VII congresso UV. Bredy: ‘Alleanza autonomista è un’alleanza solida’

Cominciata a Saint-Vincent la due giorni di Congresso dell'Union Valdotaine, Presenti circa 600 delegati e le forze politiche regionali. RIcordata in apertura di lavori la compianta Patrizia Guichardaz. Brédy "Alleanza autonomista è un'alleanza solida'.
Congresso UV
Politica

Il VII congresso nazionale dell’UV, movimento di maggioranza in Valle d’Aosta, in corso al Centro Congressi dell’Hotel Billia di Saint-Vincent, è iniziato questa mattina con un minuto di silenzio per commemorare la recente scomparsa di Patrizia Guichardaz, segretaria particolare del presidente del Consiglio regionale e militante dell’Union Valdôtaine, oltre che Vice-presidente del Movimento dal 1998 al 2001. Il vice-presidente UV, Ugo Voyat, nell’aprire i lavori del Congresso, ne ha evidenziato l’amore per la Valle d’Aosta e l’incessante attività in campo culturale.

A Saint-Vincent sono presenti poco meno di 600 delegati del movimento oltre ai rappresentanti delle forze politiche regionali. A prendere la parola dopo i saluti di rito e la nomina del sindaco di Aosta, Guido Grimod, a presidente del Congresso, il vice-presidente Claudio Bredy ha presentato il rapporto del Comité Fédéral con il bilancio degli ultimi due anni di attività del movimento. In particolare rispetto  al risultato elettorale delle scorse elezioni politiche e regionali, la relazione concordata dai due vice-presidenti, Claudio Brédy e Ugo Voyat, mette in evidenza “la fiducia dei valdostani verso l’UV”. Dal punto di vista delle alleanze politiche “con Stella Alpina e Fédération autonomiste – ha detto Bredy – è un’alleanza solida”. E nel ringraziare gli alleati per la condivisione del percorso politico, il vice-presidente ha delineato il restante quadro politico in Valle d’Aosta che vede “il PdL e il PD, la nuova variante del bipolarismo italiano, con un'idea di autonomia totalmente contraria a quella  espressa dall’UV”. Rispetto a Vda Vive e Renouveau, Claudio Brédy ha parlato dii due movimenti che formano un polo eterogeneo che “ha sicuramente intercettato una parte, anche se modesta, di voti unionisti, poiché trattasi di gruppi composti da “vecchi unionisti”, oltre ad una parte dei voti dell’estrema sinistra, sparita dal Consiglio regionale e dal Parlamento. Questo movimento sembra trovare la sua principale ragion d’essere nell’anti-unionismo feroce”.

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