Archiviata, almeno fino a settembre, la questione ribaltone in Piazza Deffeyes, l’Union Valdôtaine cerca di ricompattare i ranghi. E per farlo ha convocato un Conseil Fédéral, per il prossimo 12 giugno, in cui oltre ad approvare i bilanci si discuterà della situazione politica. “In questo momento di grande confusione e di debolezza politica e istituzionale – scrive il Comité in una nota – l'Unione Valdôtaine ritiene che la Valle d’Aosta abbia bisogno di trovare un messaggio di coerenza con le sue tradizioni storiche e autonomiste”.
Per fare fronte all'esigenza di “un'azione politica incisiva e nei confronti della gente, sul territorio”, il Comité ha previsto una serie di incontri con le sezioni per “iniziare a esaminare modalità e criteri preparatori per le prossime elezioni regionali”.
Osvaldo Chabod chiede un congresso straordinario e un nuovo Presidente
La linea che prevede il più classico degli impegni a “ripartire dal basso” sembra essere condivisa, anche se con toni e modi ben più più accesi, non solo dal Comité Fédéral in carica. Non è tardato ad arrivare, su Facebook, infatti, il commento dell’ex tesoriere del partito, Osvaldo Chabod, che ha definito “assordante” il silenzio intorno al movimento, in questo periodo. “Così assordante – scrive Chabod, per molti in odore di candidatura alle prossime regionali – che le poche notizie che trapelano da alcuni organi di stampa sono così stravaganti da apparire persino credibili”.
“Eppure – continua Chabod – gli avvenimenti di questi ultimi mesi avrebbero suggerito prese di posizioni ben diverse: il movimento ha bisogno di rilanciarsi e di rilanciare la propria azione. E per far questo non può che ripartire da zero”. E continua, liquidando Pastoret. “Ringraziare l'attuale presidente per aver traghettato la barca in un periodo storico difficilissimo e guardare avanti: per far questo è necessario un congresso straordinario che indichi un nuovo timoniere, giovane, entusiasta e possibilmente estraneo ai palazzi della vecchia politica. Ma soprattutto che non sia un consigliere regionale a fine mandato. Altrimenti non rimarrà che intonare il requiem”.