Ha un'aria particolare, il Congresso dell'Union Valdôtaine di oggi, a Pont-Saint-Martin. Particolare anzitutto perché è fuori stagione, rispetto al solito, e perché, anche se non è al centro del dibattito, la sentenza di martedì a Torino – sui costi della politica – il suo effetto, inevitabile l'ha avuto.
Il Presidente Ennio Pastoret introduce, e tocca diversi punti, anche perché la carne al fuoco – politicamente parlando – è parecchia di questi tempi.
Non mancano i grandi classici, la direzione netta del Mouvement verso il rafforzamento dell'Autonomia e del particolarismo valdostano, ma sono gli affondi politici che scaldano la platea del Congrès, anche sulla maggioranza allargata a più riprese in Consiglio regionale: “Col Pd è stata un'alleanza cercata e voluta, solida e trasparente – spiega Pastoret – e siamo loro grati per l'affidabilità. Con Uvp non sempre siamo d'accordo, ci sono visioni a volte diverse. Noi chiediamo solo un po' di trasparenza perché quando una parte della maggioranza si riunisce di nascosto, anche con qualcuno della minoranza, bisogna interrogarsi per chiedersi cosa vogliamo fare. Per noi conta il rispetto dei patti sottoscritti, e se si lavora su questo non saremo certo noi a far saltare la maggioranza, non mettiamo condizioni ma chiediamo che nessuno le metta a noi, che abbiamo sempre agito con responsabilità in un momento molto difficile”.
Punto focale che Pastoret tocca con decisione: “Si parla di programmi e non di verifiche strutturali di maggioranza, sennò sembra un 'aggiungi un posto a tavola'. Qualcuno si è anche azzardato a proporre un 'azzeramento totale della giunta', qualcosa di cui non si è mai parlato. Se qualcuno lo volesse che lo faccia e se ne prenda la responsabilità”.
Poi l'apertura, soprattutto alla modifica della legge elettorale e alle elezioni anticipate che non trova, per Pastoret, l'Uv in disaccordo anche se “Crediamo non sia facile trovare delle intese”, spiega.
Non può mancare una valutazione sulla sentenza del processo torinese di San Valentino, con qualche stoccata. Dopo il ringraziamento agli unionisti assolti (Perron, Empereur, Chabod e Grimod), Pastoret affonda il colpo: “L'altro giorno qualcuno mi ha fatto notare che non avevo parlato di Leonardo La Torre. Non mi sono dimenticato, ho parlato di aderenti a Uv e lui non era un iscritto, ed ora prendiamo atto che non fa neanche più parte del gruppo consiliare. Non una dimenticanza né una vendetta, anche se recentemente ha chiesto le mie dimissioni”. Scroscio di applausi.
Lo stoccata tocca anche ad Alpe, dopo gli scambi di 'cortesie' degli ultimi giorni: “Il Presidente Alpe – spiega il Presidente del Mouvement – con abilità cerca di dimostrarsi come una vittima coraggiosa di fronte alla prepotenza dell'Union, ma noi ci confrontiamo sulle idee ed in passato abbiamo parlato anche con loro, senza pregiudizi. Se considerano il Cnsiglio Valle delegittimato se ne prendano la responsabilità”.
'Rumore dei nemici' anche interni: “Non tutti si sono dimostrati affidabili – chiude Pastoret – e abbiamo visto l'uscita di due persone dal gruppo consiliare (Fosson e Restano, ndr) e di una terza che aveva deciso di fare opposizione dall'interno. Ora ci sono posizioni differenti anche con Stella Alpina e ci dispiace dopo un'alleanza durata anni”.
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Forse ci sarebbe da chiedersi come mai: “Non tutti si sono dimostrati affidabili e abbiamo visto l’uscita di due persone dal gruppo consiliare e di una terza che aveva deciso di fare opposizione dall’interno. Ora ci sono posizioni differenti anche con Stella Alpina e ci dispiace dopo un’alleanza durata anni”.
Esame della deriva interna no?!