È stata la località sciistica di La Thuile a essere scelta dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia della Camera e del Senato come sede di una due giorni dedicata alla salvaguardia e alla valorizzazione dei territori montani, ospitata dal Planibel Hotel l’11 e il 12 aprile 2025.
L’evento si è aperto nella giornata di venerdì 12 aprile con i saluti del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, reduce dall’incontro presso la Cogne acciai speciali, e del sindaco di La Thuile Mathieu Ferraris. Sul palco i deputati e dirigenti FdI Monica Ciaburro, Giovanni Donzelli, Francesco Filini, Augusta Montaruli, Fabio Roscani ed il coordinatore regionale valdostano Alberto Zucchi.

Turismo e infrastrutture al centro della prima giornata
Il primo panel “Turismo montano: risorsa inesauribile di bellezza” ha visto la partecipazione della ministra del Turismo Daniela Santanchè, che ha ricordato gli interventi del governo a seguito dell’alluvione del giugno 2023 in Valle d’Aosta. “Avevamo messo a disposizione 15 milioni di risorse per i ristori e a oggi dei 10.886.000 euro sullo stanziamento per la liquidazione abbiamo già pagato le strutture e le aziende”, erogando “circa 4 milioni e speriamo, anzi ne sono sicura, nei prossimi 60 giorni di aver fatto tutto“.
Il panel, introdotto da Gianluca Caramanna (FdI), ha visto gli interventi di molti esponenti del settore: Graziano Debellini (TH Resorts), Andrea Formento (Federfuni), Luigi Fosson (Adava), Valeria Ghezzi (Anef funi) e Giuseppe Cuc, presidente onorario dei Maestri di sci.
Alle 21, il secondo panel della prima giornata, “Soluzioni infrastrutturali per il futuro delle aree montane”, ha visto la partecipazione del sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, del presidente di Open Fiber Paolo Ciocca, dell’ad di Ferrovie dello Stato Stefano Donnarumma, del presidente Anas Giuseppe Pecoraro e dell’imprenditore spaziale Luca Rossettini.
Tra Alpini, aree interne e Olimpiadi: gli approfondimenti della seconda giornata
La seconda giornata si è aperta alle 16 con uno spazio dedicato agli “Alpini d’Italia: una storia d’amore per il tricolore”. L’approfondimento, volto a celebrare la “lunga storia di bellezza ed eroismo” dell’arma degli Alpini, secondo le parole di Roberto Menia, si è aperto con un commento volutamente provocatorio da parte dello stesso Senatore FdI e Vicepresidente della Commissione esteri e difesa.
“L’Associazione Nazionale Alpini ha proposto e riproposto la riapertura della leva, che in realtà per ora è stata solo sospesa e non cancellata del tutto. Chissà che non venga reintrodotta in questo mondo, dove tanti paesi ci stanno pensando e dove io penso che farebbe bene a tanti giovani”.

A ribadire il valore che l’arma degli Alpini secondo il governo rappresenta ancora nel 2025, a più di 150 anni dalla sua istituzione nel 1872, è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto: “Le Alpi sono luoghi estremi e affascinanti e vivere in quota significa confrontarsi con le asperità dell’ambiente e la rigidità del clima. Gli Alpini si formano in quelle cime, ne abbracciano lo spirito, la forza, la resistenza e il sacrificio”.
Ricordando il senso di appartenenza al corpo degli Alpini, di cui hanno fatto parte il padre e il nonno prima di lui, Crosetto ha celebrato valori come “la resistenza, il senso del dovere e l’umiltà operosa che spesso definiamo ‘alpinità’ e che non è solo un tratto militare, ma un modo di vivere e sentire”.

Prendendo la parola con una battuta (“mi sento più tranquillo ad avere un Crosetto come Ministro della Difesa, immaginatevi un Bonelli o un Fratoianni”), il Capogruppo FdI alla Camera dei deputati Galeazzo Bignami ha ribadito l’importanza della difesa per la destra: “Voglio consegnare un messaggio a chi a sinistra cerca tutte le volte di mettere in discussione il valore istituzionale che ha per la destra il rispetto nei confronti di chi porta la divisa: ecco da destra di lì non si passa”.
Oltre alla sicurezza per l’Italia rappresentata da Crosetto, Bignami ha anche speso alcune parole di omaggio alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, più volte menzionata nel corso della serata in riferimento alle recenti vicende geopolitiche: “Volevano mettere dazi e dichiarare guerra agli Stati Uniti, ora però si trovano nella situazione di non poter criticare Giorgia Meloni, perché col prossimo viaggio a Washington si ribadisce la sua capacità, cosa che non piace a sinistra”.

Affiancato dal caporale in congedo Mauro Bernardi e dal comandante Alessio Cavicchioli, il comandante delle truppe alpine dell’Esercito Michele Risi ha spiegato ai presenti come la formazione dei soldati stia evolvendo per rispondere ai cambiamenti e alle esigenze del mondo contemporaneo.
In particolare, Risi ha illustrato il corso di base MITALP, pensato per “trasformare il nativo digitale e giovane che magari non ha passato l’adolescenza tra le valli alpini in un soldato in grado di combattere nell’ambiente più duro che si possa assegnare a una forza militare”.

Ospite del panel anche la sottosegretaria di Stato al Ministero della Difesa Isabella Rauti, con un omaggio alle donne che si sono prodigate a sostegno degli Alpini, “una moltitudine silenziosa ed eroica che non è passata alla storia, ma che ha contribuito pesantemente a ogni successo”.

Nel panel successivo, “Vivere i borghi: idee e strategie per lo sviluppo delle aree interne”, è stata sottolineata la centralità, anche elettorale, delle zone rurali e di montagna per il governo. Collegata da remoto, la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna ha evidenziato il lavoro fatto a Bruxelles per riorganizzare le normative che riguardano anche i borghi di montagna, lavorando in particolare sui Fondi di coesione.
“Siamo convinti che l’approccio super green e ideologico che ha avuto l’Unione Europea abbia inciso negativamente sullo sviluppo delle aree interne”, ha commentato Sberna in relazione alla direttiva europea “case green”. “Ricordiamoci che apparteniamo all’Europa dei conservatori: non guardiamo al passato in modo nostalgico, ma valorizziamo l’identità e le radici lavorando per lasciare un futuro migliore”.

Si è collegata da remoto anche la ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Roccella che, avendo le deleghe alla natalità, si è espressa sul peso che lo spopolamento delle aree interne ha avuto sulla demografia del Paese.
“Per molto tempo si è applicato lo slogan ‘meno siamo meglio stiamo’, finanziando piani di denatalità a livello internazionale. Adesso finalmente si sta scoprendo che il vero problema è la denatalità. L’Europa non ha fino in fondo preso atto di questa emergenza. Abbiamo tanto investito a livello europeo sulla transizione green dimenticando che il vero punto della transizione ecologica è il mantenimento della popolazione”.

Ha preso quindi la parola Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, che ha annunciato il Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne, “approvato il 9 aprile all’unanimità nel silenzio più totale, eppure è un piano strategico di cui il governo Meloni può andare fiero”. Un piano che, con 172 milioni programmati per rispondere alle esigenze delle aree interne, vuole tutelare dei territori che sono fondamentali anche sul piano elettorale per le forze al governo.

La direzione intrapresa dal governo nei confronti delle aree interne vuole essere in discontinuità con quella tenuta dalla sinistra negli anni precedenti, come ha spiegato il capogruppo FdI al Senato Lucio Malan: “Non possiamo ridurci ad abitare solo i grandi centri urbani. La nostra visione del territorio nazionale è all’opposto delle città dei 15 minuti che piacciono alla sinistra: piccoli ghetti dove si gira a piedi, non possiedi nulla ma sei più felice”.

Presente anche il presidente della Chambre valdôtaine Roberto Sapia, che ha portato il punto di vista delle 12.000 imprese valdostane, per lo più individuali, costrette a confrontarsi con problemi maggiori rispetto a imprese più grandi e situate in territori meno isolati.
“È evidente che in un mondo globale, benché ci sia un ritorno alle eccellenze alimentari e artigianali, abbiamo difficoltà a competere – ha detto -. Il rischio della Valle d’Aosta è di diventare Disneyland, ma secondo noi il turismo non è una panacea e una soluzione a tutti i mali”.
Anche perché, in queste condizioni, i giovani non potrebbero che allontanarsi da una regione che non offrirebbe più prospettive di lavoro alternative a quelle nel settore turistico: “I ragazzi se ne vanno via giustamente – ha aggiunto ancora Sapia -. Non è sufficiente digitalizzare: l’attrattività rimane fuori dalla Valle e difficilmente si torna qui per lavorare”.

“Milano-Cortina 2026: presente e futuro degli sport invernali” è il titolo dell’ultimo panel del pomeriggio, che, partendo dalla montagna, si è spostato su una riflessione in merito all’importanza, secondo il governo, dello sport per giovani sempre più connessi e in stato di malessere psicofisico.
“L’idea del governo è quella di uno sport come presidio della legalità e della socialità. Abbiamo la responsabilità di allargare la cultura sportiva per rendere lo sport una difesa immunitaria più efficace di quanto sia stato finora”, ha spiegato il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi.

In questo senso, le Olimpiadi Milano Cortina 2026 rappresenterebbero un’occasione per avvicinare gli italiani agli sport invernali. “Eventi come questo portano soprattutto i più giovani e emulare i grandi atleti”, ha spiegato il presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma, “e poi sono un’occasione per investimenti infrastrutturali nell’impiantistica sportiva. Il tema è cercare di riempire anche dopo l’evento questi contenitori di contenuti, per fare in modo che non diventino cattedrali nel deserto”.

Oltre agli interventi di Stefania Belmondo, Andrea Francisi, Antonio Rossi e Flavio Roda, il panel ha visto un intervento a sorpresa, pensato dal ministro Abodi, da parte della campionessa Federica Brignone, collegata dalla sua casa a La Salle, in convalescenza dopo il recente infortunio: “In questo momento mi manca moltissimo la mia montagna, perché sono qui ma purtroppo non posso fare tutte le attività legate a quello che mi piace”.
Sulla montagna, Brignone ha ricordato il suo impegno in “campagne sull’ambiente, sulla montagna, sulla protezione della natura e del nostro pianeta, per cui ci sono molto affezionata e conosco bene l’argomento”. Un impegno che, secondo il ministro Abodi, è ulteriormente “nobilitato dal suo essere carabiniere”.

L’evento si è concluso col panel “Foreste: una fonte di energia”, dove, accanto ai sottosegretari Claudio Barbaro e Patrizio La Pietra, e ai rappresentanti del settore come Alessandra Stefani, Roland Griessmair e Davide Gilardino, è intervenuto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.
A margine del discorso sulle risorse ambientali, Lollobrigida non si è risparmiato una stoccata al presidente della Regione, Renzo Testolin (Union Valdôtaine), che guida una giunta formata da forze autonomiste e dal Pd.
“Una cosa ci tengo a dire, perché sono rimasto male – ha spiegato il Ministro -. Ho visto l’assessore all’Agricoltura, l’ho chiamato e non so nemmeno di che partito è. Noi oggi siamo un governo, c’è il governo della Valle d’Aosta: io avrei sperato di trovare qui, oltre al mio amico Cirio, presidente del Piemonte, anche il presidente della Regione Valle d’Aosta e mi ha stupito che non abbia accettato il nostro invito a partecipare”.

2 risposte
Che figura, Testolin.
E allora champagne 🍾