“Le feu qui couve sous la cendre, un jour éclatera. On a beau le couvrir avec d’autres cendres stériles, il éclatera un jour. Il suffira que cette cendre soit remuée. Voilà ce qui est maintenant l’esprit de victoire: voir clair, vouloir vivre”. Il candidato alla Camera dei Deputati Laurent Viérin ha chiuso con questa citazione, da “L’Esprit de victoire” di Emile Chanoux, la campagna elettorale dell’Union Valdôtaine Progressiste. La “Rencontre finale” (guai a chiamarlo comizio, ndr) dei dissidenti unionisti è andata in scena questa sera all’Hostellerie du Cheval Blanc, ad Aosta: la sala – 350 posti circa – si è riempita lentamente, facendo registrare solo alla fine il tutto esaurito. L’incontro si è aperto con un breve video in cui Viérin ha ripercorso le tappe della nascita dell’UVP, seguito a ruota da una serie di contributi di cittadini valdostani che hanno motivato la loro decisione di aderire al progetto.
“Commencer, changer, agir, réussir”: sono queste le linee guida tracciate da una brillante Paola Corti, moderatrice della serata e protagonista dell’introduzione teatrale, ça va sans dire, che hanno lanciato l’intervento della Presidente del movimento, Alessia Favre. “Crediamo di aver mosso le coscienze – ha dichiarato – e questa è la cosa più importante: puntiamo ad un buon risultato ma siamo convinti che questo rappresenti soprattutto un inizio per un progetto che porteremo avanti con forza nei prossimi anni".
Tra un intervallo musicale e l’altro, a cura dei Trouveurs Valdôtains e di Philippe Milleret, sul palco è salita Elisa Bonin, rappresentante dei giovani, seguita a ruota dall’ex Presidente della Regione, Luciano Caveri, subito sul pezzo. “L’insieme di azioni che abbiamo sostenuto in quest’ultimo mese è andato oltre gli attacchi personali e le polemiche sterili di questa campagna elettorale. Direi che siamo stati seri e anche buoni: ma con questa storia dei buoni di benzina, forse questo termine non è il caso di utilizzarlo troppo”. E poi ha affondato il colpo. “Qualcuno utilizza il metodo di Achille Lauro, il politico che negli anni ’50 regalava pacchi di pasta e scarpe, una prima e una dopo le elezioni, in cambio di voti. Qualcun altro sembra Cetto Laqualunque, con il suo “Più pilu per tutti”. Basti pensare che lo stesso Roberto Saviano ha recentemente ripreso le parole di una valdostana che su facebook ha denunciato chi ottiene voti offrendo sconti sulle assicurazioni”.
Infine, il momento più atteso della serata, l’intervento di Laurent Viérin. “Abbiamo un solo obiettivo – ha esordito – il futuro e la riconquista del nostro paese. E’ arrivato il tempo d’impegnarci più di sempre, per dare alla Valle d’Aosta e ai valdostani qualcosa che per troppo tempo è stato messo da parte: la speranza. Vogliamo un futuro che possa essere frutto di ciò che abbiamo ereditato da un lato, ma che sappia anche aprirsi verso l’esterno”. E poi la stoccata ai vecchi colleghi dell’UV. “Siamo qui per dire “no” ad una Valle d’Aosta in cui decidono in pochi, quando non uno solo, “no” ad una Valle delle lobby, delle minacce, della paura, delle promesse che mortificano la dignità delle persone”.