Continua in Valle d’Aosta la presentazione dei candidati alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica in vista delle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Questa mattina è stata la volta dell’Union Valdôtaine Progressiste, che in attesa dell’assemblea fondativa prevista per domani ad Aymavilles, ha riunito i propri vertici al Café Librairie di Aosta per presentare ufficialmente alla stampa il proprio candidato a Montecitorio.
A fare gli onori di causa è stato Claudio Brédy, presidente pro tempore dell’UVP. “Abbiamo scelto una persona giovane ma con esperienza – ha spiegato – maturata negli anni ricoprendo cariche importanti, che incarna perfettamente i valori della storia e della cultura valdostana. Il nostro obiettivo primario sarà quello non solo di difendere ma anche di promuovere come modello virtuoso la nostra autonomia a Roma”.
Anche l’UVP ha il proprio decalogo
La parola è passata quindi allo stesso Viérin, che ha definito la propria candidatura come “la tappa di un percorso fatto di scelte coraggiose”, prima di esporre in maniera sintetica i dieci punti salienti del programma. “Innanzitutto, l’autonomia e il federalismo – ha ribadito – a fronte di un rigurgito nazionalista, contrario a Regioni e Comuni, il nostro ruolo storico è quello di riaffermare la necessità di una riforma federalista dello Stato”. Fari puntati anche sulle finanze, la fiscalità e i costi della politica. “L’ordinamento finanziario e la fiscalità comunale non possono essere calpestate dallo Stato nel nome della razionalizzazione della spesa pubblica”. Viérin ha poi insistito in maniera particolare sui giovani e sull’innovazione tecnologica, “cuore del rilancio a servizio dei cittadini e delle imprese”, e sullo sviluppo. “L’economia ristagna e rilanciare le attività produttive è una priorità inderogabile – si legge nel programma – Esiste un’emergenza crisi anche nel Nord che va affrontata anche con l’utilizzo di fondi statali e strutturali in un’ottica di sostenibilità”.
Scorrendo la lista degli argomenti “à la une”, Viérin ha poi sottolineato la necessità di “difendere e valorizzare il particolarismo valdostano” ma anche il tradizionale rapporto di collaborazione con le minoranze linguistiche storiche in Italia”. Non sono mancati poi gli accenni alla sicurezza dei cittadini, la difesa del welfare, del diritto al lavoro, così come anche all’accessibilità, con particolare riferimento alle risorse necessarie “per una modernizzazione della linea ferroviaria regionalizzata” e una normativa sulle concessioni autostradali “per alleviare i costi, compreso l’accesso ai tunnel per i residenti”. Infine, in questa prima “bozza” trovano spazio nel programma anche temi di più ampio respiro come l’Euroregione e la dimensione transfrontaliera della Valle d’Aosta. “Il programma completo sarà presentato durante i nostri incontri sul territorio”, ha spiegato Viérin aggiungendo che “posso comunque già affermare che in caso di vittoria andrò a far parte del gruppo misto e di sicuro non mi schiererò con Monti o Berlusconi”.
“Il ni gauche, ni droite, ni centre è un kamasutra politico”
Il candidato dell’UVP ha poi assicurato che “non sarà una campagna di polemiche, nonostante le provocazioni avanzate negli ultimi giorni, alle quali non risponderemo: gli attacchi personali sono sintomo di mancanza di argomenti. Parleremo delle nostre idee, non di quelle degli altri”. Buone intenzioni subito disattese dal collega Luciano Caveri, che indicando Viérin come “candidato che avrà una visione neutra e oggettiva, libero da accordi preventivi”, ha subito fatto partire un paio di frecciate nei confronti degli avversari. “Il nostro non è né un piatto preconfezionato”, ha dichiarato riferendosi all’intesa AADP-Bersani, “né una polenta concia”, guardando ai candidati della maggioranza, sostenuti dal PDL. “Il ni droite, ni gauche, ni centre è un’invenzione incredibile, degna di Newton, un vero kamasutra politico”.
Il “sì” a Valle Virtuosa, i rapporti con Alpe e Pd, e il doppio rifiuto
“La nostra posizione rispetto al referendum è nota – ha spiegato Viérin alludendo al documento che l’associazione Valle Virtuosa chiederà di firmare a tutti i candidati – quindi ogni iniziativa in questo senso ci vedrà favorevoli”. Mentre rispetto ai rapporti con l’Alleanza Autonomista Democratica Progressista, ed in particolare con Alpe e Pd, Brédy ha spiegato: “La nostra idea iniziale era di non avere un candidato nostro, ma di far parte dell’Alleanza. Con Alpe abbiamo avuto alcuni incontri e c’è stata una convergenza d’idee, mentre con il Pd tutto questo non è avvenuto. Siamo stati convocati dopo che sui giornali erano già usciti i due nomi, quando tutto ormai era già stato deciso: sono le stesse modalità per le quali siamo usciti dall’Union, quindi non potevamo accettare”.
Così come al tempo lo stesso Viérin non ha accettò la doppia proposta di essere candidato alla Camera per l’UV. “La prima proposta me la fece direttamente il presidente della Regione, la seconda dopo le mie dimissioni da assessore: mi chiesero di ritirarle domandandomi se volevo andare a Roma. In entrambi in casi rifiutai perché prima non era chiaro il progetto politico, con o senza il Pdl, e, dopo le dimissioni, perché ormai non mi riconoscevo più nella maggioranza e i miei ideali non sono in vendita. Se vengo eletto rappresenterò la Valle d’Aosta e non una persona che ha deciso di mandarmi a Roma”.