prima: questi qua non hanno neanche la furbizia di capire che certe mosse, per avere almeno una parvenza di credibilità, dovrebbero essere fatte con anni di “discussioni” tra loro slegate dalle scadenze elettorali. Invece no!! Fatta la riunificazione quasi totale dell’UV nel giro di pochi mesi in fretta e furia a ridosso delle elezioni: miglior modo di straperdere le elezioni anche falsando i risultati eliminando la preferenza unica.

  2. Perfetto, ennesimo voltafaccia dei nostri politici.
    Fuga dall’union per UVP, poi Orgueil ed ora di nuovo Union…questo è fare politica de nos autres.

  3. Completare il percorso unificante del mondo autonomista: per ucciderlo defnitivamente. Normale che tornato tutti dentro: la vecchia gestione è tornata a comandare nell’UV!! Quella dei tempi di Rollandin e banda: dove sono i consiglieri eletti a dettare legge nel partito e il suo presidente è il poveraccio che deve convincere la base ad accettare la cosa. Quella che vuole il mantra puro “ni droite ni gauche”, per aprire alle alleanze a laqualunque, con partiti di ogni genere (anche quelli nemici dell’Autonomia), basta che a comandare in un modo o nell’altro siano sempre gli autonomisti: nel senso “mi alleo con i partiti più deboli di me per avere la posizione di forza nel governo e dettare a priori il dialogo a Roma”.
    Ci sono cinque problemi però:
    – uno, la base non accettarà mai più il vecchio metodo gestionale: alla prima imposizione dei consiglieri, il movimento si frantuma dal basso sto giro;
    – due, la vecchia gestione girava tutta intorno al carisma e al decisionismo di Rollandin: lui ormai non c’è più, e le persone che sono cresciute e hanno fatto politica con lui non sono politici mediocri che non hanno imparato nulla da Rollandin… erano solo gli yesman dell’imperatore;
    – tre, la vecchia gestione è quella che ha spaccato il mondo autonomista per meri interessi personali e ha messo tutti gli autonomisti gli uni contro gli altri, e la riunificazione che ha riportato gli scissionisti dentro è un bella grana: il rancore e le divisioni all’interno della base della nuova UV non sono scomparse, anzi! questa riunificazione la base l’ha accettata a denti molto stretti: gli scissionisti dovranno stare bravi e non sgarrare per almeno 20 anni se non vogliono distruggere di nuovo il mondo unionista… è sto giro non hanno un Imperatore come caprio espiatorio da uccidere politicamente in stile Cesare;
    – quattro, il mantra “ni droite ni gauche” non funziona più tanto al giorno d’oggi… ora comandano i partiti schierati in modo chiaro e univico: autonomista sì, ma di centro, destra, sinistra, centrodestra, centrosinistra, ecc. lo hanno capito i movimenti autonomisti di Trento e Bolzano: riusciranno gli autonomisti valdostani a copiarli almeno stavolta? La frase “ni droite ni gauche” è ambigua: nell’autonomismo o sei un partito di Centro, o sei un partito separatista, o sei un partito allineato ad uno schieramento politico nazionale;
    – cinque, ed è quella che peserà di più per l’UV: nelle future alleanze per le regionali 2025 e per la formazione del governo l’UV sarà l’alleato debole a priori!! Vista la grossa vittoria che avrà sicuramente il centrodestra unito, saranno loro ad avere la posizione di forza nella formazione del governo. E per l’UV ci sarà un bivio: o diventerà un partito sottoposto dei partiti nazionali che governeranno al loro posto la Regione (sperando di avere un piccolo margine di trattativa con i voti ottenuti dalla Réunion), o finiscono all’opposizione (o peggio ancora fuori dal Consiglio Valle), oppure devono sperare che mettendo insieme tutti i partiti perdenti delle regionali 2025 riescano a sbattare in minoranza il partito/coalizione vincente. SPOILER: c’è un 50% di probabilita che vinca o la prima o la seconda opzione… meglio la prima per l’UV: perché se esce la seconda, la nuova UV riunificata dovrà già farsi un grosso esame politico interno dopo neanche due anni della rinascita.

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