La Cgil chiede a Testolin di vietare l’accesso dei “Pro vita” nei consultori

La Cgil "stigmatizza l'intrusività del volontariato che proporrebbe una visione parziale, ascientifica e in netto contrasto con i diritti delle donne".
L'ingresso dell'ospedale Beauregard di Aosta
Politica

Una legge per impedire l’accesso di associazioni anti-abortiste nei consultori. E’ quanto chiede la Cgil al Presidente della Regione Renzo Testolin.

Ricordando l’emendamento al decreto Pnrr dell’aprile scorso con cui il Senato ha previsto l’accesso di associazioni anti-abortiste nei consultori, la Cgil “stigmatizza l’intrusività del volontariato che proporrebbe una visione parziale, ascientifica e in netto contrasto con i diritti delle donne, come sancito dalla Legge 194″. Il sindacato chiede pertanto “che la nostra Regione non si avvalga, con legge propria, di tale possibilità nel rispetto dei diritti conquistati dalle donne”.

“Si tratta di un attacco alla libertà e ai diritti delle donne e alla legge 194, contro il quale è necessario opporsi con ogni mezzo democratico.  – sottolinea una nota – Il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza è un diritto che deve essere garantito rivolgendosi ai consultori, dove è auspicabile vi sia personale professionalmente qualificato e non volontari che sottopongano le donne a pressioni psicologiche”.

Il sindacato, infine, sulle pressioni da parte di associazioni antiabortiste, denunciate dal Centro Donne contro le Violenze, “manifesta tutto il suo appoggio alle donne vittime di tali interferenze.”

Pressioni antiborto, le reazioni della politica

29 aprile 2024

Alcuni giorni dopo la denuncia del Centro Donne contro la violenza di Aosta, sono diverse le forze politiche che si sono dette preoccupate per le eventuali pressioni e ingerenze a cui potrebbero essere sottoposte le donne che scelgono di interrompere volontariamente una gravidanza.

Pd: “Garantire un legittimo diritto delle donne”

Partito democratico della Valle d'Aosta - PD
Partito democratico della Valle d’Aosta

“Se le affermazioni su presunte pressioni antiaborto nei presidi sanitari valdostani risultassero vere saremmo molto preoccupati. Per questa ragione accogliamo con favore l’apertura di un’indagine dell’Usl per verificare i fatti. Spetta a loro e a nessun altro capire e fare luce sulla vicenda”.

A dirlo è il Partito democratico Valle d’Aosta, che aggiunge: “Lo facciamo avendo chiaro che la legge 194 deve continuare ad avere una rigorosa applicazione nelle strutture sanitarie e nei presidi sociosanitari. Siamo contrari alla politica del governo che, pur non toccando formalmente la legge, la sta di fatto facendo diventare di difficile applicazione, interferendo su un diritto delle donne conquistato con fatica nel lontano 1978. Da questo punto di vista politico il PD sarà impegnato su tutti i fronti per garantire un legittimo diritto delle donne che deve essere universalmente riconosciuto e accessibile a tutte”.

“Va altresì ribadito che le donne devono poter avere fiducia nel rivolgersi al Sistema sanitario per l’IVG e che lo stesso servizio sanitario deve essere all’altezza delle richieste con adeguato personale non obiettore e tempi di attesa compatibili con le indicazioni previste dalla 194 – aggiungono i dem valdostani -. Il Pd si impegna a vigilare che ciò avvenga in un momento politico nel quale il Governo nazionale continua ad effettuare tagli drastici alle spese sanitarie privilegiando la sanità privata. Analoga attenzione verrà posta sul tema più ampio dei diritti. In questo paese tira una brutta aria, fatta di revisionismo subdolo e negazione al diritto all’autodeterminazione. Vigileremo con attenzione per immaginare una società dei diritti che guarda al futuro e che non scimmiotta un passato fatto di divieti e negazioni”.

Rete civica: “Fare chiarezza, tutelare le donne e difendere la legge 194”

Rete Civica
Rete civica. Da sx: Chiara Minelli e Elio Riccarand

A seguito della vicenda sulle segnalazioni pervenute al Centro antiviolenza regionale, ad intervenire – in una nota – è anche Rete civica che chiede “agli organi competenti dell’Usl e dell’Assessorato alla Sanità di fare chiarezza sui comportamenti del personale preposto all’applicazione della 194 in Valle d’Aosta e sul funzionamento dei servizi consultoriali”.

“Occorre verificare rapidamente e con decisione eventuali abusi o mancanze del rispetto della legge, per cui solleciteremo nelle sedi opportune i provvedimenti necessari e obbligatori – dice ancora il movimento -. In un momento in cui diritti acquisiti da oltre 40 anni nel nostro Paese vengono nuovamente messi in discussione, riteniamo che occorra mantenere alta l’attenzione e essere al fianco delle donne e delle associazioni che si battono per tutelarle”.

Valle d’Aosta aperta: “L’aborto è un diritto riconosciuto”

28 aprile 2024

I rappresentanti di Valle d'Aosta Aperta. Da sx: Pulz (Adu/Si), Tripodi (M5S) e Donzel (Ad)
I rappresentanti di Valle d’Aosta Aperta. Da sx: Pulz (Adu/Si), Tripodi (M5S) e Donzel (Ad)

Valle d’Aosta aperta, in una nota, ribadisce come l’aborto sia “una questione di diritti umani e, dati i tempi, occorre purtroppo ribadire che è un diritto riconosciuto in Italia

“In questi giorni  – prosegue Valle d’Aosta aperta – stiamo assistendo all’ennesimo attacco di questo Governo al diritto di autodeterminazione delle donne, con un emendamento, all’interno di un decreto completamente avulso da questo contesto, che spalanca le porte alla presenza di associazioni anti abortiste dentro i consultori”.

Per la forza che in Valle d’Aosta riunisce Adu, Area Democratica e il Movimento 5 stelle si tratta di una scusa legata alla necessità di dare piena realizzazione alla legge 194 “quando nessuna parte della norma è prevista la presenza di associazioni anti abortiste all’interno dei consultori e da nessuna parte vi è scritto che si deve convincere la donna a non abortire”.

La richiesta è di un messaggio chiaro da parte del Presidente della Regione Renzo Testolin “che non ci saranno né ora né mai le associazioni antiabortiste all’interno dei presidi valdostani”.

Il giorno dopo, sempre con una nota, intervengono sul tema anche Marco Grimaldi e Andrea John Déjanaz, rispettivamente vicecapogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera il primo, candidato alle europee, sempre per la lista Avs, il secondo. “Donne avvicinate con la promessa di latte e pannolini, altre indotte ad ascoltare il battito del feto, terrorismo psicologico per dissuadere da una scelta sofferta e dolorosa. Sono stati ginecologi e operatori poco accorti? O volontari delle associazioni ‘pro-vita’, o meglio anti-abortisti con la bava alla bocca? Va chiarito immediatamente. Ma l’uso del Pnrr per aprire loro le porte dei consultori è un’aggressione a tutte le donne. La ministra Roccella si faccia un esame di coscienza” ha dichiarato Grimaldi, che annuncia di aver depositato, nelle scorse ore, un’interrogazione alla Ministra della Salute per far luca sulla vicenda.

“È tempo che l’Unione Europea costituisca un meccanismo finanziario che garantisca l’accesso all’interruzione di gravidanza, come chiede la campagna My Voice, My Choice, e che non un euro dei fondi europei vengano gestiti da associazioni antiabortiste”, aggiunge invece Déjanaz.

Potere al popolo: “Pressioni antiabortiste sono atti di violenza”

27 aprile 2024

Potere al Popolo

“L’aborto è un diritto delle donne che deve essere garantito senza che le stesse siano sottoposte a giudizi morali o pressioni indebite”. A sostenerlo è Potere al Popolo che, con una nota, interviene nel dibattito in seguito alla denuncia del Centro Donne contro la Violenza di Aosta. 

“Esprimiamo grande preoccupazione sulle segnalazioni pervenute e facciamo appello a tutte le istituzioni valdostane affinché intervengano immediatamente per bloccare ogni tipo di interferenza di volontari antiabortisti nelle strutture sanitarie regionalirichiamano i dirigenti del movimento di sinistra.

Potere al popolo invita inoltre la cittadinanza a esercitare un severo controllo popolare nei consultori e presidi sanitari e a denunciare ogni sopruso, al fine di difendere tutti insieme il diritto all’aborto garantito dalla legge 194/1978. Nel farlo, ringrazia  tutte le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare e il Centro Donne Contro la Violenza Aosta per il lavoro che svolge quotidianamente.

17 risposte

  1. L’USL ha già smentito e nel frattempo la Ventriglia (che prima ha detto si trattasse di pressioni da parte del personale, poi di volontari) tace! Parla di “3 o 4 segnalazioni”, ma sono 3 o sono 4?
    Poi, invece che segnalare alla regione e all’USL se ne esce con una nota (è loro dovere segnalare agli organi competenti).
    Io credo sempre alle donne, il punto è che qui dubito ci siano vere segnalazioni!!!
    Mi sembra una mossa politica
    La presidente del CAV, dopo questo passo falso, ha perso di credibilità!

  2. Vilma Gaillard, un consiglio: invece di pensare alla Resistenza dimenticata e all’aborto, pensa a difendere come si deve i diritti dei lavoratori! Credimi.

  3. “La Cgil chiede a Testolin di vietare l’accesso dei “Pro vita” nei consultori”.
    L’ennesima dimostrazione di democrazia e pluralismo di un sindacato che ormai rappresenta solo se stesso, sovente a fianco di politici che rappresentano solo se stessi, sempre più scollegati da quelli che dovrebbero rappresentare.

  4. Comunque, di seguito un estratto del testo della legge, che nessun Governo ha modificato dal 1978. “…quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto…Se non viene riscontrato il caso di urgenza, al termine dell’incontro il medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, di fronte alla richiesta della donna di interrompere la gravidanza sulla base delle circostanze di cui all’articolo 4, le rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, attestante lo stato di gravidanza e l’avvenuta richiesta, e la invita a soprassedere per sette giorni.”

  5. La Cgil anziché fare politica, pensi a tutelare maggiormente i suoi iscritti, visto che ormai è sdraiata a pelle d’orso sotto i piedi di palazzo regionale!
    Svegliaaaaaaaaaaaaaa

  6. L’Azienda Usl VdA ha prontamente smentito quanto denunciato dal Centro contro la violenza sulle donne di Aosta e quindi Pd, Rete Civica, Potere al Popolo, Valle d’Aosta Aperta e compagni vari ora chiedono all’Usl la smentita della smentita!
    Fate semplicemente pena. Senza dimenticare che in questo caso, ammesso che fosse tutto vero, anziché tirare in ballo il Governo a Roma, il Pd e tutti i suoi compagni dovrebbero comunque prendersela con loro stessi, visto che la sanità in Valle d’Aosta è regionale e quindi gestita dalla loro maggioranza di sinistra.
    Fate semplicemente pena due volte.

    1. Che pena e quanto rancore in queste sue parole… Le consiglio di fare un abbonamento a un centro di yoga così si rilassa un po’, ce ne sono molti in Valle!

      1. @la194 non si tocca: voleva forse dire che la sinistra non si tocca? Perché mi è parso di capire che appena qualcuno dice qualcosa che non è gradito a sinistra, ecco che parte il refrain del rancore e della rabbia. Proprio da voi, che siete i rancorosi e i livorosi per eccellenza! Ma mi faccia il piacere!

  7. L’Azienda USL ha comunicato che non esistono volontari pro-life all’interno delle strutture sanitarie.
    Direi che questa denuncia farlocca si commenta da sè.
    E le persone che l’hanno messa in atto… che bruttissima figura.

  8. A me tutta questa storia lascia piuttosto perplesso. A specifica domanda, dopo che hanno scagliato la pietra, dal Centro donne contro la violenza hanno nascosto la mano, trincerandosi dietro l’anonimato, non segnalando nemmeno l’eventuale consultorio e/o distretto socio-sanitario in cui sarebbero avvenuti i fatti denunciati.
    Tra l’altro prima parlano di ‘volontari’, dopo di ‘personale medico-sanitario’ che avrebbero fatto ascoltare il battito del feto a donne intenzionate ad abortire, senza però conoscere – evidentemente – che il battito del feto non può essere fatto ascoltare di certo da un volontario, visto che l’ecografia e il tracciato sono esami che soltanto un medico ginecologo può effettuare.
    Come se questo non bastasse, poi, l’assessora di Aosta Forcellati ha annunciato urbi et orbi di voler avviare un’indagine all’interno delle strutture aostane. E indovinate un po’ dove pensa di portare in discussione la questione? All’interno della giunta comunale o del consiglio comunale di Aosta? No, signori! All’interno della consulta delle donne democratiche del Partito democratico!
    Ecco perché il tutto mi sembra un filino strumentale. Ma soltanto un filino………….

  9. La sanità e tutti i servizi connessi in Valle D’Aosta sono gestiti direttamente ed esclusivamente dalla Regione, dunque da una maggioranza di sinistra. Motivo per cui Potere al Popolo, Valle D’Aosta Aperta e associazionismo vario di sinistra chiedano eventuali spiegazioni ai loro ‘compagni’ del Partito democratico. Semplice, no?!

          1. È arrivato Duilio, il fine ‘democratico’. Ma pensi un po’ alla cloaca di casa propria, prima di guardare da altre parti. Che si sente la puzza da qui.

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