Politiche 2022, Rollandin presenta il programma: “A Roma per difendere le nostre prerogative”

26 Agosto 2022

“La nostra direzione è quella che va verso il rispetto del nostro Statuto, che molte volte a Roma non viene interpretato nel modo giusto. Quando c’è la possibilità di discuterne correttamente e con buona volontà credo si possano ottenere dei buoni risultati”.

Augusto Rollandin, consigliere regionale in quota Pour l’Autonomie ed ex presidente della Regione, già senatore dal 2001 al 2006, lancia così la sua nuova candidatura per un posto a palazzo Madama, alle Elezioni politiche del prossimo 25 settembre.

Una candidatura che – come dice il nome della sua lista, lo stesso del movimento di cui fa parte – ha un focus ben preciso: la difesa delle prerogative, e dei diritti, della Valle d’Aosta nei palazzi romani. O, come dice il suo collega in Consiglio Valle Marco Carrel, “è importante sottolineare l’esperienza del nostro candidato. E proprio in questo riconosciamo il grande punto di forza della nostra lista, concentrandoci su alcuni temi”.

Rollandin, in conferenza stampa, spiega: “In questi due anni abbiamo cercato di capire quali siano le richieste che arrivano dai vari settori, soprattutto quello dell’agricoltura, per far comprendere a Roma quello che non va. Siamo arrivati ad un programma dopo una serie di incontri proprio con le persone e le categorie interessate, ed è il risultato di questo confronto. A Roma c’è la possibilità di avere risposte serie a livello nazionale. Non sono obbligo, ma serve riconoscere la nostra autonomia che spesso non è guardata nel modo giusto”.

Nel programma della lista di Pour l’Autonomie ci sono tanti punti che Rollandin stesso definisce “in sospeso”. Questioni annose che dai problemi del settore agricolo e zootecnico ai Vigili del fuoco ed al Corpo forestale – per i quali si parla di equiparazione contrattuale con gli omologhi nazionali -, passando per il confronto con il Ministero italiano e le Istituzioni francesi per il raddoppio del Traforo del Monte Bianco, l’esigenza di ridurre le tariffe dell’autostrada regionale e impegni su sanità, salute, ambiente, turismo, Zona Franca (introducendo norme statutarie apposite), fiscalità, Europa, raccordo tra regioni alpine, lavoro e scuola.

Ma è sulle acque che il candidato al Senato si sofferma: “Riteniamo sia un tema capitale – ha detto -. In due anni si è discusso senza avere una risposta positiva o risultati a livello nazionale nonostante la Comm paritetica. Quando dicevamo di stare attenti ad questo argomento, e nonostante la paritetica, siamo stati buoni profeti”.

Il “nodo” politico

Come noto, Pour l’Autonomie ha deciso di puntare al solo palazzo Madama. Da più parti, per questo, si è avanzata un’ipotesi: che per la Camera dei Deputati ci fosse un “apparentamento” con La Renaissance, che ha candidato il solo Giovanni Girardini a Montecitorio. Questione già negata dal diretto interessato, sulla quale torna Rollandin.

“Non c’è niente – ha spiegato -. Noi abbiamo presentato un nostro programma e non abbiamo chiesto qualcosa ad altri, ma certo facciamo attenzione a quello che succede attorno. In questo momento siamo molto concentrati nel far capire perché siamo sensibili e vogliamo porre attenzione ad una serie di problemi. Se qualcuno, poi, va nella stessa direzione ci fa piacere”.

Più tribolato il rapporto con il suo ex partito, quella Union Valdôtaine con la quale i rapporti si sono ormai interrotti. Le trattative e gli incontri per raggruppare gli autonomisti in vista delle Politiche, Pour l’Autonomie compresa, sono naufragati in un mare di perplessità.

Perché è successo? Rollandin replica tagliando corto: “Ce lo siamo chiesti anche noi. Tutte le volte si rinviavano incontri dalla mattina alla sera. Noi abbiamo delle idee e abbiamo capito che così non si sarebbe andati da nessuna parte. Come Regione a Statuto speciale vogliamo che una rappresentanza ci sia”.

Questione di temi? “No, non c’era neanche un tema. Si guardavano al loro interno e non a quello che proponevamo noi. Tra loro non erano d’accordo”.

Parlando di Roma, l’ex presidente della Regione si professa disposto al dialogo con tutti: “Quello che conta è il rapporto con i singoli parlamentari. È un lavoro non indifferente che tiene conto della possibilità di capire  con l’interlocutore, sia egli di destra o di sinistra, la disponibilità ad attivare meccanismi che vadano in una certa direzione. Vogliamo far capire cosa possiamo fare nel caso in cui a Roma si abbia la possibilità di difendere le nostre prerogative”.

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