Mentre è stata superata quota mille firme raccolte, il Comitato promotore per il referendum confermativo sulla nuova legge elettorale regionale chiede maggiore chiarezza da parte della Giunta.
“Spiace constatare che da parte del Governo regionale non ci sia una parola chiara rispetto agli effetti del procedimento referendario sulle modalità di svolgimento delle elezioni regionali programmate per il 28 settembre 2025. È un elemento di confusione inaccettabile, determinato dall’irresponsabile ritardo con cui la nuova legge è stata approvata dal Consiglio regionale” scrive in una nota il Comitato per la riforma elettorale (Cre).
Il gruppo ha inviato una lettera al presidente della Regione chiedendo di confermare che “le elezioni regionali si svolgeranno sulla base dell’attuale normativa, come necessariamente evidenzierà il Decreto presidenziale”.
Sulla data del referendum, il Cre invita a chiarire fin d’ora che si terrà in concomitanza con le elezioni regionali e comunali, il 28 settembre. “È del tutto evidente l’opportunità di chiarire che si andrà verso un election day con un triplice voto: regionali, comunali e referendum. Occorre assolutamente evitare duplicazioni di date, che determinerebbero una minore partecipazione degli elettori e costi organizzativi maggiori”.
Entro il 3 giugno dovranno essere raccolte e depositate almeno 2.117 firme, come previsto dalla disciplina regionale sui referendum.
Con che legge si andrà a votare per le regionali? Testolin: “Approfondimenti in corso”
28 marzo
Preferenza unica o tre preferenze, di cui una di genere? A pochi mesi dal voto, la questione sulle regole della prossima tornata elettorale regionale resta ancora senza risposta definitiva. Mentre Rete Civica è certa che si voterà con la vecchia legge elettorale, da Palazzo regionale trapelano voci secondo cui i tempi ci sarebbero per applicare le modifiche recentemente approvate.
A chiedere chiarezza sulle “regole del gioco” è stato ieri il gruppo di Forza Italia, attraverso un question time. “C’è una responsabilità politica da parte di questa maggioranza – ha accusato il capogruppo Pierluigi Marquis – che ha creato una situazione di incertezza evitabile con maggiore diligenza”. La riforma elettorale, presente nei programmi di tutte le forze politiche, è stata a lungo rimandata e in extremis sono state approvate soltanto due modifiche: il ritorno alle tre preferenze, una delle quali di genere.
Il voto, espresso dalla sola maggioranza, ha aperto la strada alla possibilità di un referendum confermativo. A raccogliere la sfida sono alcuni partiti del centrodestra (Lega e Fratelli d’Italia VdA), Rete Civica, Potere al Popolo ed Europa Verde. La raccolta firme è già partita: entro il 3 giugno dovranno essere depositate almeno 2.117 sottoscrizioni.
Il Presidente della Regione Renzo Testolin, rispondendo in aula, non ha sciolto i dubbi: “La questione riguardante le regole da applicare alle prossime elezioni regionali, che nulla ha di surreale, ed è ben nota ed attenzionata, è oggetto di un puntuale approfondimento da parte delle strutture competenti dell’amministrazione, anche in relazione al fatto che ci troviamo di fronte ad una situazione nuova, che non si era verificata prima, con una serie di aspetti, di cui tenere conto” ha risposto in aula. “Fornire delle indicazioni affrettate, in assenza di opportuni approfondimenti non costituirebbe un atteggiamento responsabile e potrebbe sì creare confusione. Si sta lavorando per arrivare in tempi congrui a fornire le indicazioni utili al chiarimento della questione, alla luce della disanima in corso”.
Una posizione che non ha convinto l’opposizione: “Questi approfondimenti andavano fatti prima”, ha replicato Marquis.
Forza Italia: “Libertà di voto sul referendum”
20 marzo 2025 di Martina Praz
“Se ci sarà un referendum, come Forza Italia, lasceremo assoluta libertà di voto e di scelta visto che riguarderà soltanto la questione di una o tre preferenze”. A dirlo è Emily Rini, segretaria regionale di Forza Italia. Il partito non parteciperà alla raccolta delle firme per il referendum confermativo sulla riforma della legge elettorale, recentemente votata in Consiglio Valle, che ha alzato da una a tre il numero delle preferenze.
“Noi abbiamo altre priorità rispetto alle preferenze – spiega Rini -. Preferiamo andare sul territorio, in mezzo alla gente, con i nostri gazebo a parlare di sanità, di liste di attesa, di trasporti, dei treni e di tanti altri temi piuttosto che imbarcarci nell’avventura del referendum per fare un braccio di forza con una maggioranza che ha già perso” perché “ha creato questa situazione di confusione aspettando l’ultimo minuto per votare una riforma elettorale che è un taccone peggio del buco, visto che che è stata modificata soltanto la questione delle preferenze. Non riteniamo neanche corretto portare alle urne la popolazione a un mese e mezzo dalle elezioni regionali e aprire un dibattito così forte soltanto su questo tema”. E prosegue: “Noi abbiamo depositato una riforma organica e seria che desse stabilità alla nostra regione proponendo l’elezione diretta del presidente della Regione, come avviene nelle altre regioni italiane. Abbiamo previsto addirittura cinque preferenze perché siamo convinti che sia giusto dare una possibilità di scelta maggiore anche nei confronti dei volti nuovi, giovani e meno giovani, delle donne e di chi si approvai per la prima volta alle elezioni”.
Per la segretaria regionale del partito, “non è possibile arrivare a ridosso delle elezioni senza conoscere le regole. Noi siamo pronti con la nostra lista che unisce l’esperienza e tante nuove leve. Io non sarò candidata perché crediamo fortemente nel ricambio e come primo atto della nuova legislatura chiederemo ai nostri eletti di presentare la nostra proposta di legge”.
Tre preferenze nel mirino: al via la raccolta firme per il referendum confermativo
di Silvia Savoye – 19 marzo 2025

“L’ultima data possibile per votare per le elezioni regionali è il 28 settembre” ricorda Elio Riccarand “Non c’è nessuna possibilità che i comizi vengano indetti prima dello svolgimento del referendum confermativo e quindi si andrà a votare sulla base della vecchia legge“. Come già nel 2020 si voterà con la preferenza unica, ma i cittadini valdostani saranno chiamati comunque – se i promotori del referendum riusciranno entro il 3 giugno a raccogliere le firme – a confermare o meno le recenti modifiche approvate in Consiglio Valle, con i soli voti della maggioranza: le tre preferenze di cui una di genere. Un voto che non avrà di per se alcun valore. Non solo perché non esistono i tempi tecnici per dar corso alle modifiche alla legge elettorale o attuazione all’esito del referendum, ma anche perché Rete Civica, ma anche Fratelli d’Italia e Lega, si dicono pronti in caso di vittoria delle elezioni a metter in atto una riforma ben più ampia.
I banchetti per la raccolta firme promossi da Rete civica, Europa Verde e Potere al Popolo inizieranno venerdì 21 marzo in via Aubert ad Aosta dalle 17 alle 19, per proseguire sabato 22 marzo in piazza delle Franchises (15-19), il 28 marzo (17-19) alla Porta Praetoria e il 29 marzo nuovamente in piazza delle Franchises (15-19).
“Il referendum non lo possono fermare, nemmeno i più illustri giuristi potranno impedirci di esprimere la nostra opinione”, afferma Gabriella Poliani del Comitato referendario. “In questi quattro anni sono state presentate numerose proposte di modifica, con visioni diverse. Ma la politica non è riuscita a trovare un punto di sintesi. La montagna ha partorito un topolino, che non risolve nulla. Non possiamo rassegnarci al ‘meglio che niente’”.
Loredana De Rosà definisce l’iniziativa “un voto libero e consapevole, non inquinato dalle dinamiche di potere”, evidenziando come “le tre preferenze possano invece agevolare meccanismi di controllo del voto, anche con lo spoglio centralizzato in otto poli”.
Per Elio Riccarand, la battaglia è prima di tutto culturale: “Le tre preferenze sono un’anomalia tutta valdostana. Non esistono in nessuna altra regione italiana né nei principali Paesi europei”.
Anche Eugenio Torrione critica le modifiche approvate dal Consiglio: “Sono una presa in giro, spacciata come misura per favorire la presenza femminile. Il nostro ‘no’ vuole impedire che questa legge entri in vigore”.
Al via la raccolta delle 2.117 firme per chiedere il referendum confermativo sulla legge elettorale
17 marzo 2025
Il Comitato promotore del referendum confermativo dà il via alla raccolta firme. A partire da metà settimana verranno attivati i primi punti informativi e per la raccolta
pubblica delle firme, spiega una nota. Nei giorni scorsi Walter Musso, Gabriella Poliani e Flavia Giulia Varetti, in qualità di promotori dell’iniziativa referendaria, hanno espletato le procedure per la raccolta delle firme degli elettori necessarie per attivare la richiesta di referendum.
Serviranno almeno 2.117 firme autenticate e certificate per poter richiedere il referendum. Una volta raccolte e consegnate il Presidente della Regione dovrà indire il referendum.
“Sarà una consultazione popolare per cui non c’è un quorum di partecipazione, e l’esito sarà comunque valido qualunque sia l’affluenza ai seggi, chi va a votare decide” spiega ancora la nota. “Sarà la prima volta che in Valle d’Aosta si svolgerà un referendum confermativo, una importante occasione di partecipazione democratica”.
Il comitato ricorda come “per anni non si fatto nulla di serio. Si è perso tanto tempo e poi, all’ultimo momento, ormai fuori tempo massimo, è stata votata una modifica da una esigua maggioranza, 19 consiglieri su 35, una “Leggina” che non risolve nessuno dei principali problemi del sistema elettorale regionale.”
Progetto civico progressista si divide anche sul referendum confermativo
6 marzo 2025
Vicine di banco, ma sempre più lontane. Dopo il voto disgiunto in occasione dell’esame della propria proposta di legge, cresce la distanza fra Chiara Minelli e Erika Guichardaz. Le due consigliere regionali di Progetto Civico Progressista si dividono anche sul referendum confermativo. Se questa mattina Rete Civica e Europa Verde si dicevano pronti a sostenere la richiesta di referendum, che potrebbe essere chiesta dai consiglieri della Lega Vda e appoggiata da Fratelli d’Italia, di parere opposto è Valle d’Aosta Aperta.
Rete Civica e Europa Verde: Con le tre preferenze si torna indietro
“Chiara Minelli ha espresso un voto contrario in Regione, e in coerenza con questo voto Rete Civica ed Europa Verde si impegneranno nella raccolta di firme e in tutte le iniziative opportune per sostenere la richiesta di referendum confermativo” l’annuncio dei due movimenti.
Rete Civica ed Europa Verde ricordano come le modifiche approvate “affannosamente da 19 consiglieri regionali” non rappresentano una riforma del sistema elettorale, “ma un intervento limitato, settoriale e maldestro dopo che, da oltre dieci anni, tutti affermano che occorre una vera riforma per dare stabilità al sistema di governo regionale”.
Il movimento contesta, quindi, il ritorno alle tre preferenze, definito “un passo indietro rispetto alla scelta di pulizia e contro le cordate fatta nel 2019”, ma anche l’introduzione della preferenza di genere, che “non garantisce neppure un sostanziale equilibrio di genere nel voto, perché solo nel caso in cui si scelga di votare tre candidati uno deve essere di genere diverso: se ad esempio si votano due uomini il voto è valido”.
Infine Rete Civica e Europa Verde evidenziano come “il referendum confermativo è uno strumento previsto dallo Statuto Speciale per la Valle d’Aosta per raccogliere il parere dei cittadini sulle leggi “statutarie”, che riguardano cioè il sistema elettorale e la forma di governo della Regione. È uno strumento di partecipazione molto importante che, purtroppo, pur essendo disciplinato con legge fin dal 2002, non è mai stato utilizzato”.
Nessun quorum è previsto per il referendum, chi a votare decide. “Il momento è venuto per dare la possibilità a tutti gli elettori valdostani di informarsi sui contenuti di una legge che riguarda il sistema elettorale regionale, valutare se è quello che serve alla nostra comunità e decidere con il proprio voto se confermarla o meno”.
Vda Aperta: Questo sistema non si sconfigge con la stessa arroganza
La posizione Rete Civica e dei Verdi viene definita “vergognosa” a stretto giro da Vda Aperta, movimento rappresentato dall’altra anima di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz.
“Ora si vedrà se questo sostegno avverrà raccogliendo le firme in solitaria o con l’estrema destra o se la Consigliera Minelli firmerà con i leghisti” scrive in una nota Vda Aperta, contestando la preferenza unica, definita “la mortificazione della democrazia” e utile “solo a rafforzare il potere, già fuori controllo, dei Consiglieri regionali in carica”.
Parole che non corrispondono però ad una promozione delle modifiche approvate dalla maggioranza. “Le tre preferenze sono un timido e insufficiente passo in avanti verso la parità di genere, ma è una proposta comunque migliore dell’attuale sistema. Svilire uno strumento di partecipazione molto importante per chiedere ai valdostani se vogliono le tre preferenze di cui una di genere o il ritorno alla preferenza unica è pericoloso”.
Ancora più tranchant la chiusura della nota: “L’Union e il PD hanno dimostrato ancora una volta di non saper governare, portando al voto l’ennesima legge con arroganza e mancanza di confronto, ma questo sistema non si sconfigge con la medesima arroganza, ma solo attraverso il confronto democratico”.
Referendum sulle tre preferenze: la palla in mano al centrodestra

4 marzo 2025
Come si voterà in autunno – con tre preferenze o con la preferenza unica – sarà il centrodestra a deciderlo. Spetta a loro scegliere se chiedere un referendum confermativo, come annunciato, raccogliendo 2117 firme tra gli elettori valdostani oppure facendo sottoscrivere la richiesta da sette consiglieri regionali.
L’avvio dell’iter referendario bloccherebbe la promulgazione della legge approvata dalla maggioranza con 19 voti favorevoli, rendendo quasi certo il ritorno alla preferenza unica.
Lega a favore del referendum: “Legge approvata senza confronto”
“Noi siamo disponibili a mettere le nostre firme come consiglieri per il referendum”, afferma Marialice Boldi, segretaria della Lega VdA. “Non perché siamo contrari alle tre preferenze, ma non ci piace questa legge. Non ci piace come è stata approvata, senza una vera discussione con l’opposizione e senza prendere seriamente in esame le altre proposte depositate.”
Boldi critica anche l’introduzione della preferenza di genere, ritenendola una misura che non valorizza realmente le donne: “Non accetto di essere considerata inferiore e di dover avere una protezione speciale. Le donne in gamba meritano di dirigere le industrie, i Cda e di essere una parte essenziale della nostra amministrazione.”
La Lega definisce la legge approvata una “riformicchia riduttiva” e ribadisce che il centrodestra aveva proposto una riforma più ampia, pensata per garantire stabilità di governo e impedire ribaltoni in Regione.
“Il referendum viene fatto per contrastare questa legge. Se andremo al governo, metteremo mano alla legge elettorale, ma non dopo quattro anni e mezzo. Ci impegniamo ad ascoltare tutti e a fare una vera riforma.”
Una riunione tra gli alleati per la decisione finale sulla richiesta del referendum è attesa non prima della prossima settimana. “Può darsi che ci saranno dei distinguo, vedremo. Non c’è una vera urgenza, abbiamo tre mesi.”
Forza Italia: “Mortificante ridurre la discussione fra 3 o 1 preferenza”
Emily Rini, coordinatrice di Forza Italia Valle d’Aosta, ribadisce la propria posizione a favore dell’elezione diretta del presidente della Regione.
“Avrei voluto un confronto reale sui vari aspetti per arrivare a una riforma vera e utile per la nostra regione. Così bisognava fare, dimostrando di essere forze politiche mature. Ora, se tutto si riduce alla discussione tra tre o una preferenza, la questione diventa mortificante per la politica tutta.”
La proposta del centrodestra prevedeva le cinque preferenze. “Non siamo certo noi a volere la preferenza unica, che limita eccessivamente la scelta dell’elettore e penalizza i volti nuovi, i giovani e le donne. Ricordiamo che la preferenza unica la volle la sinistra, in particolare il presidente Bertin, che ne è sempre stato un fermo sostenitore.”
Sul referendum, Rini lascia aperta la porta a ulteriori valutazioni: “Ci riserviamo di fare tutte le valutazioni con serietà e pragmatismo, perché le scelte politiche non devono avere ripercussioni negative sui cittadini.”
Fratelli d’Italia: “Gli impegni vanno rispettati”
Fratelli d’Italia – che non ha consiglieri in Regione – chiede chiarezza, con il suo coordinatore regionale Alberto Zucchi: “Non siamo abituati a fare i conti in casa d’altri. Se Forza Italia dovesse esprimere una posizione diversa, lo vedremo nella riunione che faremo. La nostra posizione resta coerente: mantenere gli impegni presi.”
Zucchi propone di affiancare alla richiesta dei consiglieri anche la raccolta firme tra i cittadini, per dare più forza alla contestazione della legge e spiegare le motivazioni del referendum.
“Ci aspettiamo che i nove consiglieri mantengano la parola data. La nostra proposta puntava a garantire stabilità di governo e a dare un’indicazione chiara sul presidente della Regione. Anche sul numero delle preferenze avevamo proposto un modello più ampio, per evitare la riorganizzazione delle cordate, che ci fanno tornare indietro nel tempo.”
Secondo Zucchi, eventuali posizioni diverse tra gli alleati non spaccano il centrodestra: “Cambiare idea è lecito, aspettiamo di conoscere le loro valutazioni.”
Fratelli d’Italia si dice comunque pronto alla raccolta firme: “Siamo fiduciosi di riuscirci, magari anche con il sostegno di altri.”
Referendum sulle tre preferenze: scattano i tre mesi per la richiesta
Con la pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione di oggi, martedì 4 marzo, del disegno di legge che reintroduce le tre preferenze, di cui una di genere, scattano i tre mesi per la richiesta di referendum. Come specificato nella comunicazione del Presidente della Regione Renzo Testolin, pubblicata sempre oggi, per chiamare i valdostani ad esprimersi serviranno 7 consiglieri – numero già a disposizione del centrodestra, che ne conta nove – oppure un cinquantesimo degli elettori aventi diritto al voto pari a 2.117.

Se il referendum venisse richiesto, le modifiche alla legge elettorale non verrebbero promulgate, in attesa del pronunciamento degli elettori. I tempi della procedura potrebbero far sì che la consultazione si tenga dopo le elezioni regionali, appuntamento che vedrebbe i valdostani tornare a votare con la preferenza unica.
Che cos’è il referendum confermativo?
Il referendum confermativo in Valle d’Aosta è uno strumento previsto dallo Statuto speciale e regolato da una legge regionale. Si applica alle leggi approvate dal Consiglio regionale, ma solo in alcuni casi specifici e con procedure ben definite.
Quando si può richiedere il referendum?
Il referendum confermativo può essere richiesto solo per leggi approvate dal Consiglio regionale con la maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi. Se la legge viene approvata con almeno due terzi dei voti, la soglia per richiedere il referendum è più alta.
Il referendum può essere richiesto da un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei consiglieri regionali, se la legge è stata approvata con la maggioranza assoluta.
La richiesta deve essere presentata entro tre mesi dalla pubblicazione della legge sul Bollettino ufficiale della Regione.
L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verifica la validità delle firme entro dieci giorni dal deposito della richiesta. Se la richiesta è valida, il Presidente della Regione deve indire il referendum entro 30 giorni dalla comunicazione della validità.
La data del referendum viene fissata in una domenica compresa tra il 60º e il 90º giorno successivo alla pubblicazione del decreto di indizione sul Bollettino ufficiale della Regione.
Il referendum si svolge con voto diretto, libero e segreto. I seggi sono aperti dalle 7 alle 22 della domenica stabilita. Lo scrutinio dei voti avviene il giorno successivo.
Cosa è riportato sulla scheda elettorale?
La scheda elettorale contiene il quesito referendario, che segue la seguente formula:
“Approvate la legge regionale di cui all’articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale, recante ‘(titolo della legge)’, approvata dal Consiglio regionale nella seduta del…, con la maggioranza assoluta (o con la maggioranza dei due terzi) dei suoi componenti e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione numero …, in data …?”
Gli elettori si esprimono con un Sì o un No sulla legge regionale approvata dal Consiglio. Se prevalgono i voti favorevoli, la legge viene confermata e promulgata. Se invece i voti contrari sono superiori o uguali ai favorevoli, la legge decade e non entra in vigore.
4 risposte
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I referendum Nazionali si terranno entro giugno, se i 30 giorni fossero trascorsi non si potrebbe aggiungere questo agli altri così da evitare ulteriori costi per un’ altra data?
Non capisco perché non possa andare bene la preferenza unica che è, fra l’altro, l’unico modo per evitare i giochetti politici ed è l’unica versione di voto libero e senza paletti di genere possibile. Un voto per la persona che ognuno, in piena coscienza, ritiene migliore: mi sembra perfetto.
Un perfetto esempio dell’immobilismo politico e dello sperpero di denaro pubblico.
Chi aveva il dovere di legiferare ha agito quasi costretto dalle circostanze e partorito il topolino, giusto per dare un segnale di vita, chi doveva opporsi offre il fianco affinchè il tutto si trasformi in una inutile perdita di tempo e di stipendi buttati nel cesso.
Complimenti vivissimi a tutti.