Profughi, i sindacati: “La Valle d’Aosta può e deve accoglierli”

ArciVda invita la Regione ad attivare un progetto SPRAR: il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali.
Politica

"Accogliere 79 persone è uno sforzo che la nostra Regione può permettersi e deve fare". Così in una nota Cgil, Cisl, Uil della Valle d’Aosta intervengono sul rifiuto della Regione all’arrivo in Valle di altri migranti. "E’ un dovere civico e umano dal quale non si può sottrarre con un semplice ‘non ci sono posti’. Non si può venire meno ad un dovere morale di accoglienza e di solidarietà verso popoli che stanno conoscendo guerre, genocidi e che si trovano a vivere condizioni disperate anche per responsabilità di paesi occidentali".

I sindacati sottolineano come le dichiarazioni di Rollandin siano "inaccettabili" soprattutto perché "provenienti da un territorio che ha vissuto il fenomeno dell’emigrazione, non solo verso la Francia, dove ogni anno lo stesso Presidente/Prefetto si reca per onorare i valdostani migrati, ma verso la Svizzera, l’America, l’Australia".

Le Segreterie Regionali di Cgil, Cisl e Uil condannano questa posizione del Governo regionale e invitano Rollandin "a rivedere le sue posizioni, chiedendo di abbandonare scelte che appaiono solo funzionali a calcoli elettorali e a perseguire, invece, concretamente la cultura dell’accoglienza verso persone che fuggono da guerre e tragedie umane".

Sulla stessa linea anche l’Arci Vda che raccoglie l’appello lanciato dal Forum del Terzo settore.
"Anche noi siamo pronti a dare il nostro contributo per accogliere i migranti in fuga da guerre e povertà – si legge in una nota – In una comunità solidale o comunque dotata di spirito umanitario, ospitare qualche decina di rifugiati – persone che scappano da crisi umanitarie, spesso causate dai paesi ricchi – sarebbe un gesto normale".

ArciVda spiega come bisogna attivare anche in Valle d’Aosta un progetto SPRAR: il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali che – per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata– accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

"Immaginare, secondo una sinergia tra associazioni e istituzioni – conclude la nota – progetti di "accoglienza integrata" che superino la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico".

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