Marcoz-Trione: “Il cambiamento è partito e non può essere fermato”

Comizio di chiusura a Nus per la lista "Per Tutti, Pour Tous, Pe Tcheut”. Dai candidati l'invito al voto utile: " i voti di coloro che sognano un cambiamento, ma non hanno la possibilità concreta di vincere le elezioni, sono voti per la continuità".
Comizio Marcoz Trione - Credit Roberto Roux
Politica

Hanno scelto di giocare in casa, l’ultima partita prima della grande sfida di domenica 4 marzo, i candidati della lista “Per Tutti, Pour Tous, Pe Tcheut”.

E’ stato, infatti Nus, il paese dell’aspirante senatrice Luisa Trione, a fare da sfondo al comizio di chiusura. Nell’auditorium comunale per tutta l’ora e mezza di discorsi è risuonata come un mantra una parola: cambiamento.

“C’è una voglia feroce di rilanciare la nostra Valle d’Aosta e in questi giorni abbiamo respirato l’aria fresca della speranza” esordisce il segretario di Alpe, Alexis Vallet.

“Il nuovo futuro è qui ed è rappresentato da Luisa e Giampaolo. E’ l’ora di fare cambiare la storia di questa regione, ridandole un ideale”.

Usa la metafora della casa che cade a pezzi invece Fabio Gradi di Pour Notre Vallée per declinare quali opzioni gli elettori si troveranno di fronte domenica 4 marzo.

“La Valle d’Aosta è la nostra casa che ci ha sempre protetto e coccolati ma ora i muri si sono deteriorati” spiega “Possiamo continuare a vivere in questa casa senza sistemarla e lamentandoci, sapendo che nulla però cambierà (l’astensione) oppure possiamo distruggerla (il voto di protesta) ma peggiorerà o ancora possiamo scegliere di rendere le fondamenta più solide, il cambiamento costruttivo. Questo è il progetto che abbiamo affidato a due persone competenti”.

Luisa Trione e Giampaolo Marcoz sono, lo dice poco dopo Carlo Marzi, “il cuore” di un progetto “che nasce contro nessuno e per la Valle d’Aosta, per tutti quanti noi”.

A 48 ore dal voto il segretario di Stella Alpina chiede al pubblico di far avverare la speranza. “Siete qui questa sera perché loro sono qualcosa di speciale e possono diventare i migliori parlamentari del futuro della Valle d’Aosta”. L’appello, quindi, a chi si è allontanato dalla politica. “Se siete arrabbiati per quanto successo in Valle, prendetevela con noi politici, la responsabilità è nostra, ma è anche vostra, di tutti quanti i valdostani che protestano nei bar perché in politica esiste la possibilità di votare e di cambiare”.

Nel mese di incontri sul territorio è emersa la sfiducia della gente verso la politica, ricordano i candidati. “Sono stufi di una certa politica clientelare, stufi che progetti positivi e di sviluppo per la nostra Valle non vadano avanti per disinteresse, incompetenza o semplicemente perché non proposti dagli amici degli amici” racconta un’emozionatissima Luisa Trione, che riesce a strappare il primo lungo applauso alla platea. La candidata al Senato elenca poi una serie di parole chiavi, per la Valle d’Aosta “diversa”, che la coalizione vuole costruire: “Innovativa, dove l’innovazione tecnologica non fa paura; produttiva, che propone e promuove e resa possibile da politiche fiscali; solidale, dove ci si aiuta e il pubblico aiuta ad aiutare; sicura, senza comportamenti che fomentano la paura e la diffidenza; accessibile, aperta al turismo e all’Europa; libera, da quel potere corrotto e corruttore che impedisce di realizzare il bene comune”.

Sono due invece gli impegni che Giampaolo (“Giampo” per gli amici) Marcoz si assume insieme alla collega Trione per i primi mesi di legislatura: “Restituire l’autonomia ai valdostani che hanno perso la possibilità di scrivere assieme ai loro politici le regole del gioco” e “un preciso pacchetto fiscale per la montagna, entro il 31 dicembre del 2018”.

Prima di far calare il sipario sulla campagna, Marcoz trova ancora il tempo di leggere una riflessione di Etienne Andrione, presente in sala, sul francese come opportunità. Nei titoli coda l'invito del candidato alla Camera al voto utile: “La grande sfida è fra continuità e cambiamento. Non fatevi illudere dai nove candidati, il nostro è un collegio uninominale. Solo i voti di chi vince hanno un significato, i voti di protesta, di coloro che sognano un cambiamento, ma non hanno la possibilità concreta e matematica di vincere le elezioni, sono voti per la continuità”.

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