Dopo le dimissioni di Minelli e Guichardaz la sinistra cerca l’equilibrio

In attesa di sciogliere i nodi in Giunta per la sostituzione dell'Assessora ai Trasporti, Progetto civico progressista nelle prossime ore incontrerà con le sue diverse componenti per decidere il modello organizzativo da adottare e un percorso fondativo vero e proprio. Ma le "questioni" sono anche interne al Pd.
La presentazione del Progetto Civico Progressista, un anno fa
Politica

Uno scompiglio, tutto a sinistra. Non sono state indolori, nei lidi del Progetto civico progressista, le dimissioni di Chiara Minelli da Assessora all’Ambiente e Trasporti e di Erika Guichardaz da Presidente della V Commissione, dopo l’approvazione della risoluzione sull’ampliamento ospedale, presentata in Consiglio Valle dalle forze autonomiste e sostenuta dagli altri cinque eletti in quota Pcp.

Per capire il destino della Giunta, quella di Erik Lavevaz, ora indaffarata a cercare un nuovo equilibrio, bisognerà attendere ancora qualche giorno. Anche perché alle spalle c’è la discussione tutta interna al Pcp stesso, che nelle prossime ore si incontrerà con le sue diverse anime per decidere il modello organizzativo da adottare. Non essendo un partito – ma accorpando assieme Rete Civica, Pd, Area democratica – Gauche Autonomiste ed Europa Verde – il Progetto cerca di dar vita ad un percorso fondativo vero e proprio. Per domani dovrebbe invece essere previsto un “faccia a faccia” dei sette del gruppo consiliare – Minelli ed Erika Guichardaz con Bertin, Jean-Pierre Guichardaz, Crétier, Malacrinò e Padovani – con l’Assessora dimissionaria che, questa mattina, non ha preso parte alla riunione di Giunta.

Ma le riunioni in calendario sono diverse, anzitutto per spiegarsi: “Sicuramente è il caso di avere dei chiarimenti – spiega la Segretaria regionale del Pd Sara Timpano -. Spesso e volentieri alcuni problemi si possono risolvere parlandosi un po’ di più, e vedremo di dirimerli. L’intenzione è quella di trovare una soluzione più in fretta possibile, convinti di un Governo che veda sia Pcp sia questa maggioranza”.

Timpano che conferma anche la volontà strutturante del Progetto civico progressista: “È iniziata un’interlocuzione per organizzare meglio Pcp, che non è un partito ma un’alleanza strutturata, e nasce dall’esigenza di darci un po’ le regole del gioco. Questo lavoro c’è, la volontà di mettere in piedi un tavolo del centro sinistra vda c’è, senza per forza diventare un partito”.

La questione interna

Ma alcuni dissidi sono presenti anche il Partito democratico stesso, che chiede un confronto con gli alleati, ma che sta vivendo da tempo subbugli interni.

In una nota, i tre segretari di circoloMont Emilius Ferruccio Deval” di Nus, Fenis, Brissogne e Saint-Marcel ed “Enrico Berlinguer” di Quart puntano il dito sui vertici Pd locali.

Irene Deval, Roberto Greco e Michele Mezzavilla – si legge – “restano attoniti di fronte alla situazione di persistente violazione di ogni norma statutaria da parte dei gestori del Partito Democratico Valle d’Aosta. Oltre a sfruttare la mancanza da anni ormai di una direzione e di una assemblea, nonché della conferma statutaria della tesoreria, si continua ad attribuire al Pd decisioni che non possono essere prese in quanto l’assemblea non si riunisce con il numero legale”.

Una “catastrofica situazione politica portata dalla mancanza degli organi decisionali che deliberino nel rispetto dei diritti degli iscritti” che ha visto gli scriventi – spiegano – esclusi “dall’invito ad una ‘riunione aperta del Pd’ che dovrebbe spiegare la presa di posizione nei confronti del programma in consiglio regionale”.

Tra i non invitati, ad oggi – prosegue la nota –, “ci sono due rappresentanti in assemblea nazionale, un consigliere regionale, la parte degli appartenenti ai circoli”.

Situazione che, accusano i segretari di circolo, “distrugge la sinistra, con il continuo ignorare le norme interne, i programmi, il rispetto del normale confronto democratico”.

Parole dure, mentre Timpano spiega: “Si parla di esponenti di Area Democratica, che è palesemente un partito all’interno sia del Pd, sia di Pcp. Siccome per statuto del Pd non si può far parte di due gruppi, finché non sarà chiarita questa situazione non sono invitati alle riunioni. Se poi mi diranno che loro sono del Partito democratico sarò la donna più felice del mondo. Il Pd non fa un’assemblea regionale dal gennaio 2020 per le note vicende Covid, ma solo online”.

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