“Unità e autonomia possono andare di pari passo”. Ad Aymavilles consegnate le onorificenze

Celebrato ad Aymavilles il 63° anniversario. Rollandin: “l’autonomia delle regioni non è una minaccia, ma il presupposto per la piena attuazione della Costituzione”.
Le celebrazioni del 63° anniversario della Repubblica
Politica

Unità della Repubblica e autonomia delle regioni possono andare di pari passo. Con un accenno agli attacchi che, negli ultimi mesi, con cui esponenti di governo e partiti nazionali mettono sotto tiro le regioni a Statuto speciale, il presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha celebrato – ieri, martedì 2 giugno – il 63° anniversario della proclamazione della Repubblica.
“Unità e autonomia – ha dichiarato Rollandin – sono infatti principi che coesistono nella stessa disposizione costituzionale, l'articolo 5, e l’autonomia delle istituzioni territoriali non rappresenta una minaccia per la Repubblica. Anzi, costituisce il presupposto per la piena attuazione dei principi fondamentali della Costituzione, per garantire efficienza e istituzioni vicine al territorio, in attuazione del principio di sussidiarietà, per permettere di stare al passo con l’Europa”.  

E da qui un accenno alla rappresentanza nelle istituzioni europee: “Come la Costituente ha sin dal 1948 riconosciuto le Regioni, prevedendo, all’articolo 57, che il Senato sia eletto su base regionale, così auspichiamo che in Italia sia finalmente garantito il diritto di ogni Regione ad essere rappresentata al Parlamento europeo, anche in una prospettiva futura, e mi riferisco ai nuovi importanti poteri, con particolare riguardo all’estensione della procedura di codecisione, che prevede il Trattato di Lisbona”.

Come di consueto l’anniversariod della Repubblica è anche l’occasione per la consegna delle onorificenze. Alle 18.30, alla Grandze del parco del Castello di Aymavilles, sono stati insigniti con l’Ordine al Merito della Repubblica italiana cinque cavalieri (Vigilio Berti, Federico Bianchi, Luigi Enea, Amanzio Martellini, Edoardo Ostinelli), un ufficiale (Alberto Prettico) e quattro commendatori (Lucia Anna Franchin Benin, Costantino Charrère, Giuseppe Janin Rivolin Yoccoz, Piero Roullet).

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