Nuovo governo regionale, le critiche dell’opposizione: “Programma che non dà risposte”

Le critiche arrivate dai consiglieri della Lega Vda e da Pour l'Autonomie. "Questo governo nasce per mettere all’angolo qualcuno, noi della Lega” scandisce Manfrin. Carrel: "Decisioni rimandate a fasi successive"
Consiglio Valle - Immagine di archivio
Politica

Un governo nato per relegare all’opposizione la Lega, con un programma che non dà le risposte necessarie. E’ l’estrema sintesi delle critiche arrivate dai banchi della minoranza alla nuova maggioranza e al suo esecutivo guidato dall’incaricato Presidente Erik Lavevaz.

Invitando la maggioranza al dialogo, il consigliere del Carroccio Stefano Aggravi ha evidenziato i nodi irrisolti del programma e alcune mancanze. “Ci sono alcuni punti che non ho visto dettagliare: come si pone questo governo di fronte alla problematiche del presidente – prefetto? “. Su Cva, Stefano Aggravi ha parlato di “passaggi enigmatici” ma anche “confusi”.  Critiche anche sulle deleghe delle opere pubbliche associate alle finanze – “una bella evoluzione” ironizza ancora Aggravi  – ma anche le partecipate all’istruzione. “Alcuni dicasteri avranno difficoltà a operare subito”.

Per il collega Andrea Manfrin “Il programma sconta le non decisioni. Per la prima volta nella storia Valle d’Aosta abbiamo una forza politica che arriva prima per numero di consiglieri eletti ma che viene esclusa dalla formazione del governo. E’ una procedura molto strana Questo governo nasce per mettere all’angolo qualcuno, noi della Lega”. Poi l’appello al futuro presidente Lavevaz: “Non lasciate, come già successo, la minoranza all’oscuro di decisioni. Chiediamo rispetto per chi rappresenta un terzo della nostra comunità”.

Un programma “che non dà risposte”, un “taglia e incolla di varie strutture”. Marco Carrel parla dal “quarto polo”, il gruppo Pour l’autonomie, e ricorda inizialmente l’incontro del 7 ottobre “molto rapido, definito dai media di cortesia, che si è concluso quando i nostri rappresentanti hanno chiesto di discutere del programma. E oggi ci è tutto chiaro: affrontate gli argomenti ma rimandate le decisioni a fase successive”. L’esempio citato da Carrel è quello di Cime Bianche.  “Questo programma dice poco, troppo poco, sopratutto in un periodo in cui i valdostani hanno bisogno di risposte,  è necessario dare indicazioni su cosa si vuole fare”.

Per Paolo Sammaritani “si assiste alla restaurazione. Si è cambiato tutto per non cambiare nulla Le forze che compongono questa maggioranza avrebbero potuto già farlo a marzo, evitando di andare a nuove elezioni. Da parte degli autonomisti, il concetto mi sembra sia stato “andiamo a governare e poi si vedrà”, mentre per il PcP “andiamo a governare a tutto le condizioni purché non vada la Lega”.

L’alleanza con la sinistra “partito anti valdostano e razzista con i valdostani” è per Erik Lavy “una scelta che gli autonomisti pagheranno nel tempo. E’ vero che “les gens passent, ma l’Union reste” (Nda slogan del Mouvement dell’ultima campagna) ma insieme all’Uv rimangono i metodi con cui avete distrutto la Valle d’Aosta, schiavi di Roma”.

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