‘Una centrale idroelettrica a Brusson?’ No grazie, dicono 258 persone

L'ipotesi di un impianto in frazione Extrepieraz suscita numerose perplessità fra gli abitanti e i turisti della frazione. Con una petizione, il 'Comitato per la difesa dell'Evançon' chiede al sindaco di soprassedere nella scelta.
Il villaggio di Extrepieraz
Politica

Un altro angolo di paradiso se ne va? La pensa così il “Comitato per la difesa dell’Evançon” che ha raccolto 258 firme contro l’ipotesi di costruzione di una centrale idroelettrica a Brusson in frazione Extrepieraz, intubando le acque del torrente Evançon fra i villaggi di Corbet e di Vollon. La richiesta al sindaco, Giulio Grosjacques, è di soprassedere nella scelta: “E’ importante – dicono i sottoscrittori della petizione  – pianificare l’utilizzo di quel che resta di questa grande ricchezza che sono le nostre acque e fermarne lo sfruttamento indiscriminato”.

Secondo i cittadini c’è un “fondato timore, confortato da esperienze negative di altre zone della regione, che la captazione e l’intubamento in pressione di acque del torrente Evançon  privi Extrepieraz e parte del Comune di Brusson del suo maggiore atout paesaggistico e quindi turistico ed economico”. Il comitato riconosce come “legittimo” il bisogno di fare cassa delle amministrazioni locali. “Nel caso di Brusson – si legge nel testo della petizione – ci pare però che a fare cassa siano soprattutto i privati, specie coloro che avranno il ricco appalto del cantiere per la costruzione della centrale in oggetto, dai 20 ai 30 milioni di euro”.

“Gran parte delle firme sono di turisti e non di residenti – si difende il sindaco di Brusson, Giulio Grosjacques – e poi la delibera approvata dalla Giunta comunale il 15 giugno non include un progetto definitivo, ma solo la ripartizione delle quote della società che andrà a gestire l’impianto”. L’idea, però, è quella di costruire una centrale in grado di produrre 25 milioni di chilovattore all’anno gestita da una srl, la A&B Energie, in mano per il 60% ai privati (11% Fratelli Ronc e 49% a una società che fa capo a Luigi Berger) e per il 40% ai Comuni di Brusson e Ayas.

“La scelta del Consiglio comunale di Brusson – sottolinea ancora Grosjacques, con una punta di veleno – è stata fatta nell'ottica di portare nelle casse comunali risorse finanziarie che consentiranno, in un futuro prossimo, da un lato di alleggerire o quanto meno non appesantire il prelievo fiscale dalle tasche dei nostri concittadini e dall'altro di contribuire a pagare i debiti avuti in eredità grazie alle scelte 'illuminate' di alcuni amministratori comunali del passato che, guarda la combinazione, oggi troviamo tra i firmatari della petizione in questione”.

Su un punto  Grosjacques e il Comitato sono d'accordo. La possibilità di dialogo. I sottoscrittori chiedono la "partecipazione al confronto per la gestione della cosa pubblica" e il sindaco si dichiara disponibile a tenere conto "di quanto contenuto nella petizione presentata continuando a confrontarci con tutti coloro che hanno realmente a cuore la questione, così da coniugare le richieste degli abitanti di Extrepieraz con gli obiettivi dell'amministrazione pubblica che sono quelli del perseguimento dell'interesse generale della collettività".

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