Union Valdôtaine, nuove regole per le candidature alle regionali: conferma degli uscenti e contratto con il Movimento

Via libera ieri sera dal Conseil al regolamento. Le sezioni potranno esprimere 16 candidati, 8 saranno indicati dal Comité Fédéral, mentre gli altri posti saranno occupati dai dieci consiglieri uscenti e da un rappresentante della Jeunesse Valdôtaine. Entro il 31 agosto i candidati dovranno versare 500 euro come contributo alla campagna elettorale.
Conseil Uv
Politica

I dieci consiglieri uscenti, “considerati patrimonio politico del Movimento”, se disponibili e con il favore della sezione di appartenenza, entreranno di diritto nella lista dei candidati Uv alle prossime elezioni regionali. È una delle novità del regolamento elettorale approvato ieri sera, lunedì 7 aprile, all’unanimità dal Conseil Fédéral.

Il documento, elaborato dalla Commissione regolamento, composta da  Alexandre Bertolin, Henri Calza, Albert Chatrian, Diego Empereur e Richard Villaz, e dal Comité, suddivide la Valle d’Aosta in quattro zone: Alta Valle (9 candidati, almeno 3 del genere meno rappresentato), Aosta (6 candidati, almeno 2 del genere meno rappresentato), Media Valle (12 candidati, almeno 5 del genere meno rappresentato), Bassa Valle (7 candidati, almeno 3 del genere meno rappresentato). Le sezioni potranno esprimere 16 candidati, 8 saranno indicati dal Comité Fédéral (4 donne e 4 uomini), mentre gli altri posti saranno occupati dai dieci consiglieri uscenti e da un rappresentante della Jeunesse Valdôtaine, per un totale di 35 nomi. In base alla legge elettorale, almeno il 35% dei candidati dovrà essere di genere femminile, ovvero almeno 13 persone. Salta, per questo motivo, il posto solitamente riservato all’Entraide des femmes valdôtaines.

La riconferma degli uscenti non è l’unica novità del documento. Ai 35 candidati sarà chiesto fin da subito, infatti, di contribuire alla campagna elettorale versando all’Uv una somma di 500 euro entro il 31 agosto 2025. In caso di elezione anche il primo stipendio andrà a rimborsare le spese sostenute.

La selezione dei candidati dovrà tener conto di requisiti di competenza, impegno, stima all’interno della comunità e coerenza con i valori dello Statuto del movimento. L’obiettivo è quello di garantire rappresentanza territoriale, equilibrio di genere e una composizione rappresentativa della società valdostana. Le sezioni potranno proporre anche candidati esterni al movimento, purché ne condividano i principi, che siano espressione di associazioni, mondo professionale, società civile. 

Il regolamento scoraggia le doppie candidature alle regionali e alle comunali e impone ai candidati, in caso di elezione, di stipulare un contratto con l’Uv e di versare una quota dell’indennità percepita. Gli uscenti dovranno dimostrare di aver versato al movimento la percentuale di indennità stabilita, a partire dall’ottobre 2020, dall’agosto 2024 per chi è rientrato nell’Uv dopo la ricomposizione dell’area autonomista.

Gli eletti che abbandoneranno il gruppo consiliare dell’Union Valdôtaine saranno moralmente tenuti a dimettersi e saranno sottoposti al giudizio dei Prud’hommes.

La gestione delle candidature sarà affidata a una Commissione composta da cinque membri non candidabili, nominati dal Comité Fédéral. La Commissione coordinerà le assemblee delle sezioni e valuterà eventuali situazioni di sovrannumero o carenze nelle liste, ricorrendo se necessario all’intervento del Comité stesso.

“Abbiamo definito le regole del gioco” ha dichiarato il presidente Joel Farcoz, escludendo al contempo una sua candidatura alle regionali e alle comunali: “Contribuire alla propria regione non passa necessariamente da un posto in Consiglio regionale”.

Se l’Uv ha definito le regole del gioco per le prossime elezioni regionali, quelle generali, ovvero con che legge si andrà a votare presumibilmente a fine settembre, non è ancora chiaro.
“Noi presenteremo le liste con l’idea di avere le tre preferenze”, dice il presidente Joel Farcoz. “In caso di referendum l’Union Valdôtaine scenderà in campo per sostenere la legge approvata”.

8 risposte

  1. Che commento è il suo? Giudica un suo pensiero e pretende di affidarlo ad altri?? Viva sereno!! Io ci metto nome e cognome senza timore nel dire ed esprimere ciò che penso!!

  2. Stranamente ho di nuovo un dejà vu di questo regolamento UV: è pura carta straccia, si aggira senza problemi. Ci sono già stati politici unionisti di peso, ora in altri lidi politici, che sono riusciti ad aggirare e rendere initile dei “contratti” elettorali simili. Prima di tutto al politico eletto basta non firmare il contratto una volta eletto, e se lo firma basta non rinnovare la tessera UV: se non sei tessarato al partito non devi dare nulla al partito. Inoltre, vista la mia esperienza interna all’UV, che per me è stata un vero incubo autolesionista, lo Statuto UV prevede che il contributo all’UV da parte degli eletti sia volontario: ergo il contratto che vogliono imporre con questo regolamento, soprattutto la parte del contributo all’UV obbligatorio degli eletti, non sarebbe nemmeno legale perché viola lo stesso Statuto di Partito. Ultima cosa: “Gli eletti che abbandoneranno il gruppo consiliare dell’Union Valdôtaine saranno moralmente tenuti a dimettersi e saranno sottoposti al giudizio dei Prud’hommes”. La frase dice già agli eletti il modo di fregarsene di questa regola: “moralmente” sei obbligato a dimetterti, ma in politica la morale è molto relativa. Se il consigliere che abbandona il gruppo consiliare UV decide di non dimettersi, lo può fare e l’UV si trova con il cerino in mano (e un consigliere in meno). Inoltre il giudizio dei Prud’hommes vale zero se il consigliere traditore molla l’UV revocando il tesseramento: l’UV non può mettere a gudizio un politico che non appartiene al suo partito. Ora spero che lo Statuto del partito sia stato modificato per rendere vincolante questo regolamento: se non è così, l’UV si è tirata la zappa sui piedi da solo con regolamento che fa acqua da tutte le parti. In politica il detto “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” è legge: o nel tuo partito fai tutte le forme di contrasto legali ed efficaci a questo fenomeno, o arrangiati se quelli che eleggi fanno quello che li pare e ti fregano in ogni maniera come un allocco.

    1. L’UV, prima di puntare il dito contro chi se ne è andato a gambe levate, pensi agli atteggiamenti moralmente discutibili che ha posto in essere negli anni, sempre a livello personale quando bisognava isolare o mettere in cattiva luce chi osava pensare con la propria testa, e che non hanno mai minimamente scosso le coscienze dei preud’hommes. Che servono soltanto quando conviene a qualcuno per mettere in cattiva luce qualcun altro.

  3. perché avete riportato nell’articolo che sia necessario almeno il 35% di genere femminile e non viceversa, e cioè almeno il 35% di candidati di genere maschile??? la legge dice chiaramente che ogni genere deve essere rappresentato in % non inferiore al 35%…. non comprendo poi come questo fatto, possa far venire meno il posto riservato…non capisco come si leghino i 2 aspetti….

    1. Buongiorno,
      formalmente ha ragione, ma lo spirito della norma è aumentare la rappresentatività femminile, non certo quella maschile, che a memoria non è mai stata un problema nelle liste.
      Silvia

      1. scrivere così alimenta, nel lettore a mio avviso, il fatto implicito che un uomo sia ad esempio sempre Dottore, anche se non lo è, ed una donna invece anche se lo sia, venga chiamata sempre Signora….
        e sono d’accordo che il problema sia quello del favorire la rappresentanza di entrambi i generi in maniera paritaria come condizioni di accesso,
        ma questo doveva venire fatto con una legge elettorale che obbligava ad esprimere la preferenza alternata di genere, ed invalidare la scheda in caso di un unico genere…..
        poi vanno bene anche le 3, 4, 5 preferenze purché siano alternate….non che se io sulla scheda riporto solo 3 nomi maschili ad esempio, viene non considerato valido solo l’ultimo…questa non è preferenza di genere che favorisce la partecipazione,
        questa è discriminazione del genere a mio modo di vedere…
        ma fino a quando anche voi banalmente in un articolo vi ponete su un gradino più in basso, accettando voi per prima di venire considerate per “almeno il”, e non ne comprendo il motivo, anzichè stigmatizzare o rimediare in caso di dichiarazioni infelici sarà difficile da recuperare…
        mi perdoni, ma io lo trovo come dichiarazione ed impostazione del passaggio molto “patriarcale” ed inadatta a rincorrere lo spirito da Lei invocato….
        lo ha letto il Libro “Stai Zitta!”….ecco….ciò che viene da Voi riportato sminuisce il genere femminile invece di qualificarlo, e trovo sia la prima cosa che non va fatta se si vogliono, a mio avviso e penso non solo mio, riportare e ristabilire un corretto equilibrio fra generi…. tutto questo con profondo e vero rispetto per entrambi i generei intendiamoci!!

    2. @Walter Musso, voi di Fratelli d’Italia quante donne metterete in lista? Sicuramente saranno la maggioranza altrimenti tutto ciò che sostiene è pura e becera propaganda. Come al solito da parte vostra.

  4. A don… allora mi propongo – Le sezioni potranno proporre anche candidati esterni al movimento, purché ne condividano i principi, che siano espressione di associazioni, mondo professionale, società civile – chi meglio di me?
    Queste sono le regole del gioco… dell’Union.
    Non quelle elettorali, che invece interessano tutti.

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