Riforma costituzionale, a sorpresa Uvp si schiera per il NO

La decisione ieri sera durante il Conseil des Communautés, riunito a Jovençan.
Laurent Viérin e Luigi Berstchy
Politica

Non c’è solo il Defr ad agitare le acque in seno alla maggioranza regionale. Una piccola scossa di terremoto, partita ieri sera da Jovençan, potrebbe infatti creare una frattura più profonda. Il Conseil des Communautés ha deciso, secondo le prime indiscrezioni, di schierarsi per il No al Referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

Una posizione che rischia di fatto di isolare il gruppo, entrato a far parte della maggioranza regionale nel giugno scorso. Ad oggi infatti oltre al Pd, per il Sì si è schierata la Stella Alpina mentre l’Uv sta proseguendo il suo percorso di approfondimento con il territorio. Ieri sera chi ha preso parte alla serata al Villair di Quart, dopo aver ascoltato le parole del Presidente della Regione, Augusto Rollandin e del Presidente Uv, Ennio Pastoret, è uscito però con la sensazione che alla fine prevarrà il Sì anche fra gli unionisti. 

Le motivazioni
In un documento approvato ieri sera l'Uvp spiega che "anche se al momento questo riforma non coinvolge la Valle, applicandosi solo a seguito della revisione dello Statuto, non si può ignorare il contesto nel quale si inserisce e che rappresenterà i limiti della nostra futura azione". 

Il movimento ribadisce la sua visione federalista che la riforma abbandona a favore di una centralizzazione dei poteri dello Stato ai danni delle regioni. "La nuova distribuzione delle competenze Stato/Regioni con l'introduzione della clausola di supremazia, indebolendo fortemente la forma dello Stato su base regionale, trasforma le regioni in degli organi senza autonomia reale, privi di garanzie che assicurino loro poteri e responsabilità sul piano finanziario e fiscale". Critiche arrivano da Uvp anche sulla composizione del nuovo Senato con senatori non eletti direttamente dai cittadini, "lontano dal rappresentare un vero organo di rappresentatività territoriale". 

La preoccupazione dei progressisti è, quindi, rivolta "alla reale portata del principio dell'intesa" previsto per la revisione dello Statuto. "L'incertezza sulle procedure che regola la sua applicazione, la natura della sua durata oltre che ai margini di azioni per la revisione dello Statuto, tenendo conto della radicale riduzione dell'autonomia delle altre regioni, della clausola della supremazia, rendono questa intesa indefinita nella sua validità e debole nella sua efficacia". 

L'invito, quindi, ai valdostani è di "essere vigili, anche in ragione delle diverse prese di posizione riguardanti la soppressione delle autonomie speciali e la creazione delle macro-regioni".

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