Riforma regionale della scuola, mantenuto l’attuale sistema di reclutamento dei docenti

E’ una delle grandi novità del disegno di legge, presentato questa mattina dall’Assessore regionale all’Istruzione, Emily Rini e dal Presidente della Regione, Augusto Rollandin, che recepisce e adatta la norma nazionale.
Emily Rini e Fabrizio Gentile
Politica

I dirigenti sceriffi non ci saranno in Valle d’Aosta, o almeno non avranno tutti quei poteri attribuiti loro a livello nazionale. La riforma della Buona scuola in salsa locale ha accolto alcune rimostranze emerse in questi mesi a livello nazionale e locale. Il sistema attuale di reclutamento dei docenti verrà mantenuto e nella nostra regione non ci saranno le chiamate dirette discrezionali da parte dei dirigenti scolastici. E’ una delle grandi novità del disegno di legge, presentato questa mattina dall’Assessore regionale all’Istruzione, Emily Rini e dal Presidente della Regione, Augusto Rollandin, che recepisce e adatta la norma nazionale.
“Per noi la buona scuola è la nostra scuola, da lì abbiamo voluto partire per intraprendere questo percorso che deve guardare al futuro” ha detto Rini. “Quando è arrivata la legge 107 ci siamo subito allarmati perché se fosse entrata in vigore tout court sarebbe stato impattante per il nostro territorio” ha aggiunto. “Con il sistema proposto – si accoda Rollandin – possiamo dire di aver depotenziato i referendum nazionali”.

I 28 articoli del disegno di legge, che dovrà ora passare all’esame della competente commissione e in Consiglio regionale per la sua approvazione definitiva, introducono i piani per l’offerta formativa triennali e non più annuali “per garantire stabilità e programmazione”, la valutazione del sistema scolastico, già avviato nell’ultimo anno scolastico. Toccherà in particolare al Sovrintendente agli studi valutare i dirigenti scolastici con tanto di premio di risultato mentre per il personale a tempo indeterminato sarà il dirigente dell’istituzione a assegnare ai docenti una somma del fondo per la valorizzazione del merito che il provvedimento istituisce.

La formazione degli insegnanti torna poi a essere obbligatoria con la previsione di uno stanziamento annuale di 300mila euro.
Per quanto riguarda l’organico regionale, la riforma prevede l’aumento di 36 cattedre sulle superiori per il potenziamento dell’offerta formativa linguistica, scientifica e informatica mentre sulle scuole medie, come già annunciato nei mesi scorsi dai sindacati, si perderanno dei posti per la riduzione del numero di ore di tecnologia. Qui i moduli di lezione frontale passeranno da 14 a 16 rispetto ai 18 previsti a livello nazionale “per continuare a garantire le attività extra-curriculari”.

La riforma valdostana che entrerà in vigore nel 2017/2018 e che include anche le scuole dell’infanzia, stanzia 6,7 milioni di euro per il triennio di cui 1,8 milioni per il 2016, 2,2 per il 2017 e 2,6 per il 2018, a cui si aggiungono 10 milioni di euro reperiti da fondi nazionali.
Infine sulle tanto contestate Adaptations, il cui percorso di approvazione si avvia alla conclusione, la sperimentazione biennale partirà probabilmente già da settembre e interesserà le classi prime delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado.
“Crediamo che sia opportuno usare questi due anni in modo proficuo . –  rassicura Rini. – Ci sarà, quindi, l’elemento della gradualità e il costante monitoraggio”.

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