UniVda, il Rettore respinge le accuse: “Grave interferenza politica”

Diverse le questioni che secondo il Rettore hanno portato l’UniVda a questo clima di scontro. Vicende che hanno tutte come fil rouge l’”interferenza della politica”. Le accuse di Fabrizio Cassella sono in particolare rivolte all’ultimo presidente, Antonio Fosson.
Università della Valle d'Aosta
Politica

Non ci sta Fabrizio Cassella a passare per il cattivo della storia. Il Consiglio dell’Università giovedì ha preso atto all’unanimità di due documenti critici contro il Rettore, uno firmato da una larga parte dei docenti e l’altro dal 90% circa degli amministrativi.

“Nessuna sfiducia – puntualizza Cassella – anche perché l’istituto della sfiducia è tipico delle dinamiche politiche tra gruppi contrapposti; non ha patria, invece, nell’Università la cui autonomia dalla politica è garantita costituzionalmente”.
Una presa d’atto, quindi, senza alcun valore e che non avrà conseguenze sul mandato del Rettore, in scadenza a fine ottobre.

“Non ho nessuna intenzione di fare un passo indietro. – scandisce Cassella – Ho fatto per sette anni e mezzo questo mestiere con quattro presidenti della Giunta e sette assessori, avviando corsi e facendo salire l’Ateneo valdostano nei ranking ufficiali per la qualità della didattica. E’ una questione di serietà professionale, ho delle responsabilità verso la comunità valdostana”.

Diverse le questioni che secondo il Rettore hanno portato l’Università della Valle d’Aosta a questo clima di scontro. Vicende che hanno tutte come fil rouge l’”interferenza della politica”. Le accuse di Fabrizio Cassella sono in particolare rivolte all’ultimo presidente, Antonio Fosson. “Ha ricevuto i docenti, non informandomi, comunicando loro allarme, arrivando anche a parlare di commissariamento, rispetto alla mia prospettiva di prenderci tre mesi di tempo per lavorare ad un piano di sviluppo serio che non sia l’archeo astronomia, come qualcuno ha ipotizzato, e tanto meno un percorso formativo non meglio specificato, avente ad oggetto la montagna che comprendesse aspetti ingegneristico-geologici, medici e biologico-agrari.”
Bozza di piano di sviluppo che a inizio febbraio il Rettore spiega di aver condiviso con il Presidente, senza però ricevere riscontro.
“Al contrario ho una ventina di lettere di docenti di adesione al piano, che hanno mostrato interesse e la volontà di costruire. L’obiettivo mio, al contrario di altri, non era quello di contarli ma di avere delle proposte di modifiche.”

All’attenzione del Consiglio dell’Università giovedì è arrivato però un altro piano, predisposto dagli uffici. Non solo. E’ stato anche deciso di istituire una commissione con membri esterni che lavori nei prossimi mesi per identificare le nuove esigenze e prospettive di programmazione futura. “Ignorando il ruolo del Nucleo di valutazione, l’attività del Presidio della Qualità e, soprattutto, l’autonomia accademica” sottolinea ancora il Rettore “Più che un atto di sfiducia nei miei confronti mi sembra una sfiducia a tutti i 49 docenti, che dovrebbero insorgere. Questa si è che un’iniziativa di commissariamento, mi chiedo poi come rientri nell’ordinamento universitario”.
Dal piano di sviluppo al bilancio. “C’era tutto il tempo a dicembre di approvarlo, magari riunendo il Consiglio in giorni scomodi. Invece hanno deciso da soli e senza coinvolgermi di andare in esercizio provvisorio”.

L’ingerenza politica viene segnalata dal Rettore anche su un bando di concorso per un posto di professore di ruolo di seconda fascia da coprire mediante chiamata. Deliberata nel novembre scorso dal Consiglio dell’Università, la procedura di reclutamento è stata firmata dal Rettore soltanto nei giorni scorsi, dopo diversi solleciti ricevuti. Il motivo del ritardo lo spiega lo stesso Cassella. “Ho espresso delle cautele legate a questo bando – racconta il Rettore – perché stanno emergendo delle vicende di cui si stanno occupando anche alcuni giornali nazionali, che coinvolgono un nostro ricercatore. Il bando poteva prestarsi, quindi, a strumentalizzazioni.” Scrupoli che hanno portato anche giovedì il Rettore a chiedere al Presidente della Regione la revoca del provvedimento.

Dietro alla lettera degli amministrativi c’è invece “la mia proposta di frenare le assunzioni del personale tecnico-amministrativo per consentire lo sviluppo della carriera dei 19 docenti abilitati e, comunque, il rispetto dei criteri minimi di docenza previsti inderogabilmente dal Ministero”. Ad oggi l’Ateneo valdostano ha 58 amministrativi e 49 docenti, cinque in meno di quelli prescritti dalle linee ministeriali.

Il J’accuse del Rettore al Governo Fosson si accompagna alla richiesta alla politica di fare un passo indietro.

“L’Università è indipendente, uno non può venire qua per imporre i suoi interessi personali, per contarsi e per garantirsi la sua sopravvivenza politica, ma deve venire con rispetto e rimanendo nel proprio ruolo”:

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