“Buona fortuna, ne avete bisogno". Ha gioco facile la minoranza, almeno quella che resterà fra i banchi dell’opposizione, a salutare l’ingresso in Giunta di Uvp. Ad aprire il fuoco di fila verso gli ex colleghi sono i due grillini, Roberto Cognetta e Stefano Ferrero, che definiscono il nuovo programma di governo come "semplici enunciazioni" e "un documento vuoto, fatto mentre si facevano gli ultimi aggiustamenti sulle poltrone". E sulla scelta di Uvp "è il ritorno delle sette pecorelle smarrite che oggi il pastore accoglie nuovamente nel ricco pascolo della maggioranza".
Alpe e M5S tornano a chiedere con due ordini del giorno, così come avvenne già con l’ingresso del Pd, l’azzeramento dell’intero esecutivo e la riduzione del numero di assessorati. "Siamo davanti ad una tragicommedia dove si tira in ballo a sproposito il bene dei valdostani" attacca Albert Chatrian di Alpe. "Con la parola cambiamento state mascherando un’operazione di ambizione personale" continua il capogruppo di Alpe mirando al collega Laurent Viérin. "L’astinenza dal potere deve essere qualcosa di davvero infernale".
Cosa è cambiato rispetto al 2013? domanda la collega Patrizia Morelli. “Vi eravate presentati contro un sistema e ora ritornate senza che la leadership sia cambiata e tanto meno i metodi, come l’Assessore Fosson oggi può testimoniare”.
Da parte di tutti e sette i consiglieri di opposizione arriva l’onore alle armi per il Presidente della Regione, Augusto Rollandin. “Nell’agitazione generale, non si è mosso, avete lasciato fare, come il vecchio cinese che si mette a bordo del fiume e aspetta”. Una vittoria, profetizza Patrizia Morelli, che “non credo che la farà dormire sonni tranquilli, perché ciascuno dei suoi 27 soldatini non vedrà l’ora che lei capitoli”.
Pungolati dagli ex colleghi di minoranza Luigi Bertschy cerca per primo di parare i colpi: "Non ci accomoderemo in maggioranza abbiamo l’intenzione di portare avanti le cose che abbiamo in mente, nei prossimi mesi verificheremo se l’Uvp avrà ascolto e le nostre azioni avranno rispetto". Parole condivise dal collega Sandro Nogara: “Non è che adesso cambieremo il modo di lavorare perché siamo in maggioranza, probabilmente noi abbiamo la sicurezza di fare una buona figura e se non la faremo saranno gli elettori fuori a giudicarci”.
A buttarsi in trincea, a difesa di Uvp, arriva anche Leonardo La Torre dell’Uv. “Non siamo di fronte ad un’operazione di compravendita o di meschino gioco politico. Se Uvp porterà quei valori che gli elettori gli hanno dato il mandato di rappresentare, avremo fatto una grande operazione politica, riusciremo a difendere questa regione perché oggi serve costruire e non demolire”.
Seppellisce l’ascia di guerra invece Jean-Pierre Guichardaz: “Accogliamo con piacere i colleghi di Uvp, convinti che in un momento di tale delicatezza politica deve essere implementata la squadra per affrontare con motivazione un nuovo percorso.”.
A prendere per ultima la parola Stella Alpina. “Questo non può essere considerato un suicidio politico” dice Pierluigi Marquis rispondendo alle critiche arrivate nei giorni scorsi al Movimento, reo di aver ceduto alle richieste dello storico alleato. “Stella Alpina immaginava, in un’ottica di equità, il mantenimento delle responsabilità attuali, a fronte della difficoltà di riconoscerci il mantenimento dello Status quo abbiamo accettato con sacrificio di privilegiare la coerenza, l’adesione ad un progetto politico di collaborazione con l’Uv anteponendo questi obiettivi alle gratificazioni personali”.