Migranti, la minoranza di Donnas contro il Sindaco: “Donne e uomini barattati come merci”

Sul banco degli imputati, secondo i consiglieri di opposizione, anche la Vicesindaca Nicco: "Il Sindaco è sempre più ostaggio delle ipocrisie del gruppo Pd, pesa la responsabilità di non aver adottato fin da subito lo Sprar".
Politica

La minoranza consiliare del Comune di Donnas è sdegnata. Motivo dello sdegno, spiegano i consiglieri in una nota, la gestione dei migranti balzata agli onori di cronaca due settimane fa: “Ciò che è accaduto la notte del 4 luglio – scrivono Fabio Marra, Gino Agnesod, Lea Costabloz e Paola Dalle – ha dell'incredibile. Migranti, donne barattate con degli uomini come se fossero merci, per puro interesse privato. Fatti che ricordano un mondo lontano, distante centinaia di anni fa”.

Sul banco degli imputati, secondo i consiglieri di opposizione, anche il Sindaco di Donnas Amedeo Follioley ed il suo Vice Silvia Nicco: “La cooperativa Leone Rosso, autrice dello scambio, si è giustificata dicendo che il Comune era informato sui fatti in oggetto” e che “il progetto presentato a gennaio alla Giunta comunale era chiaro: a Donnas era prevista l'ospitalità di soli uomini” perché gli alloggi erano stati indicati come “inidonei a garantire normali condizioni di vita e di salute a donne e bambini”. Una notizia che, denunciano ancora, “a noi e alla popolazione, che si era mobilitata con una petizione per poter accogliere le famiglie, era stata tenuta accuratamente nascosta”.

Sindaco che, attacca ancora la minoranza di Donnas: “Sembra sempre più ostaggio delle ipocrisie del gruppo Pd rappresentato dal Vicesindaco Silvia Nicco, dal capogruppo di maggioranza Maurizio Pitti e dal consigliere Matteo Bosonin”. “Su queste persone – scrivono ancora – pesa la responsabilità di non aver adottato fin da subito lo Sprar, come da noi proposto, e di aver avvallato il progetto Cas (Centro di Accoglienza Straordinario, ndr.) della Leone Rosso, senza batter ciglio. In barba alla volontà di una popolazione sopra la quale peserà non poco questa decisione”.

“Ora – chiude la nota –, visto il presumibile ed imminente arrivo di altri profughi a Donnas, i cittadini del nostro paese hanno bisogno di sicurezze, di certezze, ma ancora di più di qualcuno che le mantenga! Il borgo ed i suoi abitanti si sentono abbandonati come lo sono questi migranti, qualcuno ha scelto altre destinazioni ed altri, dopo quanto accaduto il 4 luglio se ne andranno, stufi oltretutto di aspettare un rilancio del borgo che di fatto questa amministrazione, contrariamente alla precedente, ha abbandonato, ancor prima che arrivassero i migranti”.

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