In pochi si erano spinti a tanto, almeno nel recente passato. Certo, di separatisti la Valle d’Aosta ne ha contati parecchi nella sua storia. O almeno personaggi che hanno sostenuto strenuamente l’indipendenza culturale se non politica di questo paese intramontano e che a malapena usano o hanno usato l’italiano per non confondersi troppo con i “gentili” provenienti dalla pianura. E nemmeno il presidente Unionista Ego Perron, in questi giorni in cui l’autonomia è fortemente messa in discussione, si è osato tirare fuori dal baule della soffitta l’impolverata bandiera della secessione. “Non accetteremo questa situazione senza far udire la nostra voce” ha detto timidamente dalle colonne del suo giornale, Le Peuple Valdotain.
Chi invece oggi la voce la alza e urla forte contro “Roma tagliona” è l’ex sindaco socialista di Aosta, già consigliere comunale nelle fila di quel partito dal 1985, l’oggi assessore alle Finanze e sempre energico Leonardo La Torre. Ieri all’Ansa ha dichiarato: “Bisogna ricominciare a parlare di indipendenza, cominciare a dire che in Europa possiamo andarci per i fatti nostri e non abbiamo bisogno di un paese come questo che non tiene conto delle sue realta’ piu’ piccole ma anche più serie e concrete’. Roba da far impallidire anche il mitico leader di Arpitania, Joseph Henriet. "Troppe frequentazioni leghiste" butta lì il consigliere Uv Luciano Caveri, sul suo blog, nel tentativo di spiegare il fenomeno.
Una voce nel deserto, quella di La Torre. Ma non è da escludere che tra breve qualcun altro si aggiunga per fare il coro.