La viticoltura come traino dell’economia regionale. Ne è convinta Uvp che nei giorni scorsi ha presentato una proposta di legge: “Disposizioni in materia di recupero alla viticoltura di appezzamento incolti, abbandonati o non sufficientemente coltivati”.
“La Valle d’Aosta ha un passato storico molto interessante dal punto di vista della viticoltura di qualità” ricorda il consigliere Vincenzo Grosjean. “Nonostante in questi ultimi anni la produzione vitivinicola valdostana stia andando molto bene, con un aumento delle richieste di vino valdostano di alta gamma, le superficie di vigneto sono in calo”. Se a inizio del Novecento gli ettari coltivati erano 3/4000 oggi se ne contano 4/500. “Non solo non crescono le superficie ma ci si sposta dalle zone migliori a quelle più facili, dove è possibile ridurre i costi di produzione”.
La proposta di legge di Uvp chiede, quindi, di coinvolgere comuni e Regione affinché favoriscano il recupero alla viticoltura di appezzamenti incolti, abbandonati o non sufficientemente coltivati nelle zone tradizionalmente destinate alla coltivazione di vigneti, con l’obiettivo di creare nuova occupazione e di recuperare zone di particolare interesse paesaggistico e storico.
Come? Innanzitutto andando a creare un elenco in ogni comune dei terreni di particolare pregio e incolti, con i nominativi dei proprietari e i dati catastali, che gli aspiranti viticoltori potranno andare a chiedere in assegnazione. “Un grosso problema – spiega Grosjean oggi è che le zone più vocate sono anche quelle più frazionate, perché una volta quando c’era un passaggio di successione tutti volevano un pezzo nella vigna migliore”. Una volta ottenuto il terreno, dopo l’ok di un’apposita commissione di valutazione e la stipula di un contratto di affitto, gli assegnatari saranno aiutati nella fase di startup. “E’ la più difficile, devono passare infatti almeno quattro/cinque anni prima di poter iniziare ad incassare” continua il consigliere Uvp. La proposta di legge mette in campo finanziamenti di 1000 euro mensili per 5 anni, “sia per la coltivazione a filare che per la coltivazione a pergola, per le superfici pari ad almeno un ettaro anche dislocate in zone diverse del territorio regionale”. In cambio il viticoltore deve impegnarsi a coltivare la vite – le varietà per la produzione di vini Doc destinati alla sola commercializzazione – per almeno 20 anni.
Sempre sul fronte della tutela delle "specialità" valdostane, Uvp ha presentato un’altra proposta di legge di modifica della Legge regionale sui tetti in lose. Un unico articolo che obbliga a mantere la copertura dei tetti in lose sulle costruzioni già realizzate con questo materiale.
""Questa proposta, oltre a regolamentare e tutelare il patrimonio edilizio valdostano – si legge nella relazione – contribuisce anche a salvaguardare dei posti di lavoro e una professionalità che tutto il mondo ci invidia, quella dei "losisti" che, con la loro opera, creano e mantengono un unicum architettonico nel panorama alpino".