No alla riduzione dei consiglieri e al tetto agli assessorati

Con i soli voti favorevoli di Pd, Alpe e in un caso di Tibaldi, non passano le due proposte di legge della minoranza per la riduzione dei costi della politica. Domani al vaglio la proposta della maggioranza.
il Consiglio regionale
Politica

In attesa di approvare la proposta di legge sul taglio dei costi della politica proposta dalla maggioranza, il Consiglio regionale ha bocciato due proposte di legge alternative presentate dal PD: la prima, di rango costituzionale, mirava a ridurre a 29 il numero dei consiglieri regionali (25 voti contrari, 5 astenuti dell’Alpe, 4 favorevoli del PD e del consigliere Tibaldi del Pdl), mentre la seconda prevedeva la limitazione del numero degli Assessorati regionali fino ad un massimo di sei (27 voti contrari e 8 favorevoli di Alpe e PD).
Nella discussione che ha preceduto il voto, i firmatari hanno difeso i testi presentati, sostenendo, come ha fatto Gianni Rigo (PD), che “le istituzioni combattono l’antipolitica se sanno autoriformarsi. La forza di un Consiglio regionale – ha proseguito – non è data dal numero di Consiglieri, ma dalla capacità di guardare al futuro: un Consiglio debole, al di là dei numeri, è sinonimo di democrazia debole e questo non è un bene per nessuno.”

Gli ha fatto eco Enrico Tibaldi (PdL), secondo cui “non è solo una questione economica, ma anche di rappresentatività e di funzionalità. Il problema della funzionalità è un problema grave: il Consiglio regionale è sempre più un organo di ratifica di atti che vengono deliberati dall’organo esecutivo”.
Riguardo al secondo ddl, Raimondo Donzel (PD), ha specificato che con questa proposta i proponenti intendevano porre un limite, “perché non è normale che non ci sia un limite di legge per gli Assessorati. Senza queste riduzioni siamo lontani dalla volontà di ridurre i costi e quindi di risparmiare. Si possono fare degli sforzi anche su questo fronte e non succede nulla di catastrofico.”

Secche le repliche dei consiglieri di maggioranza. Leonardo La Torre (FA) ha dichiarato, allargando il discorso al Governo Monti, che i partiti e i movimenti rappresentano la collettività e che “non possiamo pensare che questi soggetti rappresentino un costo per la comunità. Il valore della democrazia non passa da questa proposta, né può essere rappresentato da un governo di tecnici che fa politica senza essere votato dal popolo”.

Il collega capogruppo di Stella Alpina, Francesco Salzone, ha precisato che “Il nostro consesso è il luogo più alto della democrazia rappresentativa e anche solo un posto in meno è una minore forza rappresentativa”.

Ha chiuso il dibattito il presidente Augusto Rollandin, secondo il quale “collegare il numero dei Consiglieri alla spesa è un discorso debole: noi riteniamo che la rappresentatività del territorio sia prioritaria. Riguardo poi alla possibilità di fissare con legge il numero degli Assessorati – ha terminato – questo meccanismo non ci trova d’accordo perché crediamo che le situazioni che possono presentarsi siano diversificate”.
 

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