Micro, i sindaci alla Regione: “Per l’assistenza ai non autosufficienti serve il doppio dei soldi”

La Regione ha stanziato denaro per coprire l'assistenza di 70 pazienti, ma nelle microcomunità delle Unité gli anziani non autosufficienti sono 143. L'assemblea dei sindaci chiede l'altra metà del denaro e una divisione equa delle attuali risorse.
Politica

“Ma allora quella copertura per solo 70 anziani da dove deriva?”, si chiede il sindaco di Morgex Lorenzo Graziola. “Dai soldi che la Regione aveva da spendere”, ipotizzano gli altri primi cittadini.

In assemblea del Consorzio permanente degli enti locali questo pomeriggio si è discusso di una delibera di Giunta regionale, che introduce il concetto delle “strutture protette plus”, microcomunità destinate agli “N3”, ovvero gli anziani non autosufficienti, che hanno necessità di assistenza 24 ore su 24.

“Ora come ora, questi pazienti sono assieme agli altri nelle strutture delle Unité, soprattutto la nostra, la Gran Paradis e la Mont Emilius – spiega il presidente dell'Unité Grand Combin Joël Créton – siccome il personale deve impegnare molte più ore su loro che sugli altri, causando costi maggiori, l'idea iniziale era quella di individuare delle strutture dove mettere soltanto loro”.

“Attualmente però non esistono strutture di questo tipo in Valle d'Aosta, a parte le convenzionate Domus Pacis a Donnas e J.B Festaz e Père Laurent ad Aosta”, ha spiegato il sindaco di Introd Vittorio Anglesio, referente del Cpel sul tema. Per questo motivo, la Regione ha deliberato di stanziare alle Unité il denaro in più necessario all'assistenza, che almeno per ora continuerà a svolgersi nelle loro strutture.

Fino a qui tutto bene, non fosse che il denaro stanziato non è sufficiente: si coprono i costi di 70 pazienti, ma all'ultimo conteggio, nelle microcomunità delle Unité, i lungo degenti non autosufficienti sono 143.

L'Assemblea dei sindaci ha perciò dato all'unanimità il suo parere positivo alla misura, ma ha anche votato due osservazioni. Una, in sostanza, chiede l'altra metà dei soldi necessari, l'altra chiede la possibilità di dividersi in modo omogeneo quelli stanziati, che saranno erogati con un criterio di costo unitario ottimale di 125 euro paziente/die.

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