Presentati i 140 “cavalieri dell’autonomia”. “Sta per iniziare la rivoluzione copernicana”

"L'ALPE è vuota, non è nemmeno in grado di scrivere un programma", dice Perron. Ma Rollandin: "Non cediamo alle provocazioni e spieghiamo il nostro progetto". La Torre: "Siamo la saggia rivoluzione"
Comizio di apertura della campagna Giordano-Follien
Politica

La campagna elettorale della coalizione tra Union Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération Autonomiste, PdL e Lega Nord è iniziata ufficialmente ieri sera, in un teatro Giacosa gremito in platea, ma con ampi vuoti in galleria. Tra musiche trionfali, rulli di tamburi ed effetti speciali, la presentazione del programma "Aosta capitale dell'autonomia", preparato dai candidati e sottoscritto dalle forze politiche per lo sviluppo della città nei prossimi anni, si è trasformato in un tiro al piccione sull'opposizione.

Nonostante l'appello di Augusto Rollandin a "non cadere nel tranello di chi vuole la polemica, di chi non ha niente da dire e gioca di rimbalzo sulle nostre idee", tutti gli oratori hanno avuto nel mirino soprattutto l'ALPE, il movimento che sostiene la candidatura di Carlo Curtaz a sindaco: nemmeno una parola per il PD.

Ha aperto la serata il primo cittadino uscente, Guido Grimod, sostenendo che "occorre scegliere tra chi fa e chi critica sempre e cambia partito come salire e scendere da un bus". Ha proseguito il senatore Antonio Fosson: "L'accordo tra UV e centro-destra è stato naturale, perché la destra è da sempre più vicina ai problemi
dell'autonomia e del federalismo. La sinistra è contro le Regioni speciali".

Rollandin, invitando i 140 candidati a presentare il programma, "complesso e completo per lo sviluppo di Aosta", ai cittadini, ha lanciato qualche frecciatina: "Ormai i litigi tra le forze della sinistra non fanno più notizia, l'unico modo per avere spazio sui giornali è quello di smontare le nostre idee e dire no".

Spazio poi ai candidati, che hanno sfilato sul palco accompagnati dai leader dei cinque partiti e movimenti che appoggiano le candidature di Bruno Giordano e Alberto Follien a sindaco e vice: Sergio Ferrero (Lega) ha parlato di "progetto federalista chiaro e ricco". Leonardo La Torre (FA) ha presentato la "saggia rivoluzione che noi
rappresentiamo", attaccando chi "ha il riflusso gastro-intestinale per la rabbia di non contare più niente: potrà andare a curarsi nel moderno ospedale che costruiremo in viale Ginevra".

"Solo le grandi sfide portano a vittorie importanti e durature", ha detto Giorgio Bongiorno (PdL): "Non possimo permetterci che Aosta sia governata da chi ha la consuetudine del 'no' fazioso". Maurizio Martin (SA) ha sostenuto che "con questo accordo non abbiamo barattato la nostra autonomia con niente". Ego Perron (UV) ha attaccato chi "sosteneva che l'Union era buona, e ora non lo è più, e ha aperto la
campagna elettorale con una cattiveria davvero fuori luogo. Usano il trucchetto dei blog, in cui la gente dovrebbe partecipare e suggerire, per riempire il loro vuoto di idee". Il presidente del Leone ha chiuso dicendo che "se non si fossero fusi nell'ALPE, potremmo chiamarli 'Vallée d'Aoste Vide', vuota".

I due candidati apicali hanno spiegato il programma: "Dobbiamo gettare le fondamenta di un progetto ambizioso e dare un ulteriore slancio al graduale cambiamento messo in atto dalla giunta uscente, contrapponendo alla confusione dell'opposizione la musica delle nostre idee". Bruno Giordano spiega i principali progetti: il polo univeritario, perché "la città diventi viva e aperta allo scambio", il
presidio ospedaliero unico in viale Ginevra, il "people mover", il teleriscaldamento.

"Sta per iniziare la rivoluzione copernicana – ha concluso – attraverso la politica del fare. La denigrazione e la delegittimazione dell'avversario sono concetti lontani da noi e allontanano i cittadini dalla politica".

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