La commissione Bicamerale per gli Affari Regionali ha bocciato nei giorni scorsi il decreto del governo che taglia i costi della politica per Regioni ed Enti locali. Secondo il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, che ha commentato la notizia ieri durante la conferenza stampa di Giunta, si tratterebbe di “un’apertura da parte dei parlamentari, che finalmente hanno battuto un colpo, dopo essere stati silenti per troppo tempo, sia su quelle che sono norme anticostituzionali, nella logica del controllo preventivo della spesa della Corte dei Conti sugli atti della Giunta, e quindi il blocco di tutta l’attività, sia sul titolo V della Costituzione”.
In realtà, nulla è deciso: quello espresso è un parere alle commissioni Bilancio e Affari costituzionali che esaminano nel merito il provvedimento, ma potrebbe comunque rappresentare un primo passo verso una riscrittura del decreto. “Si è discusso molto su significato di “Regioni virtuose” – ha spiegato Rollandin – ma non c’è ancora un’interpretazione unanime, rispetto a quelle che sono le indennità di funzione, le indennità di carica e gruppi in modo tale da avere un riferimento. Diversa è l’intesa: ci sono diverse regioni che su questo provvedimento non sono d’accordo e noi siamo tra quelle, perché faremo ricorso alla corte costituzionale, come faranno la Sardegna e altre regioni”.
“Non vogliamo escludere qualcuno dalla riduzione dei costi della politica – ha continuato Rollandin – ma è necessario che emerga chiaramente cosa accade in ciascuna Regione. Spesso alla stessa parola corrispondono differenti interpretazioni. Non è immaginabile che un processo di questo genere non possa essere realizzato”.
“L’altro aspetto su cui insistiamo – ha proseguito Rollandin – è che gli emolumenti siano “agganciati” a quelli dei parlamentari, in modo che possa essere fatto un confronto in parallelo”.
Infine, tornando alla riforma del titolo V della Costituzione, Rollandin ha annunciato che probabilmente già la prossima settimana i rappresentanti valdostani saranno auditi della Commissione del Senato dove “potremo dire la nostra sull’assurdità della proposta. Su questo c’è l’unanimità di tutte le Regioni. C’è poi il problema del patto di stabilità, sul quale si rischia seriamente d’incartarsi, con soldi fermi che rischiano di non poter essere utilizzati”.