Prosegue ad Aosta la rassegna “Miroir – L’incontro delle differenze”, promossa dalla Consulta comunale per le Pari Opportunità e la Non Discriminazione. Giunta alla sua quarta edizione, l’iniziativa di quest’anno ruota attorno al tema del “rispetto”, proposto come chiave di lettura per esplorare questioni sociali attuali, con eventi che intrecciano cultura, diritti e riflessione collettiva.
Il calendario di maggio propone due appuntamenti aperti alla cittadinanza.
Martedì 21 maggio alle ore 18 all’Università della Valle d’Aosta “Le case che siamo: spazi da vivere, storie da accogliere”. Un incontro dedicato al diritto alla casa e all’abitare inclusivo, tra testimonianze di studenti universitari fuori sede, beneficiari del SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) e proprietari che hanno scelto di affittare a lungo termine, in controtendenza rispetto al mercato. L’incontro è curato dalla docente Valentina Porcellana e arricchito dalla proiezione di cortometraggi selezionati da Aiace VdA.
Martedì 28 maggio alle ore 20.30 nel Salone Ducale dell’Hôtel de Ville sarà presentato il libro
libro “L’estate che ho ucciso mio nonno”. L’autrice Giulia Lombezzi dialoga con la giornalista Cristina Porta su adolescenza, relazioni familiari e fragilità emotive. Alcuni brani del romanzo saranno letti in scena dall’attore Andrea Damarco, della compagnia Replicante Teatro.
La rassegna si chiuderà giovedì 5 giugno alle ore 21 nello Spazio Plus di Aosta con uno degli appuntamenti più attesi: lo spettacolo teatrale “Tutti non ci sono”, scritto, diretto e interpretato da Dario D’Ambrosi, fondatore del Teatro Patologico di Roma. Un lavoro intenso che affronta il tema della malattia mentale e della chiusura dei manicomi in Italia, introdotta dalla legge 180/78, nota come legge Basaglia.
Debuttato nel 1980 a New York, presso La MaMa Experimental Theatre, lo spettacolo ha avuto risonanza internazionale con repliche in numerose città tra cui Londra, San Paolo, Barcellona, San Francisco. La compagnia Teatro Patologico porta in scena, da oltre trent’anni, un’esperienza unica nel suo genere, dove il teatro diventa strumento di espressione e inclusione per persone con disturbi psichici gravi. Un finale di rassegna che unisce arte, denuncia e impegno civile.
Come nelle edizioni precedenti, “Miroir” è frutto del lavoro partecipato della Consulta, che ha costruito il programma grazie alla collaborazione con Università della Valle d’Aosta, Ordini professionali, associazioni culturali e sociali come Aiace e Replicante Teatro, in rete con soggetti del territorio che operano nei settori dell’inclusione e dei diritti.