Osservatorio per le Politiche sociali: nuove povertà in aumento anche in Valle d’Aosta

Presentato in Consiglio regionale il IV rapporto. L'Istat dice che nei 25 comuni valdostani presi come campione, il 10% della popolazione è a rischio povertà. Tra le criticità il disagio generazionale, primeggiamo invece nei servizi alla prima infanzia.
Consiglio regionale
Politica
Anche se nel IV rapporto dell’Osservatorio per le Politiche sociali illustrato in Consiglio regionale dall’assessore regionale alla Sanità e Politiche sociale, Albert Lanièce, le nuove povertà rappresentano solo uno dei molteplici capitoli presi in esame, il tema è stato al centro delle attenzioni nella discussione. In particolare, sul rischio delle nuove povertà sarà dedicata nel corso dell’anno una specifica monografia. L’assessorato attiverà, infatti, un’indagine tramite un questionario che sarà inviato ad un campione di oltre 1000 famiglie, oltre ad alcuni Focus Group condotti con i sindaci, amministratori locali ed altre rappresentanze, per stimare l’incidenza del fenomeno in Valle in modo più accurato e preciso rispetto ai dati Istat che, in un’indagine condotta su 25 dei 74 comuni valdostani, evidenzia a rischio povertà il 10% della popolazione, contro una media nazionale del 13%.
Nel suo complesso il documento è stato giudicato positivamente dall’assemblea regionale e contiene una fotografia di tutti i settori con dati, analisi  e raffronti con la situazione nazionale.
"Da uno sguardo d'insieme – ha detto l'Assessore Albert Laniéceemerge che il confronto tra dati provenienti da fonti internazionali e nazionali conferma come la Valle d'Aosta, rispetto ad altre aree geografiche, presenti ancora molte eccellenze quali l'elevata sostenibilità ambientale, il benessere, la ricchezza, la personalizzazione dei servizi e la qualità di vita in generale. Valutando poi i parametri posti dalla Strategia di Lisbona (che mira a garantire per il 2010 livelli di occupazione elevati e un modello sociale il più possibile inclusivo), nonostante nessuna regione italiana abbia ancora raggiunto tutti gli obiettivi prefissati, la Valle d'Aosta è, tra quelle più vicine al traguardo, insieme al Piemonte e alla Lombardia”.
Dai dati emerge che la Valle d'Aosta e la Lombardia sono le due regioni che tra il 1999 e il 2007 primeggiano per incremento del reddito medio annuo pro capite (18.487 euro) pari all'11% in otto anni. Mentre a livello nazionale la spesa pro capite per l'offerta di servizi sociali è di 98 euro, la Valle d'Aosta, con i suoi 320 euro pro capite, si pone al primo posto.
In termini assoluti la Valle d’Aosta spende per le politiche sociali, declinate in molteplici settori, circa 85 milioni di euro, dei quali il 3% provenienti dal Fondo nazionale, il 27% dal fondo regionale, il 40% dall’extra fondo regionale e il 30% dalla finanza locale.
In particolare, nel 2007, la Valle d'Aosta ha investito per la prima infanzia poco più di 7 milioni di euro (pari all'8,7% della spesa per le politiche sociali), per la famiglia e i minori poco più di 13 milioni di euro (pari al 15,8% del totale). Dal rapporto si evince inoltre che per il futuro si prevede un sensibile aumento del numero degli anziani, un costante aumento del numero degli stranieri, una crescita del numero delle famiglie fragili.

Elementi di debolezza sono ancora presenti, in particolare nella distribuzione territoriale dei servizi e nei criteri di accesso da parte dei singoli e delle famiglie. Per questo, nell'ultimo anno è stata dedicata particolare attenzione all'obiettivo di avere una più equa contribuzione delle famiglie nella spesa per i servizi e una più equa distribuzione dell'offerta rispetto ai bisogni territoriali.

 
LA DISCUSSIONE POLITICA 
In particolare nel dibattito sul documento la consigliera Carmela Fontana (PD) ha evidenziato che “Il sistema sociale valdostano impegna grandi risorse, tuttavia è opportuno evidenziare alcune criticità, in particolare quella relativa alle nuove povertà. Occorre quindi che le finanze regionali destinino maggiori risorse verso gli investimenti produttivi, per il miglioramento delle infrastrutture, per lo snellimento dell'amministrazione pubblica e delle procedure burocratiche, per tutto ciò insomma che può aumentare lo sviluppo economico e l'occupazione, che sono l'unica garanzia per una riduzione duratura della povertà”. Anche  Salzone della Stella Alpina ha posto l’accento sulle nuove povertà “Oggi i dati ufficiali ci confermano che siamo una regione con una percentuale troppo alta di cittadini che rischiano di entrare nella spirale della povertà” evidenziando la bontà e l’utilità di uno strumento come quello dell'Osservatorio delle politiche sociali. Per Patrizia Morelli di VdAV/Renouveau “l’eccellenza evidenziata in alcuni campi dall’assessore, debba essere verificata e riconosciuta da un organismo terzo, esterno all’amministrazione, piuttosto che da un ufficio dell’assessorato. L'organismo terzo di cui ho parlato – ha concluso Morelli –  dovrebbe monitorare la qualità e la rispondenza dei servizi, al fine di indicare fino a che punto è corretto spingersi con gli investimenti, ottimizzando il rapporto costo benefici."
Giudizi positivi sono arrivati da Hélène Impérial (UV) che ha posto l’attenzione, in merito alle nuove povertà, sulla necessità  di andare verso “politiche attivizzanti in grado di mobilitare capacità e risorse dei beneficiari, emancipandoli dal bisogno e dalla dipendenza assistenziale, per uscire da una logica di protezione passiva per diventare protagonisti attivi delle politiche sociali”. Per Gianni Rigo del PD un’attenzione particolare deve andare verso “una maggiore collaborazione tra servizi socio-sanitari territoriali, società civile e scuola nell'ottica di una maggiore efficacia, visto che una delle criticità evidenziate dal rapporto è quella del disagio generazionale”. Emily Rini (UV) ha rilevato che "Gli ambiti di eccellenza sono quelli dell'assistenza ai bambini sotto i tre anni, il cui indicatore per la Valle è secondo solo all'Emilia Romagna. Certo ci sono degli elementi di debolezza ai quali nell'ultimo anno è stata dedicata particolare attenzione con l'obiettivo di organizzare la rete dell'offerta in modo sinergico."
Dopo l’intervento di Leonardo La Torre (FA) che ha evidenziato la necessità di tornare su questi argomenti e la necessità di creare un connubio tra la parte tecnica e quella politica, è intervenuto il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, che ha sottolineato come il rapporto presentato “non dimentichi nessuno. C'è da sottolineare – ha aggiunto – che c'è stata la volontà di cambiare sistema di analisi e non bisogna dimenticare che gli investimenti fatti hanno avuto ritorni interessanti e produttivi, come per esempio quelli sulle politiche giovanili. Dalle osservazioni sul testo possiamo trovare il punto dal quale partire per arrivare a regole, linee guide e proposte politiche."

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte