È ufficiale: il referendum confermativo sulla modifica della legge elettorale regionale si svolgerà domenica 10 agosto 2025. Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha firmato oggi, giovedì 5 giugno, il decreto di indizione del referendum, che riguarda la legge regionale sulla “Reintroduzione delle tre preferenze e della rappresentanza di genere”, approvata dal Consiglio nella seduta del 27 febbraio 2025 e pubblicata sul Bollettino ufficiale il 4 marzo.
Il quesito referendario sarà sottoposto al voto popolare in applicazione dell’articolo 6 della legge regionale 4/2002, che disciplina il referendum previsto dall’articolo 15, comma 4, dello Statuto speciale della Valle d’Aosta.
La consultazione – non è previsto il quorum affinché sia valida – è stata attivata su richiesta di sette consiglieri regionali, pari a un quinto dell’Assemblea, soglia minima prevista per la procedura.
Raccolta firme insufficiente, arrivano le scuse del consigliere Luca Distort
“Purtroppo la mia mancata messa agli atti della richiesta di autorizzazione a svolgere il ruolo di certificatore, nonostante la mia qualifica di Consigliere regionale, ha impedito, formalmente, il superamento del numero minimo di firme (per un numero di 7 firme)” scrive ancora Distort “questa situazione pesa particolarmente sulla mia coscienza soprattutto nei confronti di tutte quelle persone che hanno dedicato tempo, energie e risorse per una raccolta di firme che, agli effetti numerici, ha dimostrato l’abbondante superamento del numero minimo richiesto, segnale di ottima capacità di raccolta di consenso e della chiara volontà dei firmatari. Riconosco perfettamente la passione e l’impegno di questo lavoro, provato in prima persona, avendo raccolto quasi 160 firme, da solo, passando di casa in casa”.
Per Distort la consolazione, comunque, che il referendum si farà grazie al deposito delle 7 firme dei Consiglieri regionali, “tra cui la mia, e rinnovo con la più sincera contrizione d’animo le mie scuse a ogni singolo sostenitore del progetto referendario e ai 2.268 valdostani che hanno espresso la chiara volontà di sottoporre a referendum la recente legge regionale, risultata marginale e irrilevante”.
Raccolta firme insufficiente: il referendum salvato dalle firme dei 7 consiglieri regionali
4 giugno
Il “paracadute” delle sette firme di consiglieri regionali – provenienti da Lega e Gruppo misto – si è rivelato decisivo per la validità della richiesta di referendum confermativo. Le 2.273 sottoscrizioni depositate ieri, infatti, non sarebbero bastate.
Gli uffici del Consiglio regionale, in fase di verifica, hanno rilevato che 158 firme raccolte dal consigliere della Lega Luca Distort non risultano valide, poiché non era stata data preventiva comunicazione dell’avvio della raccolta agli uffici. Le firme effettivamente certificate risultano essere 2.268 e quelle regolarmente autenticate, al netto delle 158 firme dichiarate nulle, è pari a 2.110, quindi inferiore alla cifra di 2.117.
Il ricorso alla sottoscrizione da parte di almeno sette consiglieri, previsto dalla normativa, ha quindi garantito l’ammissibilità dell’iniziativa referendaria. Si attende ora il decreto di indizione del Referendum.
Referendum, Testolin rompe il silenzio: “Le regole sono chiare. Il referendum sarà vincolante per le prossime elezioni regionali”

4 giugno 2025
Il patatrac è fatto! All’indomani del deposito anche delle 2273 firme a sostegno della richiesta di referendum confermativo il Consiglio regionale si sveglia con una domanda: con quale regole si andrà a votare il 28 settembre? E finalmente arriva una risposta dal Presidente della Regione: bisognerà attendere l’esito del referendum per capirlo. Renzo Testolin richiama la missiva inviata al Comitato referendario per dire: “Le regole sono chiare, possono non piacere, ma sono frutto di un confronto con gli uffici regionali che, con dovizia di particolari e attenzione verso una tematica che non si è mai verificata, hanno dato un’interpretazione chiara e semplice di cui nei prossimi giorni daremo corso”.
Il decreto di indizione del referendum è atteso già da domani, giovedì 5 giugno, ovvero il giorno successivo alla scadenza dei tre mesi dalla pubblicazione della legge sul Bur. La data del referendum verrà stabilita nel periodo previsto dalla normativa – tra i 60 e i 90 giorni – e potrebbe ricadere anche nel mese di agosto, nonostante l’opposizione dei promotori. “La norma non esclude alcun mese” chiarisce il Presidente.
“L’esito del referendum sarà vincolante per la definizione del numero delle preferenze all’interno della prossime elezioni regionali” scandisce Testolin. “Quello che può non piacere è di non sapere a priori l’esito del referendum”.
Parole che confermano quanto da mesi circola nei corridoi della politica: il referendum confermativo, il primo richiesto in Valle d’Aosta, come ricorda Chiara Minelli, si svolgerà nel mese di agosto e come ribadito anche dal presidente della I Commissione Erik Lavevaz avrà effetti sul voto per il rinnovo del consiglio regionale del mese di settembre.
Tutto chiaro? Non proprio, perché all’incertezza sulle regole del voto, che peseranno prima sui movimento politici non presenti in Consiglio che dovranno per primi chiudere le liste e raccogliere le firme, come ricorda Erika Guichardaz capogruppo di Pcp, e dopo su quanti avvieranno la campagna elettorale, si aggiungono le ombre sollevate dal capogruppo di Rassemblement Stefano Aggravi sui “possibili ricorsi che potranno esserci in qualunque momento”.
Incertezza che sempre secondo Aggravi sono da addebitare a tutte la parti, a chi ha prodotto una riforma tardiva e a chi ha iniziato una procedura referendaria. Preoccupazioni condivise da Pierluigi Marquis, capogruppo di Forza Italia, unico movimento del “centrodestra unito” a non aver appoggiato la richieste di referendum.
Tra questi ultimi, invece, la linea è netta: “La colpa è solo della maggioranza – afferma Paolo Sammaritani della Lega – che ha approvato una riforma tardiva, confusa e arrogante”. Sotto accusa finiscono soprattutto le tre preferenze, considerate un “tentativo di controllo del voto”.
Per il capogruppo Uv Aurelio Marguerettaz anche alla luce delle firme raccolte, un centinaio in più rispetto al limite fissato, l’esito del referendum è già scritto: “la gente vuole le tre preferenze, andrete incontro ad una brutta figura, quella di chi riesce a mettere insieme l’estrema destra e l’estrema sinistra”.
A chiudere la discussione Mauro Baccega di Forza Italia che sentenzia: “Quanto successo decreta il fallimento della politica, dell’intero consiglio regionale. Abbiamo allontanato l’elettorato dal voto”.
Firme per il referendum consegnate: si apre il fronte dello scontro politico e legale
3 giugno

“Abbiamo voluto dare dignità ai 2.273 elettori che hanno firmato per l’iniziativa”. Con queste parole Walter Musso commenta la decisione di depositare comunque le firme raccolte per chiedere una consultazione popolare sulla legge elettorale approvata il 27 febbraio 2025 dal Consiglio regionale. “La legge prevede due modalità: noi siamo partiti subito il 4 marzo con la raccolta firme, poi sette consiglieri hanno deciso di sottoscrivere la richiesta, era un loro diritto, pari al nostro. Ora ci aspettiamo che le firme vengano verificate, come previsto”.
Nel frattempo, l’iter del referendum è ufficialmente iniziato con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale della richiesta presentata dai sette consiglieri regionali della Lega e del Gruppo Misto. Si attende ora il decreto del Presidente della Regione per l’indizione del voto. Ed è proprio su questo punto che potrebbe aprirsi la battaglia legale.
Secondo il Cre, la legge elettorale non può essere promulgata né entrare in vigore fino allo svolgimento e all’esito del referendum. Poiché il decreto di convocazione dei comizi elettorali per le elezioni regionali del 28 e 29 settembre deve essere emanato entro fine luglio, per il Cre l’unica normativa applicabile rimane quella attualmente in vigore, con la preferenza unica.
Di opinione opposta sembra essere la Presidenza della Regione, che – come illustrato nei giorni scorsi dal presidente della I Commissione Erik Lavevaz – si rifà al parere dell’Ufficio elettorale regionale, secondo cui le modifiche vanno applicate già alle prossime elezioni, ampliando il potere di scelta dell’elettore.
Anche sulla data del referendum si profila uno scontro. Per il Cre, la consultazione dovrebbe essere accorpata al voto di settembre, per favorire la partecipazione e contenere i costi. “Le ipotesi circolate di un referendum ad agosto sono assolutamente inaccettabili – scrivono Gabriella Poliani, Flavia Giulia Varetti e Walter Musso –. Non si è mai votato in agosto e non c’è alcun motivo per farlo ora. Sarebbe un referendum farsa, una negazione del diritto a una consultazione ampia e partecipata”.
Il Comitato si dichiara pronto a contrastare una simile ipotesi con “tutte le iniziative possibili, comprese quelle legali”.
Referendum sulla legge elettorale, pubblicata la richiesta sul Bollettino ufficiale. Attesa ora per il decreto
3 giugno
Non ha atteso il deposito delle oltre 2.100 firme, previsto nel primo pomeriggio di oggi: il presidente della Regione Renzo Testolin ha firmato e pubblicato già in mattinata, sul Bollettino ufficiale della Regione, la comunicazione del deposito della richiesta di referendum sulla legge elettorale.
A presentare la richiesta sono stati venerdì scorso i consiglieri regionali Luca Distort, Raffaella Foudraz, Erik Lavy, Andrea Manfrin, Simone Perron, Paolo Sammartinati (tutti della Lega) e Diego Lucianaz (Gruppo Misto), che rappresentano un quinto dell’assemblea consiliare, soglia necessaria per l’attivazione dell’istituto.
La consultazione – che riguarda la legge approvata il 27 febbraio 2025 sulla reintroduzione delle tre preferenze e della rappresentanza di genere – sarà ora oggetto di apposito decreto di indizione, atteso nei prossimi giorni. Secondo la normativa, il referendum dovrà svolgersi in una domenica compresa tra il sessantesimo e il novantesimo giorno successivo alla pubblicazione del decreto. Tutte le indicazioni fanno presagire che l’appuntamento elettorale si terrà già nel mese di agosto.
Nel caso in cui il referendum dovesse confermare le modifiche alla legge elettorale, questa sarà promulgata e entrerà in vigore. In caso contrario, decadrà. Trattandosi di un referendum confermativo, non è previsto alcun quorum minimo di partecipazione.
Referendum confermativo, Lavevaz: “Le modifiche alla legge elettorale si applicano da subito”

Se il presidente della Regione ha scelto per ora di non intervenire pubblicamente sulla questione, il presidente della I Commissione consiliare Erik Lavevaz rompe il silenzio con un lungo intervento sul proprio blog “Le Bourdon”. L’ex presidente della Regione è netto: le modifiche alla legge elettorale, se confermate dal referendum, si applicheranno già alle elezioni regionali di settembre.
Parole in contrasto con la posizione sostenuta da mesi dai promotori della consultazione, che proprio oggi, martedì 3 giugno, depositeranno le firme raccolte a sostegno della richiesta referendaria, già sottoscritta venerdì scorso da sette consiglieri regionali di Lega VdA e Gruppo misto.
“Sull’applicazione del risultato alle elezioni, i promotori tuonano convintamente che si voterà comunque con la vecchia legge. Peccato – scrive Lavevaz – che l’unico ente titolato a pronunciarsi, l’Ufficio elettorale regionale, abbia chiarito esattamente il contrario: la modifica, ampliando il potere di scelta dell’elettore, deve essere applicata fin da settembre.”
Secondo Lavevaz, “chi sbandiera il rispetto delle prerogative statutarie e democratiche come strumento di propaganda, intende forse anche stabilire i termini entro i quali queste prerogative valgono o meno?”
“Una campagna elettorale camuffata”
Nel suo intervento, il presidente della I Commissione evidenzia anche come la richiesta di referendum fosse già stata firmata a marzo: “Se fosse stata formalizzata allora, non si sarebbe potuto o comunque non avrebbe avuto senso portare avanti tre mesi di campagna elettorale mascherata da raccolta firme”.
Critiche anche alla narrazione proposta durante la raccolta: “Si è detto ai cittadini che il referendum riguardava l’elezione diretta del presidente o altre modifiche strutturali, cercando di vendere lanterne spacciandole per lucciole”.
Lavevaz contesta inoltre la tesi dell’incostituzionalità avanzata da Lega VdA, secondo cui l’obbligo della preferenza di genere alla terza scelta violerebbe la parità. “Giova ricordare – aggiunge – che nella proposta del centrodestra erano previste cinque preferenze senza alcun obbligo di genere.” E sulla preferenza di genere, il presidente della I Commissione ricorda come sia una “storica battaglia della sinistra”.
Nel finale, Lavevaz riconosce il fallimento della politica che non è riuscita a costruire una riforma organica della legge elettorale, per garantire stabilità e favorire le coalizioni. “L’abbiamo scritta e ci abbiamo lavorato per mesi. Ma è mancata condivisione. Se avessimo capito prima che non c’erano i 24 voti, la legge sarebbe passata in autunno e oggi il referendum si sarebbe già svolto, con buona pace di tutti”.
Legge elettorale, la richiesta di referendum confermativo anticipata con le firme di sette consiglieri
30 maggio 2025
La richiesta di referendum in Consiglio regionale è arrivata con qualche giorno di anticipo e, a sorpresa, non accompagnata dalle 2.117 firme raccolte nei giorni scorsi, ma da quelle di sette consiglieri regionali.
Tra i sottoscrittori non mancano le novità: oltre ai sei consiglieri del gruppo Lega (Luca Distort, Raffaella Foudraz, Erik Lavy, Andrea Manfrin, Simone Perron, Paolo Sammaritani) figura anche Diego Lucianaz del gruppo misto, mentre non compare Chiara Minelli di Rete Civica.
“Fin dall’inizio abbiamo dichiarato di essere favorevoli alla richiesta di referendum, ritenendola una domanda che nasce dal basso – spiega Minelli – Trattandosi di un referendum confermativo – il primo richiesto in Valle d’Aosta – la valutazione fatta da Avs Rete Civica è stata quella di sostenerlo in quanto espressione di una legittimazione popolare. Abbiamo lavorato con impegno per raccogliere la nostra quota di firme, che abbiamo ampiamente superato.”
“Le firme verranno comunque depositate martedì” aggiunge Gabriella Poliani del Comitato referendario. “È stata una loro scelta quella di sottoscrivere la richiesta, come ulteriore garanzia del fatto che il referendum si farà. Le firme dovranno infatti essere sottoposte a controllo, e ci sono aspetti che potrebbero bloccare o ritardare la procedura. Questa diventa quindi una forma di blindatura”.
Della richiesta è stata data immediata comunicazione, da parte del segretario generale del Consiglio, al presidente del Consiglio Valle e al presidente della Regione. Quest’ultimo dovrà darne notizia entro cinque giorni sul Bollettino ufficiale della Regione e, decorso il termine di tre mesi dalla pubblicazione della legge sul Bur, provvedere all’indizione del referendum con apposito decreto. In base alla norma il referendum dovrà svolgersi in una domenica compresa tra il sessantesimo e il novantesimo giorno successivo alla pubblicazione del decreto. In caso di esito favorevole, la legge sarà promulgata. In caso contrario, decadrà. Per questa tipologia di referendum non è previsto un quorum minimo di votanti.
Referendum sulla legge elettorale, le firme saranno depositate il 3 giugno
29 maggio
Martedì 3 giugno le 2.117 firme a sostegno del referendum confermativo delle ultime modifiche alla legge elettorale – le tre preferenze, di cui una di genere – saranno depositate in Consiglio regionale. E’ quanto è stato deciso ieri nell’ultima riunione del Comitato referendario, il Cre.
Gli uffici avranno in seguito dieci giorni di tempo per verificare la validità delle firme. Se la richiesta è valida, il Presidente della Regione dovrà indire il referendum entro 30 giorni dalla comunicazione della validità. Quest’ultimo, in base alla legge, va fissato in una domenica compresa tra il 60º e il 90º giorno successivo alla pubblicazione del decreto di indizione sul Bollettino ufficiale della Regione.
Su questi passaggi rischia ora di giocarsi la partita fra i promotori del referendum e la Presidenza della Regione. “Confidiamo nella buona fede e nella ragionevolezza della Regione” dice oggi Gabriella Poliani.
Il Comitato spera, infatti, che il referendum possa esser incluso nell’Election Day, che presumibilmente si svolgerà il 28 settembre. “Non vogliamo gravare di ulteriori costi la collettività – aggiunge Poliani – anche perché è pacifico che il risultato del referendum non potrà influire sulle regole del prossimo voto regionale”.
Nel caso in cui il presidente della Regione decidesse invece di fissare la data del referendum a metà agosto, si aprirebbe un contenzioso giuridico. “Indire una consultazione in pieno agosto sarebbe un atto provocatorio verso chi ha semplicemente esercitato un diritto”, conclude Poliani.
La conferma della volontà di consegnare le firme raccolte viene nel frattempo accolta dalla critiche di Valle d’Aosta Aperta verso i “verdi di Riccarand”, rei di aver promosso il referendum con Fratelli d’Italia e la Lega.
Alleanza verdi sinistra viene accusata di voler “cancellare la preferenza di genere, unica modifica apportata alla legge elettorale”. Referendum, quindi, definito “discriminatorio che vuole riportarci alla preferenza unica, penalizzando i giovani e le donne”.
Referendum, tra tensioni e accuse: si contano le firme, ma resta l’incertezza
23 maggio
Soltanto pochi giorni fa Gabriella Poliani del Cre dichiarava: “Il referendum si farà”. Negli ultimi giorni, però, qualche dubbio sembra essersi insinuato tra i promotori dell’iniziativa. Voci che Alberto Zucchi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, non smentisce.
A fugare i dubbi che serpeggiavano tra i promotori è intervenuto nei giorni scorsi il presidente della Regione Renzo Testolin. “Visto e considerato l’atteggiamento da kamikaze del presidente – dice Zucchi – stavamo facendo, da persone responsabili, valutazioni giuridiche sulle prospettive e implicazioni. Ma considerate le ultime azioni e prese di posizione di Testolin, se un dubbio c’era, ora è venuto meno”.
“C’erano dubbi giuridici, ma non politici, per l’atteggiamento irresponsabile del presidente che va oltre il limite del rispetto istituzionale – aggiunge –. La colpa di questa situazione di incertezza ha un nome e cognome: Renzo Testolin. Se vuole forzare le norme, se ne assumerà le conseguenze anche dal punto di vista patrimoniale”.
Mercoledì il Comitato tornerà a riunirsi per contare le firme raccolte per il referendum confermativo sulle tre preferenze. “Noi abbiamo centrato il nostro obiettivo – chiarisce Zucchi –. In quell’occasione si vedrà se tutti avranno portato a termine l’obiettivo assegnato”.
Anche Rete Civica conferma il superamento della quota assegnata. Più incerta la posizione della Lega VdA: “Le stiamo ancora raccogliendo, ma siamo a buonissimo punto. Abbiamo ancora una settimana”, spiega Marialice Boldi, segretaria della Lega Vda. “Andremo sicuramente a chiedere il referendum, anche se qui tutto è estremamente nebuloso, visto che non danno risposte esaustive su queste elezioni. Mi sembra tutto pasticciato. Poche idee, ma confuse”.
In Consiglio regionale la minoranza ha chiesto ieri l’inversione dell’ordine del giorno per discutere una mozione che impegnava il presidente della I Commissione, Erik Lavevaz, a convocare entro una settimana un’audizione con il presidente della Regione per fare chiarezza su data, decreto e contenuto della convocazione dei comizi elettorali. L’opposizione sperava di ottenere già ieri qualche risposta da Testolin, ma la richiesta è stata respinta.
Questa mattina, Lavevaz ha informato i commissari che Testolin non potrà essere audito il 29 maggio per un impegno già assunto. La nuova convocazione sarà definita nella stessa giornata del 29 maggio, ma difficilmente avverrà prima del deposito della richiesta di referendum, considerato il ponte del 2 giugno.
E tra i tanti dubbi del momento, c’è anche quello che le risposte arriveranno soltanto una volta che vi sarà certezza del deposito delle firme e della richiesta di referendum.
Referendum confermativo verso il traguardo. A giorni la decisione sulla consegna delle firme
18 maggio 2025
“Il referendum si farà. Questo è un dato certo“. Si avvia alla conclusione la raccolta firme promossa dal Comitato referendario (Cre) con il contributo di Rete Civica, Europa Verde, Potere al Popolo, Fratelli d’Italia VdA e Lega Vda.
“Mercoledì abbiamo una riunione per fare il punto della situazione – spiega Gabriella Poliani del Cre – Siamo in una buona posizione, la parte della sinistra ha completato la raccolta firme e anche Fratelli d’Italia. Con la fine di maggio penso che le consegneremo agli uffici del Consiglio regionale, anche perché abbiamo già iniziato a chiedere i certificati elettorali, lavoro che con il confermativo spetta a noi”.
Per il deposito ufficiale, che dovrà avvenire entro il 3 giugno, serviranno almeno 2.117 firme da presentare in piazza Deffeyes.
Se la consultazione referendaria appare ormai certa, resta però molta incertezza sulle regole che disciplineranno le prossime elezioni regionali.
Proprio per questo, la minoranza ha depositato una mozione all’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale del 21 e 22 maggio, con la quale chiede che il presidente della I Commissione convochi, entro una settimana, un’audizione con il Presidente della Regione. Obiettivo: fare chiarezza sulle valutazioni in corso relative alla data delle elezioni, al decreto di convocazione dei comizi elettorali e al contenuto dello stesso decreto.
La mozione evidenzia come, da parte dei movimenti politici, sia già iniziata la ricerca delle candidature “pur in presenza di elementi di incertezza su vari aspetti”. Da qui la richiesta: “Serve chiarezza sulla data delle elezioni, sulle modalità con cui si svolgeranno e sulle ipotesi attualmente al vaglio”.
Legge elettorale, è caos: ancora incerto il quadro normativo per le regionali 2025
7 maggio 2025
Mentre si costruiscono alleanze e si cercano candidati, i movimenti si scontrano con una ricorrente domanda: con che legge si andrà a votare alle prossime regionali?
Il nodo non è ancora sciolto e sul campo sembrano ancora rimanere due diverse opinioni: quella degli uffici del Consiglio regionale che a gennaio avevano messo in guardia gli eletti sui tempi – poi scaduti – di approvazione della riforma e quella degli uffici della presidenza della Regione, cristallizzata in una lettera inviata nelle scorse settimane al Comitato referendario (Cre).
Il 18 aprile scorso rispondendo alla richiesta di chiarimenti da parte del Cre, Testolin precisava che qualora il referendum venisse indetto, raggiungesse il numero di firme previsto e l’esito confermasse la nuova legge approvata dal Consiglio, questa – una volta entrata in vigore – prevarrebbe come norma primaria. Anche se già adottato un decreto per l’indizione delle elezioni, eventuali modifiche legislative successive rimarrebbero quindi valide e applicabili.
Una lettura contestata dal Comitato e ritenuta lesiva del diritto dell’elettorato. A criticare oggi la nota del Presidente sono anche i gruppi di minoranza che hanno invitato (a firma Manfrin, Lucianaz e Marquis) una lettera al Presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin chiedendo un nuovo parere agli uffici sulla questione.
“Tempo fa, il Segretario generale del Consiglio ci aveva informati che per consentire l’eventuale referendum, la legge elettorale andava approvata entro dicembre 2024 – ricorda il capogruppo della Lega Andrea Manfrin (Nda il Carroccio si è unito da qualche giorno alla raccolta firme per il referendum) –. Oggi il Presidente della Regione sostiene che i tempi dipendano dai contenuti della legge: un’assurdità giuridica.”
A esprimere preoccupazione è anche il collega di gruppo Paolo Sammaritani, che individua tre criticità: l’approvazione tardiva della riforma, il voto ottenuto con soli 19 favorevoli, e il rischio di incostituzionalità per la mancata previsione della doppia preferenza di genere. Sammaritani auspica inoltre che “il referendum si tenga contestualmente alle elezioni regionali, così da scongiurare l’applicazione di una legge che pende come una spada di Damocle sulla nostra Regione, con il rischio di causare gravi danni erariali, politici e d’immagine”.
Duro anche l’intervento del capogruppo di Forza Italia Pierluigi Marquis: “A quattro mesi dalle elezioni, non conosciamo ancora le regole. Se ci sono pareri legali, devono essere resi pubblici. Se non ci sono, è urgente richiederli.”
La consigliera di Pcp Chiara Minelli parla di “vero e proprio pasticcio”, sottolineando come la riforma sia stata approvata oltre i limiti temporali previsti dalla legge per le norme statutarie. «Il Presidente ha ignorato il parere degli uffici e ha agito con arroganza istituzionale.”
Intanto, il Presidente del Consiglio Alberto Bertin ha risposto che fornirà chiarimenti nei prossimi giorni, ricordando che però come il procedimento elettorale è di competenza della Presidenza della Regione.
Referendum sulla legge elettorale, il comitato promotore: “La Regione faccia chiarezza”
9 aprile 2025
Mentre è stata superata quota mille firme raccolte, il Comitato promotore per il referendum confermativo sulla nuova legge elettorale regionale chiede maggiore chiarezza da parte della Giunta.
“Spiace constatare che da parte del Governo regionale non ci sia una parola chiara rispetto agli effetti del procedimento referendario sulle modalità di svolgimento delle elezioni regionali programmate per il 28 settembre 2025. È un elemento di confusione inaccettabile, determinato dall’irresponsabile ritardo con cui la nuova legge è stata approvata dal Consiglio regionale” scrive in una nota il Comitato per la riforma elettorale (Cre).
Il gruppo ha inviato una lettera al presidente della Regione chiedendo di confermare che “le elezioni regionali si svolgeranno sulla base dell’attuale normativa, come necessariamente evidenzierà il Decreto presidenziale”.
Sulla data del referendum, il Cre invita a chiarire fin d’ora che si terrà in concomitanza con le elezioni regionali e comunali, il 28 settembre. “È del tutto evidente l’opportunità di chiarire che si andrà verso un election day con un triplice voto: regionali, comunali e referendum. Occorre assolutamente evitare duplicazioni di date, che determinerebbero una minore partecipazione degli elettori e costi organizzativi maggiori”.
Entro il 3 giugno dovranno essere raccolte e depositate almeno 2.117 firme, come previsto dalla disciplina regionale sui referendum.
Con che legge si andrà a votare per le regionali? Testolin: “Approfondimenti in corso”
28 marzo
Preferenza unica o tre preferenze, di cui una di genere? A pochi mesi dal voto, la questione sulle regole della prossima tornata elettorale regionale resta ancora senza risposta definitiva. Mentre Rete Civica è certa che si voterà con la vecchia legge elettorale, da Palazzo regionale trapelano voci secondo cui i tempi ci sarebbero per applicare le modifiche recentemente approvate.
A chiedere chiarezza sulle “regole del gioco” è stato ieri il gruppo di Forza Italia, attraverso un question time. “C’è una responsabilità politica da parte di questa maggioranza – ha accusato il capogruppo Pierluigi Marquis – che ha creato una situazione di incertezza evitabile con maggiore diligenza”. La riforma elettorale, presente nei programmi di tutte le forze politiche, è stata a lungo rimandata e in extremis sono state approvate soltanto due modifiche: il ritorno alle tre preferenze, una delle quali di genere.
Il voto, espresso dalla sola maggioranza, ha aperto la strada alla possibilità di un referendum confermativo. A raccogliere la sfida sono alcuni partiti del centrodestra (Lega e Fratelli d’Italia VdA), Rete Civica, Potere al Popolo ed Europa Verde. La raccolta firme è già partita: entro il 3 giugno dovranno essere depositate almeno 2.117 sottoscrizioni.
Il Presidente della Regione Renzo Testolin, rispondendo in aula, non ha sciolto i dubbi: “La questione riguardante le regole da applicare alle prossime elezioni regionali, che nulla ha di surreale, ed è ben nota ed attenzionata, è oggetto di un puntuale approfondimento da parte delle strutture competenti dell’amministrazione, anche in relazione al fatto che ci troviamo di fronte ad una situazione nuova, che non si era verificata prima, con una serie di aspetti, di cui tenere conto” ha risposto in aula. “Fornire delle indicazioni affrettate, in assenza di opportuni approfondimenti non costituirebbe un atteggiamento responsabile e potrebbe sì creare confusione. Si sta lavorando per arrivare in tempi congrui a fornire le indicazioni utili al chiarimento della questione, alla luce della disanima in corso”.
Una posizione che non ha convinto l’opposizione: “Questi approfondimenti andavano fatti prima”, ha replicato Marquis.
Forza Italia: “Libertà di voto sul referendum”
20 marzo 2025 di Martina Praz
“Se ci sarà un referendum, come Forza Italia, lasceremo assoluta libertà di voto e di scelta visto che riguarderà soltanto la questione di una o tre preferenze”. A dirlo è Emily Rini, segretaria regionale di Forza Italia. Il partito non parteciperà alla raccolta delle firme per il referendum confermativo sulla riforma della legge elettorale, recentemente votata in Consiglio Valle, che ha alzato da una a tre il numero delle preferenze.
“Noi abbiamo altre priorità rispetto alle preferenze – spiega Rini -. Preferiamo andare sul territorio, in mezzo alla gente, con i nostri gazebo a parlare di sanità, di liste di attesa, di trasporti, dei treni e di tanti altri temi piuttosto che imbarcarci nell’avventura del referendum per fare un braccio di forza con una maggioranza che ha già perso” perché “ha creato questa situazione di confusione aspettando l’ultimo minuto per votare una riforma elettorale che è un taccone peggio del buco, visto che che è stata modificata soltanto la questione delle preferenze. Non riteniamo neanche corretto portare alle urne la popolazione a un mese e mezzo dalle elezioni regionali e aprire un dibattito così forte soltanto su questo tema”. E prosegue: “Noi abbiamo depositato una riforma organica e seria che desse stabilità alla nostra regione proponendo l’elezione diretta del presidente della Regione, come avviene nelle altre regioni italiane. Abbiamo previsto addirittura cinque preferenze perché siamo convinti che sia giusto dare una possibilità di scelta maggiore anche nei confronti dei volti nuovi, giovani e meno giovani, delle donne e di chi si approvai per la prima volta alle elezioni”.
Per la segretaria regionale del partito, “non è possibile arrivare a ridosso delle elezioni senza conoscere le regole. Noi siamo pronti con la nostra lista che unisce l’esperienza e tante nuove leve. Io non sarò candidata perché crediamo fortemente nel ricambio e come primo atto della nuova legislatura chiederemo ai nostri eletti di presentare la nostra proposta di legge”.
Tre preferenze nel mirino: al via la raccolta firme per il referendum confermativo
di Silvia Savoye – 19 marzo 2025

“L’ultima data possibile per votare per le elezioni regionali è il 28 settembre” ricorda Elio Riccarand “Non c’è nessuna possibilità che i comizi vengano indetti prima dello svolgimento del referendum confermativo e quindi si andrà a votare sulla base della vecchia legge“. Come già nel 2020 si voterà con la preferenza unica, ma i cittadini valdostani saranno chiamati comunque – se i promotori del referendum riusciranno entro il 3 giugno a raccogliere le firme – a confermare o meno le recenti modifiche approvate in Consiglio Valle, con i soli voti della maggioranza: le tre preferenze di cui una di genere. Un voto che non avrà di per se alcun valore. Non solo perché non esistono i tempi tecnici per dar corso alle modifiche alla legge elettorale o attuazione all’esito del referendum, ma anche perché Rete Civica, ma anche Fratelli d’Italia e Lega, si dicono pronti in caso di vittoria delle elezioni a metter in atto una riforma ben più ampia.
I banchetti per la raccolta firme promossi da Rete civica, Europa Verde e Potere al Popolo inizieranno venerdì 21 marzo in via Aubert ad Aosta dalle 17 alle 19, per proseguire sabato 22 marzo in piazza delle Franchises (15-19), il 28 marzo (17-19) alla Porta Praetoria e il 29 marzo nuovamente in piazza delle Franchises (15-19).
“Il referendum non lo possono fermare, nemmeno i più illustri giuristi potranno impedirci di esprimere la nostra opinione”, afferma Gabriella Poliani del Comitato referendario. “In questi quattro anni sono state presentate numerose proposte di modifica, con visioni diverse. Ma la politica non è riuscita a trovare un punto di sintesi. La montagna ha partorito un topolino, che non risolve nulla. Non possiamo rassegnarci al ‘meglio che niente’”.
Loredana De Rosà definisce l’iniziativa “un voto libero e consapevole, non inquinato dalle dinamiche di potere”, evidenziando come “le tre preferenze possano invece agevolare meccanismi di controllo del voto, anche con lo spoglio centralizzato in otto poli”.
Per Elio Riccarand, la battaglia è prima di tutto culturale: “Le tre preferenze sono un’anomalia tutta valdostana. Non esistono in nessuna altra regione italiana né nei principali Paesi europei”.
Anche Eugenio Torrione critica le modifiche approvate dal Consiglio: “Sono una presa in giro, spacciata come misura per favorire la presenza femminile. Il nostro ‘no’ vuole impedire che questa legge entri in vigore”.
Al via la raccolta delle 2.117 firme per chiedere il referendum confermativo sulla legge elettorale
17 marzo 2025
Il Comitato promotore del referendum confermativo dà il via alla raccolta firme. A partire da metà settimana verranno attivati i primi punti informativi e per la raccolta
pubblica delle firme, spiega una nota. Nei giorni scorsi Walter Musso, Gabriella Poliani e Flavia Giulia Varetti, in qualità di promotori dell’iniziativa referendaria, hanno espletato le procedure per la raccolta delle firme degli elettori necessarie per attivare la richiesta di referendum.
Serviranno almeno 2.117 firme autenticate e certificate per poter richiedere il referendum. Una volta raccolte e consegnate il Presidente della Regione dovrà indire il referendum.
“Sarà una consultazione popolare per cui non c’è un quorum di partecipazione, e l’esito sarà comunque valido qualunque sia l’affluenza ai seggi, chi va a votare decide” spiega ancora la nota. “Sarà la prima volta che in Valle d’Aosta si svolgerà un referendum confermativo, una importante occasione di partecipazione democratica”.
Il comitato ricorda come “per anni non si fatto nulla di serio. Si è perso tanto tempo e poi, all’ultimo momento, ormai fuori tempo massimo, è stata votata una modifica da una esigua maggioranza, 19 consiglieri su 35, una “Leggina” che non risolve nessuno dei principali problemi del sistema elettorale regionale.”
Progetto civico progressista si divide anche sul referendum confermativo
6 marzo 2025
Vicine di banco, ma sempre più lontane. Dopo il voto disgiunto in occasione dell’esame della propria proposta di legge, cresce la distanza fra Chiara Minelli e Erika Guichardaz. Le due consigliere regionali di Progetto Civico Progressista si dividono anche sul referendum confermativo. Se questa mattina Rete Civica e Europa Verde si dicevano pronti a sostenere la richiesta di referendum, che potrebbe essere chiesta dai consiglieri della Lega Vda e appoggiata da Fratelli d’Italia, di parere opposto è Valle d’Aosta Aperta.
Rete Civica e Europa Verde: Con le tre preferenze si torna indietro
“Chiara Minelli ha espresso un voto contrario in Regione, e in coerenza con questo voto Rete Civica ed Europa Verde si impegneranno nella raccolta di firme e in tutte le iniziative opportune per sostenere la richiesta di referendum confermativo” l’annuncio dei due movimenti.
Rete Civica ed Europa Verde ricordano come le modifiche approvate “affannosamente da 19 consiglieri regionali” non rappresentano una riforma del sistema elettorale, “ma un intervento limitato, settoriale e maldestro dopo che, da oltre dieci anni, tutti affermano che occorre una vera riforma per dare stabilità al sistema di governo regionale”.
Il movimento contesta, quindi, il ritorno alle tre preferenze, definito “un passo indietro rispetto alla scelta di pulizia e contro le cordate fatta nel 2019”, ma anche l’introduzione della preferenza di genere, che “non garantisce neppure un sostanziale equilibrio di genere nel voto, perché solo nel caso in cui si scelga di votare tre candidati uno deve essere di genere diverso: se ad esempio si votano due uomini il voto è valido”.
Infine Rete Civica e Europa Verde evidenziano come “il referendum confermativo è uno strumento previsto dallo Statuto Speciale per la Valle d’Aosta per raccogliere il parere dei cittadini sulle leggi “statutarie”, che riguardano cioè il sistema elettorale e la forma di governo della Regione. È uno strumento di partecipazione molto importante che, purtroppo, pur essendo disciplinato con legge fin dal 2002, non è mai stato utilizzato”.
Nessun quorum è previsto per il referendum, chi a votare decide. “Il momento è venuto per dare la possibilità a tutti gli elettori valdostani di informarsi sui contenuti di una legge che riguarda il sistema elettorale regionale, valutare se è quello che serve alla nostra comunità e decidere con il proprio voto se confermarla o meno”.
Vda Aperta: Questo sistema non si sconfigge con la stessa arroganza
La posizione Rete Civica e dei Verdi viene definita “vergognosa” a stretto giro da Vda Aperta, movimento rappresentato dall’altra anima di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz.
“Ora si vedrà se questo sostegno avverrà raccogliendo le firme in solitaria o con l’estrema destra o se la Consigliera Minelli firmerà con i leghisti” scrive in una nota Vda Aperta, contestando la preferenza unica, definita “la mortificazione della democrazia” e utile “solo a rafforzare il potere, già fuori controllo, dei Consiglieri regionali in carica”.
Parole che non corrispondono però ad una promozione delle modifiche approvate dalla maggioranza. “Le tre preferenze sono un timido e insufficiente passo in avanti verso la parità di genere, ma è una proposta comunque migliore dell’attuale sistema. Svilire uno strumento di partecipazione molto importante per chiedere ai valdostani se vogliono le tre preferenze di cui una di genere o il ritorno alla preferenza unica è pericoloso”.
Ancora più tranchant la chiusura della nota: “L’Union e il PD hanno dimostrato ancora una volta di non saper governare, portando al voto l’ennesima legge con arroganza e mancanza di confronto, ma questo sistema non si sconfigge con la medesima arroganza, ma solo attraverso il confronto democratico”.
Referendum sulle tre preferenze: la palla in mano al centrodestra

4 marzo 2025
Come si voterà in autunno – con tre preferenze o con la preferenza unica – sarà il centrodestra a deciderlo. Spetta a loro scegliere se chiedere un referendum confermativo, come annunciato, raccogliendo 2117 firme tra gli elettori valdostani oppure facendo sottoscrivere la richiesta da sette consiglieri regionali.
L’avvio dell’iter referendario bloccherebbe la promulgazione della legge approvata dalla maggioranza con 19 voti favorevoli, rendendo quasi certo il ritorno alla preferenza unica.
Lega a favore del referendum: “Legge approvata senza confronto”
“Noi siamo disponibili a mettere le nostre firme come consiglieri per il referendum”, afferma Marialice Boldi, segretaria della Lega VdA. “Non perché siamo contrari alle tre preferenze, ma non ci piace questa legge. Non ci piace come è stata approvata, senza una vera discussione con l’opposizione e senza prendere seriamente in esame le altre proposte depositate.”
Boldi critica anche l’introduzione della preferenza di genere, ritenendola una misura che non valorizza realmente le donne: “Non accetto di essere considerata inferiore e di dover avere una protezione speciale. Le donne in gamba meritano di dirigere le industrie, i Cda e di essere una parte essenziale della nostra amministrazione.”
La Lega definisce la legge approvata una “riformicchia riduttiva” e ribadisce che il centrodestra aveva proposto una riforma più ampia, pensata per garantire stabilità di governo e impedire ribaltoni in Regione.
“Il referendum viene fatto per contrastare questa legge. Se andremo al governo, metteremo mano alla legge elettorale, ma non dopo quattro anni e mezzo. Ci impegniamo ad ascoltare tutti e a fare una vera riforma.”
Una riunione tra gli alleati per la decisione finale sulla richiesta del referendum è attesa non prima della prossima settimana. “Può darsi che ci saranno dei distinguo, vedremo. Non c’è una vera urgenza, abbiamo tre mesi.”
Forza Italia: “Mortificante ridurre la discussione fra 3 o 1 preferenza”
Emily Rini, coordinatrice di Forza Italia Valle d’Aosta, ribadisce la propria posizione a favore dell’elezione diretta del presidente della Regione.
“Avrei voluto un confronto reale sui vari aspetti per arrivare a una riforma vera e utile per la nostra regione. Così bisognava fare, dimostrando di essere forze politiche mature. Ora, se tutto si riduce alla discussione tra tre o una preferenza, la questione diventa mortificante per la politica tutta.”
La proposta del centrodestra prevedeva le cinque preferenze. “Non siamo certo noi a volere la preferenza unica, che limita eccessivamente la scelta dell’elettore e penalizza i volti nuovi, i giovani e le donne. Ricordiamo che la preferenza unica la volle la sinistra, in particolare il presidente Bertin, che ne è sempre stato un fermo sostenitore.”
Sul referendum, Rini lascia aperta la porta a ulteriori valutazioni: “Ci riserviamo di fare tutte le valutazioni con serietà e pragmatismo, perché le scelte politiche non devono avere ripercussioni negative sui cittadini.”
Fratelli d’Italia: “Gli impegni vanno rispettati”
Fratelli d’Italia – che non ha consiglieri in Regione – chiede chiarezza, con il suo coordinatore regionale Alberto Zucchi: “Non siamo abituati a fare i conti in casa d’altri. Se Forza Italia dovesse esprimere una posizione diversa, lo vedremo nella riunione che faremo. La nostra posizione resta coerente: mantenere gli impegni presi.”
Zucchi propone di affiancare alla richiesta dei consiglieri anche la raccolta firme tra i cittadini, per dare più forza alla contestazione della legge e spiegare le motivazioni del referendum.
“Ci aspettiamo che i nove consiglieri mantengano la parola data. La nostra proposta puntava a garantire stabilità di governo e a dare un’indicazione chiara sul presidente della Regione. Anche sul numero delle preferenze avevamo proposto un modello più ampio, per evitare la riorganizzazione delle cordate, che ci fanno tornare indietro nel tempo.”
Secondo Zucchi, eventuali posizioni diverse tra gli alleati non spaccano il centrodestra: “Cambiare idea è lecito, aspettiamo di conoscere le loro valutazioni.”
Fratelli d’Italia si dice comunque pronto alla raccolta firme: “Siamo fiduciosi di riuscirci, magari anche con il sostegno di altri.”
Referendum sulle tre preferenze: scattano i tre mesi per la richiesta
Con la pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione di oggi, martedì 4 marzo, del disegno di legge che reintroduce le tre preferenze, di cui una di genere, scattano i tre mesi per la richiesta di referendum. Come specificato nella comunicazione del Presidente della Regione Renzo Testolin, pubblicata sempre oggi, per chiamare i valdostani ad esprimersi serviranno 7 consiglieri – numero già a disposizione del centrodestra, che ne conta nove – oppure un cinquantesimo degli elettori aventi diritto al voto pari a 2.117.

Se il referendum venisse richiesto, le modifiche alla legge elettorale non verrebbero promulgate, in attesa del pronunciamento degli elettori. I tempi della procedura potrebbero far sì che la consultazione si tenga dopo le elezioni regionali, appuntamento che vedrebbe i valdostani tornare a votare con la preferenza unica.
Che cos’è il referendum confermativo?
Il referendum confermativo in Valle d’Aosta è uno strumento previsto dallo Statuto speciale e regolato da una legge regionale. Si applica alle leggi approvate dal Consiglio regionale, ma solo in alcuni casi specifici e con procedure ben definite.
Quando si può richiedere il referendum?
Il referendum confermativo può essere richiesto solo per leggi approvate dal Consiglio regionale con la maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi. Se la legge viene approvata con almeno due terzi dei voti, la soglia per richiedere il referendum è più alta.
Il referendum può essere richiesto da un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei consiglieri regionali, se la legge è stata approvata con la maggioranza assoluta.
La richiesta deve essere presentata entro tre mesi dalla pubblicazione della legge sul Bollettino ufficiale della Regione.
L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verifica la validità delle firme entro dieci giorni dal deposito della richiesta. Se la richiesta è valida, il Presidente della Regione deve indire il referendum entro 30 giorni dalla comunicazione della validità.
La data del referendum viene fissata in una domenica compresa tra il 60º e il 90º giorno successivo alla pubblicazione del decreto di indizione sul Bollettino ufficiale della Regione.
Il referendum si svolge con voto diretto, libero e segreto. I seggi sono aperti dalle 7 alle 22 della domenica stabilita. Lo scrutinio dei voti avviene il giorno successivo.
Cosa è riportato sulla scheda elettorale?
La scheda elettorale contiene il quesito referendario, che segue la seguente formula:
“Approvate la legge regionale di cui all’articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale, recante ‘(titolo della legge)’, approvata dal Consiglio regionale nella seduta del…, con la maggioranza assoluta (o con la maggioranza dei due terzi) dei suoi componenti e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione numero …, in data …?”
Gli elettori si esprimono con un Sì o un No sulla legge regionale approvata dal Consiglio. Se prevalgono i voti favorevoli, la legge viene confermata e promulgata. Se invece i voti contrari sono superiori o uguali ai favorevoli, la legge decade e non entra in vigore.
7 risposte
Ma perche non è previsto il quorum ? Il quorum è uno degli ultimi strumenti di democrazia rimasti.
Il 10 agosto chi va a votare ? Dai su. Tutto cio non ha gia di partenza alcun senso, messa cosi ne ha ancora di meno.
In una situazione simile sarebbe stato corretto concertare con le minoranze una data condivisa. E’ dovere della maggioranza ascoltare le ragioni della minoranza per condividere una data, dato l’argomento di rilevanza istituzionale e, anzi, statutaria…!
Ma forse “Gna a fa o nun gna a fa?
….perchè la preferenza unica non va bene alla “Locale”.
Una volta a sinistra girava la battuta: “Metti insieme due comunisti e faranno tre partiti”, cambiano sigle ed etichette ma…
I referendum Nazionali si terranno entro giugno, se i 30 giorni fossero trascorsi non si potrebbe aggiungere questo agli altri così da evitare ulteriori costi per un’ altra data?
Non capisco perché non possa andare bene la preferenza unica che è, fra l’altro, l’unico modo per evitare i giochetti politici ed è l’unica versione di voto libero e senza paletti di genere possibile. Un voto per la persona che ognuno, in piena coscienza, ritiene migliore: mi sembra perfetto.
Un perfetto esempio dell’immobilismo politico e dello sperpero di denaro pubblico.
Chi aveva il dovere di legiferare ha agito quasi costretto dalle circostanze e partorito il topolino, giusto per dare un segnale di vita, chi doveva opporsi offre il fianco affinchè il tutto si trasformi in una inutile perdita di tempo e di stipendi buttati nel cesso.
Complimenti vivissimi a tutti.