“Se non pagano loro non pago neanch’io”. La bomba era innescata da tempo e ora è scoppiata. Il sindaco di Brusson Giulio Grosjacques ha alzato il velo durante il Conseil Fédéral sullo spinoso dossier degli unionisti “morosi” ovvero gli eletti che non versano una quota dello stipendio al movimento. Nomi illustri che stanno scatenando le ire della base.
Sul banco degli imputati soni finiti i due assessori regionali Emily Rini – che avrebbe però firmato un piano di rientro – ed Ego Perron e i due consiglieri Leonardo La Torre e Pino Isabellon (entrambi non iscritti al Mouvement) rei di non aver versato il 7%, 400 euro circa del proprio emolumento, nelle casse dell’UV.
Il Presidente Pastoret si sfila: “Non parlo di questo argomento – spiega – ne parlo solamente all’interno del mio movimento”, anche se è conclamato un malessere tutto interno all’Uv, in un periodo che ha visto un’emorragia progressiva di iscritti, il licenziamento di alcuni dipendenti e, non ultima, la trattativa con Uvp, che qualche animo ha scaldato già al Conseil.
“La mia posizione è semplice – spiega invece Ego Perron, assessore regionale al Bilancio – ed è un fatto tecnico. Dopo aver sopportato un processo penale sui costi della politica, abbiamo concordato con il movimento che fosse l’Union a pagarmi le spese dal momento che io le avevo anticipate per me e per Osvaldo Chabod, all’epoca tesoriere UV, ed ora stiamo semplicemente compensando”. A Perron, però, qualcosa non torna: “Constato con amarezza – aggiunge – che al Conseil Fédéral, al quale purtroppo ero assente per impegni, non venga fatta chiarezza sui diversi casi”.
A mettere il carico pesante è il consigliere regionale Leonardo La Torre. L’ex Fédération ricorda anzitutto che “Non sono mai stato iscritto, e non è mai neanche stata definita una rappresentanza politica o un obiettivo, ma va bene così. Mi tengo la mia posizione di non tesserato. Ho notato però che all’interno dell’UV si sta formando un ‘cerchio magico’ di chi semina cattiverie, di chi addita le altre persone. Gente che pensa a fomentare, perché queste cose sono tutte fomentate, da chi all’Union ha sinceramente portato poco e preso molto, persone come Grosjacques e Jean Barocco, che seminano differenze e pensano di gestire il potere come una volta. Tutte cose che non faranno il bene dell’Union”.
Questo, dunque, il motivo alla base della scelta di La Torre non tesserarsi? Evidentemente sì: “Non voglio iscrivermi – continua – a questo ‘cerchio magico’, mi iscriverò a l’Union Valdôtaine dei giovani, quella che vuole cambiare davvero, che vuole rappresentare la gente, risolvere i problemi degli agricoltori e dei trasporti”. "La Torre chi? – aggiunge oggi Giulio Grosjacques -. In 26 anni di militanza continuativa nell’Union Valdôtaine non ho mai conosciuto un Leonardo La Torre. In ogni caso, raglio d’asino non sale in cielo".
Se La Torre parla dell’esistenza di un "cerchio magico", ce n’è un altro, magari un po’ meno magico, che dall’inizio della legislatura punta a destabilizzare il Governo: i famosi "responsabili" o "dissidenti" che solo due anni fa erano sul punto di abbracciare la Renaissance. Siamo arrivati alla resa dei conti?