Il 42% è un miraggio e allora ognuno per la sua strada. Sembra questa la strategia di movimenti e partiti per le prossime elezioni regionali.
La nuova legge elettorale assegna un premio di maggioranza di 21 seggi alla lista singola o al gruppo di liste che supera il 42% dei voti. I risultati delle politiche del 4 marzo hanno però chiarito, a chi ancora aveva dei dubbi, che il traguardo è lontano, se non addirittura impossibile.
Ad uscire per primo allo scoperto è il Galletto. "Il Direttivo di Alpe prende atto che si vota col proporzionale, un’elezione molto diversa dal maggioritario puro delle politiche e con orgoglio Alpe va da sola e vada come deve andare, perché in questo sistema le coalizioni non hanno senso, sono un presa in giro” annuncia il Presidente Alexis Vallet.
“La nostra coalizione non avrebbe potuto comunque arrivare al 42%, bisogna vedere se qualcuno ci riuscirà. Faremo la nostra lista, ci presenteremo e cercheremo di prendere più voti possibili” prosegue Vallet.
Si ferma, quindi, il “progetto del cambiamento” che solo due settimane fa, i referenti politici dei movimenti della lista Marcoz e Trione, assicuravano dal palco di Nus, che sarebbe andato avanti.
"Per Stella Alpina il progetto 'Pour Tous' resta valido, e siamo disposti a parlare con tutti senza preclusione" dice il segretario di Stella Alpina Carlo Marzi.
“Non rinneghiamo niente, neanche le ultime elezioni politiche ma ora servono proposte chiare e i compromessi, eventualmente, vengano dopo le elezioni” la posizione di Vallet.
A gioire questa mattina per l’uscita del Galletto dalla coalizione era Risposta Civica attribuendo lo stesso destino al Pd.
“Loro ci danno già per fuori ma noi non siamo usciti, non abbiamo ancora preso una decisione per le regionali” replica il segretario del Pd Valle d’Aosta, Sara Timpano.
“Inizieremo a parlare con le altre forze politiche e rispondendo a Risposta Civica diciamo che sicuramente non ci tiriamo indietro” .
La tentazione di correre da soli sembra circolare anche in casa Uvp dove il progetto del Rassemblement pare non avere raccolto grandi adesioni. L’uscita, inoltre, delle prime candidature in casa Union ha convinto i progressisti che il "rinnovamento" non passa per Avenue des Maquisard.