L'ineleggibilità del consigliere regionale Luciano Caveri sarebbe legata alla presidenza dell'Associazione Forte di Bard e del Consiglio di Amministrazione dell'Università della Valle d'Aosta, per Albert Lanièce, invece, alla presidenza della Fondazione Istituto musicale. I ricorsi presentati da Paolo Louvin, già segretario di Vda Vive, si appoggiano alla discussa legge regionale in materia, secondo la quale si prevede l'ineleggibilità di coloro che si trovano ai vertici di enti il cui ultimo bilancio sia stato superiore a 500.000 euro. Caveri e Lanièce, per il ricorrente, avrebbero dunque dovuto cessare gli incarichi in questione sei mesi prima del giorno delle elezioni regionali.
E’ stata dunque la volta del ricorso nei confronti di Zucchi, presentato da Gianni Coda, brooker valdostano, per il quale l’ineleggibilità del consigliere sarebbe motivata dall’ l'incompatibilità dello stesso che svolge attività di brokeraggio e che gestisce il pacchetto assicurativo della CVA SpA, controllata da Finaosta, partecipata direttamente dalla Regione. Ad intervenire lo stesso Zucchi, che ha ripercorso il quadro della vicenda, la sua posizione e, senza mezzi termini, ha rispedito al mittente le accuse “Il ricorrente – ha detto Zucchi – ottiene lavori “sic et sempliciter” con un colpo di telefono. Io vinco appalti europei partecipando correttamente e con trasparenza alle gare. Lo stesso Coda è rappresentante di una società controllata da Finaosta oltre ad essere nel CdA della stessa Finaosta”. Il ricorso presentato dal Gianni Coda è stato respinto con 25 voti contrari (gruppi di maggioranza e Pdl) e otto astenuti (Pd, Vda Vive-Rv).