“Sono senza vergogna. A questo punto ci aspettiamo anche una norma per togliere il limite dei mandati in Giunta.” Con queste parole, Valle d’Aosta Aperta attacca la maggioranza regionale e le due proposte di legge elettorale in arrivo in Consiglio Valle.
La prima riforma, attesa da cinque anni, viene definita da Carola Carpinello come “meno del minimo sindacale”. In particolare, il movimento critica il probabile ritorno alle tre preferenze con l’obbligo di una di genere, ritenendolo insufficiente per garantire una reale rappresentanza femminile. “Così non serve a nulla”, afferma Carpinello, che definisce “ancora più squallido” il possibile ricorso a un referendum per reintrodurre la preferenza unica, ipotesi ventilata dal centrodestra. “Fa comodo a tutti la preferenza unica”, accusa VdA Aperta, lasciando intendere che l’obiettivo sarebbe quello di blindare la rielezione dei consiglieri uscenti.
Nel mirino di Valle d’Aosta Aperta finisce anche il Partito Democratico, accusato di essere troppo silenzioso su questi temi o di agire solo per “fare tanto rumore per nulla”. Il riferimento è alla mancata imposizione dell’obbligo della presenza di almeno una donna in Giunta, tema che secondo Raimondo Donzel è stato abbandonato: “È inaccettabile condurre una discussione così meschina”, accusa.
Sulla riforma delle elezioni comunali, il movimento si chiede dove sia l’urgenza di intervenire, evidenziando il rischio che l’autonomia valdostana venga svuotata copiando normative statali. Erika Guichardaz critica in particolare l’abbassamento del quorum, che in un comune di 80 abitanti permetterebbe l’elezione del sindaco con soli 17 voti. Per Valle d’Aosta Aperta, la soluzione non è questa, ma superare i micro-comuni per garantire servizi di qualità.
Sul tema della rimozione del limite ai mandati per i sindaci, Guichardaz richiama una sentenza della Consulta (n. 60 del 2023) che elenca i rischi legati a una permanenza prolungata in carica: riduzione dei diritti dei cittadini, abuso di potere, condizionamenti sul voto e la creazione di sistemi clientelari. “Mi aspetto che l’Osservatorio sulla legalità di Bertin intervenga”, conclude.
Guardando al voto regionale del 2025, Vda Aperta, ricordando il fallimento del progetto di Pcp e l’idea alla base del progetto che unisce Adu, M5S e Area democratica, si dice certa di poter fare un “ottimo risultato”, determinante per la creazione del prossimo governo. “Il nostro primo obiettivo – svela Donzel – sarà quello di modificare la legge elettorale per avere una donna in Giunta”.
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