“Non servono finanziamenti a pioggia, ma stimoli alle assunzioni, alle stabilizzazioni, alla creazione di redazioni strutturate anziché alla nascita di nuove testate in cui la figura dell’editore, quella del direttore e del redattore coincidono in una sola persona, senza la creazione di alcun posto di lavoro”. È l’appello che l’Asva, il sindacato unico e unitario dei giornalisti valdostani, lancia alle forze politiche e ai candidati in corsa alle elezioni regionali e comunali del 28 settembre prossimo.
L’Asva “non è qui a battere cassa, né a chiedere soldi per sé o per il settore editoriale” ma vuole “fornire ai candidati un punto di vista – quello dei giornalisti – nel caso in cui si voglia scegliere una strada virtuosa di sostegno all’editoria“, si legge nella lettera inviata alle forze politiche. Il sindacato parla di un settore in “crisi strutturale” che “dopo tre decenni di difficoltà non ha trovato ancora una nuova strada per garantire condizioni lavorative ed economiche dignitose a chi lavora nel mondo dell’informazione”.
Manca il ricambio generazionale, i compensi per i collaboratori esterni sono irrisori e chi lavora nelle redazioni ha il principale contratto di lavoro non rinnovato da quasi 10 anni e deve fare i conti con l’inflazione che ha eroso il di oltre il 20 per cento il potere d’acquisto degli italiani. A ciò si aggiungono “i continui stati di crisi nelle aziende del settore provocano un’emorragia di giornalisti, che non sono sostituiti da colleghi giovani”, sottolinea l’Asva. Ciò “ci pone davanti a uno snodo fondamentale per il futuro della libertà d’informazione e sul diritto dei cittadini – anche valdostani – a essere informati in maniera equilibrata, trasparente e corretta”.
In Valle d’Aosta, “la situazione sembra più rosea grazie ad alcune iniziative virtuose e a un mercato pubblicitario più vivace, ma le aziende editoriali strutturate si contano sulle dita di una mano, affiancate da molte testate ‘individuali’ – prosegue il sindacato -. In passato, l’amministrazione regionale ha contribuito al mantenimento del settore attraverso forme di aiuto agli editori, alcune delle quali all’epoca fondamentali, ma oggi anacronistiche. Siamo di fronte a un sistema dell’informazione piccolo e fragile, frammentato e poco strutturato e proprio per questo più soggetto a condizionamenti e al rischio di chiusura di testate giornalistiche”.
Ai candidati alle elezioni regionali e comunali, l’Asva propone “un piano di rilancio del sistema informativo locale capace di stimolare nuove idee imprenditoriali” e “accompagnare processi di innovazione”, a partire dalla revisione complessiva della legge regionale sull’editoria. “Le risorse vanno erogate solo e soltanto alle aziende che creano posti di lavoro giornalistico retribuito in modo regolare”, dice il sindacato, facendosi portavoce di “una regolamentazione della pubblicità istituzionale della giunta e del Consiglio regionale, prevedendo che le inserzioni siano commissionate solo a testate con giornalisti assunti con regolari contratti di categoria”.
Tra le richieste, anche l’apertura di un tavolo di lavoro e di confronto tra la Regione, l’Asva-Fnsi e gli editori per l’individuazione di risorse e la definizione di progetti di interesse comune, anche nell’ambito dei fondi nazionali ed europei della politica di sviluppo regionale, per creare concrete opportunità di crescita e innovazione per il settore dell’informazione locale, l’applicazione del nuovo contratto giornalistico per il comparto unico e l’indizione dei concorsi per coprire i posti vacanti. Il sindacato si dice disponibile a “eventuali incontri e confronti con le forze politiche, per raccogliere proposte e idee a sostegno dell’informazione locale, del pluralismo informativo, della crescita democratica locale”.