Mano a mano che l’appuntamento elettorale del 24 e 25 febbraio prossimi si avvicina, la campagna dei candidati in campo si rende più piccante. E con più nettezza si additano non solo i nemici esterni della Valle d’Aosta, ma anche quelli interni dei partiti che si contendono l’elettorato autonomista. Temi che appassionano la base dell’Union Valdôtaine e, in generale, di Stella Alpina e Fédération Autonomiste. Così anche a Sarre, venerdì 8 febbraio, iscritti e simpatizzanti riempiono la sala, segno che nonostante le fratture interne il ‘popolo’ unionista si ricompatta e partecipa.
A tenere banco è anche questa volta è “l’autonomia in pericolo”. Un fronte su cui è Rudi Marguerettaz, candidato alla camera per la lista Vallée d’Aoste, ad aprire le danze: “Ricordate la favola di Pierino e del lupo? Ecco, oggi il lupo c’è ed è davanti alla porta di casa. Se non si inverte la tendenza fra due anni avremo il 45% di risorse in meno. Ma forti della nostra storia dobbiamo andare a Roma con la schiena dritta e non con il cappello in mano. Per questo non dobbiamo fare accordi preventivi con nessuno”. Un fronte su cui fa eco l’altro candidato, Albert Lanièce che corre per la Camera: “Se continua così dovremo tagliare i servizi e già oggi siamo al limite. Noi vogliamo continuare a mantenere il nostro welfare e il nostro sistema di sviluppo, ma senza autonomia tutto questo non è possibile”. La forza della polemica fa emergere anche un’inedita versione ‘guerrilla’ dell’assessore tecnico alla Sanità: “E se con un colpo di spugna volessero cancellare i nostri diritti, siamo pronti a scendere in piazza in 120mila”.
I nemici, però, non stanno solo a Roma, ma anche ad Aosta e dintorni. “Troppi partitini e troppi candidati” dicono Lanièce e Marguerettaz. “Qualcuno arriva addirittura da fuori per insegnarci come difendere le nostre prerogative”. E dunque “l’unico voto utile è per noi”. “Di là – aggiunge il candidato alla Camera, riferendosi a Uvp e all’alleanza Alpe-Pd-Sinistra – ci sono gli incantatori di serpenti, quelli che propongono i voti incrociati per confondere le acque”. E qui il tono si accende. “Queste sono elezioni per il Parlamento, ma altri invece di puntare a Roma puntano a piazza Deffeyes, come dire ‘le regionali avant tout”.