“Tutta un’altra Valle”, a Verrès il comizio di apertura di Vda Aperta

VdA Aperta sceglie Verrès per iniziare la sua campagna elettorale e presentare il programma per realizzare “Tutta un’altra Valle!”. Ieri sera, venerdì 5 settembre, al Salone Bonomi.
I candidati e le candidate di Valle d'Aosta Aperta
Politica

Cinque forze politiche, un programma condiviso e un unico simbolo. Quello di Valle d’Aosta Aperta che nel suo logo ridisegna la sagoma di Cime Bianche. La coalizione ha scelto Verrès per iniziare la sua campagna elettorale e presentare il programma per realizzare “Tutta un’altra Valle!”. Ieri sera, venerdì 5 settembre, al Salone Bonomi.

Sono Area Democratica Gauche Autonomiste, Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d’Aosta, Movimento 5 Stelle, Partito della Rifondazione Comunista e Risorgimento Socialista le cinque anime del progetto, iniziato nel 2022.

Chi si candida qua, va in Regione per difendere l’ambiente e l’assalto alla cementificazione delle nostre montagne. Vogliamo una Valle d’Aosta che sia solidale e per tutti” afferma Raimondo Donzel, legale rappresentante del progetto. In lista “persone che hanno già messo alla prova le loro qualità” sia nelle associazioni che nelle istituzioni. “Nessuno si dimentica le battaglie di Daria Pulz in consiglio regionale e nemmeno le dimissioni di Erika Guichardaz dalla (quinta, ndr) commissione”. Dimissioni rassegnate per non tradire programma ed elettori.

Otto sintetiche tematiche, tratte dal ben più ampio programma di Valle d’Aosta Aperta, vengono presentate da altrettanti candidati nel corso della serata.

“Con l’astensionismo sono le forze più deboli a restare escluse”

A rompere il ghiaccio è Daria Pulz, già consigliera regionale dal 2018 al 2020. L’insegnante di storia e filosofia ricorda i valori, “condivisi nel profondo da Valle d’Aosta Aperta”, della Resistenza, dell’Antifascismo e della Costituzione italiana. “La Valle d’Aosta che vogliamo, per la quale ci spendiamo da anni, è inclusiva e antirazzista, sostanzialmente perché è antifascista”.

Di Costituzione parla anche il candidato Francesco Lucat. “Dobbiamo difendere la democrazia nata dalla Resistenza”. Lucat, di Rifondazione comunista, tira in ballo l’astensionismo per dire che oggi “le assemblee elettive rappresentano il due di picche”, non il popolo. E aggiunge “con l’astensionismo sono le forze più deboli a restare escluse”.

Critica poi il sistema elettorale in vigore. “La legge regionale è peggiore della legge truffa del ’53. In Valle d’Aosta chi prende il 42% dei voti ottiene il 60% dei posti in consiglio regionale. Se vogliamo difendere la democrazia, dobbiamo tenere presente questi meccanismi”, che rischiano di “distruggerla”.

Valle d'Aosta Aperta Francesco Lucat
Valle d’Aosta Aperta Francesco Lucat

Sanità: serve “un nuovo ospedale”, non “un rattoppo”.

L’operatrice socio sanitaria, ora in pensione, Patriza Pradelli relaziona sulla sanità. “Non mi sembra che abbiamo una sanità funzionante. Alcuni reparti dell’ospedale Parini sono stati esternalizzati. Questo è un brutto segnale” dichiara Pradelli, già consigliera comunale di Aosta dal 2015 al 2020. La candidata non tralascia il problema delle lunghe liste di attesa: “deve essere data alle persone la possibilità di curarsi, non di pagare per curarsi”. E, ancora, “penso a un nuovo ospedale perché quello che stanno facendo è un rattoppo”.

“Una scuola inclusiva è un grande investimento per il futuro”

Di scuola parla invece l’educatrice di sostegno Simona Rossi. Oltre al problema della dispersione scolastica, “nella scuola i disagi continuano ad aumentare. Meno palestre, meno laboratori, meno attività. Abbiamo sempre meno una programmazione reale volta all’inclusività”.

Per Valle d’Aosta Aperta “una scuola inclusiva è un grande investimento per il futuro”. “Chiediamo un nuovo contratto per gli operatori di sostegno, che valorizzi questa figura professionale e che aiuti maggiormente le famiglie”. La candidata insiste sull’importanza di continuare a lavorare ed essere un punto di riferimento per le famiglie, anche in estate.

Legato alla scuola è il tema del lavoro. Lo affronta il candidato Guido Aiazzi, vice ispettore di polizia locale ad Aosta. “Nulla o poco è stato fatto dal consiglio regionale per lavoro e lavoratori”, colpevole – secondo Aiazzi – di aver “peggiorato le condizioni di molti lavoratori, esternalizzando i servizi,” e di non aver “portato a termine la riforma dei vigili del fuoco e del corpo forestale”.

E l’apertura della campagna elettorale non poteva che essere a Verrès, “comune simbolo per i diritti dei lavoratori”. “Il giorno della Festa del lavoro Verrès incarna valori che costituiscono il progetto di Valle d’Aosta Aperta: lavoro dignitoso, antifascismo e giustizia sociale”.

Maîtres chez nous non vuol dire essere liberi di trasformare questa regione in una discarica”.

È l’attivista per il clima e i diritti Alex Glarey, tra i promotori di Valle d’Aosta Aperta, a concentrarsi sull’ambiente. Meno rifiuti, più raccolta differenziata. Riuso e riciclo.

“La crisi climatica c’è. E c’è soprattutto per noi. Per i lavoratori, la classe media, i poveri e gli esclusi. L’1% dei ricchi produce una quantità di emissioni pari a quella di un miliardo di persone povere”.

La lotta attraverso il cambiamento, per Valle d’Aosta Aperta, si traduce in “rafforzare il trasporto pubblico locale, avendo anche come obiettivo la gratuità, promuovere un sistema di trasporto delle merci meno inquinante, no al raddoppio del Traforo del Monte Bianco, sostenere l’efficientamento energetico degli immobili pubblici e privati”. E ancora, “valorizzare le energie rinnovabili con buon senso. Il fotovoltaico, ad esempio, va fatto senza andare a sprecare terreno utile e per quel che riguarda l’idroelettrico noi diciamo ça suffit”. Garantisce poi “massimo impegno per le discariche di Chalamy e Pompiod”. E conclude “questa Valle non è nostra. È di tutti. Soprattutto delle nuove generazioni. Maîtres chez nous non vuol dire essere liberi di trasformare questa regione in una discarica”.

La casa: “un diritto e non un lusso”. Ad Aosta 4.500 case non occupate.

La Regione avanza 280 milioni di euro e non abbiamo i soldi per il welfare? Continuiamo a spendere e spandere per grandi impianti e mega ristoranti, ma poi non abbiamo i soldi per il welfare”. Nel suo intervento, l’attuale consigliera regionale di minoranza Erika Guichardaz si concentra sulle politiche sociali. Sono necessari bon de chauffage, reddito di inclusione e sostegno ai caregiver. E poi “bisogna lottare perché la casa sia considerata un diritto e non un lusso”. Guichardaz dà due numeri: “75 mila case non occupate in Valle d’Aosta. 4.500 nella sola città di Aosta”.

L’ottava sintesi, tratta dal programma, è affidata a Elisa Tripodi, che tratta i rapporti tra Stato e Bruxelles. A lei viene riconosciuto, quando sedeva alla Camera dei Deputati, il merito di “aver portato davvero qualcosa di concreto alla Valle d’Aosta. Il finanziamento per la ferrovia”. 110 milioni. A ricordarlo è Raimondo Donzel.

“Questa serata è la prosecuzione di un progetto collettivo. Il naturale approdo di un lavoro fatto nel tempo” spiega l’ex deputata. “È un attacco all’autonomia voler difendere la legge che tutela Cime Bianche? È un attacco all’autonomia difendere la dignità di lavoratori e lavoratrici?”

“Noi non siamo solo combattenti (il riferimento è indirizzato ad AVS, ndr). Siamo dei partigiani” dice Erika Guichardaz. Non può che concludersi con Bella ciao il comizio elettorale di Valle d’Aosta Aperta, presentato e moderato da Donatella Corti (dell’Associazione Libera Valle d’Aosta).

Una risposta

  1. Mi raccomando: il prossimo comizio non alla stessa ora della Nazionale. Altrimenti 💡organizzateVi con maxi-schermo 😉

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