I reni svolgono un ruolo fondamentale nel nostro organismo in quanto costituiscono una vera e propria stazione di filtraggio del sangue: essi riconoscono quali sostanze presenti nel nostro fluido più prezioso sono utilizzabili e quali debbano essere considerate prodotti di scarto da eliminare.
Si può ricorrere alla depurazione renale per diversi motivi: in corso o per i postumi di malattie infettive e di intossicazioni da farmaci, droghe o altre sostanze indesiderate, per prevenire la calcolosi renale, durante o in seguito a diete iperproteiche, ma anche semplicemente per aiutare, a periodi, questo importantissimo organo emuntore a non intossicarsi.
Sintomi quali il gonfiore alle caviglie e al viso (soprattutto il gonfiore palpebrale inferiore), il cambiamento di colore delle urine, il frequente stimolo alla minzione, magari accompagnati da stanchezza, debolezza alle gambe e alle ginocchia, mal di testa e altri disturbi, richiedono una valutazione da parte del proprio medico curante.
Va ricordato che è importante fornire il corretto apporto idrico all’organismo: il nostro corpo necessita di circa 2 ml d’acqua per ogni chilocaloria consumata, quindi 2,5-3 litri al giorno, di cui almeno il 40% come bevanda. Contrariamente a quanto si può pensare, il rene non va in sofferenza se beviamo di più: con una maggiore quantità d’acqua a disposizione il rene riesce meglio a svolgere la sua funzione di filtro e ad eliminare le sostanze tossiche. Le acque minimamente mineralizzate (cioè quelle aventi residuo fisso inferiore a 50 mg/l) stimolano in modo particolare la diuresi e sono consigliabili nei soggetti a rischio di calcolosi renali; tuttavia il loro utilizzo prolungato è sconsigliato nell’ipertensione (oltre che nell’insufficienza renale) e possono avere un effetto demineralizzante. E’ bene inoltre evitare di bere acqua con valori di pH inferiori a 6,5: questa soglia viene frequentemente superata verso il basso nell’acqua confezionata in bottiglia di plastica. Per lo stesso motivo non va mai utilizzata l’acqua gassata (l’anidride carbonica è un gas acido!).
La fitoterapia può aiutare con diversi tipi di estratti vegetali. Accanto ad alcune piante molto note ad azione diuretica generale quali Pilosella, Solidago, Equiseto, Ortosifon, Ononide, esistono estratti che aiutano in particolare ad eliminare cloruri quali Ortica ed Asparago ed altri più efficaci nell’eliminare azoto quali Betulla e Prezzemolo.
Dott. Enrico Bernero
Farmacista e Naturopata
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