Secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), l’energia ricavata dalle fonti fossili è responsabile del 75% delle emissioni di CO2 rilasciate nell’atmosfera.
Questo fenomeno sta impattando negativamente sull’ambiente, con un incremento costante dell’inquinamento e, di conseguenza, del riscaldamento globale. L’innalzamento della temperatura media della superficie della Terra è il principale responsabile degli eventi climatici estremi che negli ultimi anni si stanno verificando con sempre maggiore frequenza.
Si tratta di una vera e propria emergenza che rende ormai prioritario favorire la transizione ecologica, ovvero il processo che prevede il passaggio dall’impiego di energia prodotta da fonti fossili a quella proveniente da fonti rinnovabili.
Al tempo stesso, questa trasformazione dev’essere affiancata da un percorso altrettanto importante, volto a ottimizzare i consumi energetici. In quest’ambito gioca un ruolo chiave l’efficienza energetica, che attraverso l’attuazione di una serie di interventi permette di ridurre il fabbisogno energetico beneficiando di prestazioni ottimali.
Naturalmente, per favorire l’efficienza energetica è fondamentale l’impegno di tutti, dalle istituzioni agli organi legislativi, passando per i privati cittadini.
Efficienza energetica: i provvedimenti dell’Unione Europea
Per promuovere la cultura dell’efficienza energetica all’interno dei Paesi dell’UE è stato messo a punto il pacchetto Fit for 55 (Pronti per il 55%). Si tratta di una delle iniziative incluse nel Green Deal, la strategia con cui l’Unione Europea ha preso l’impegno di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Nel dettaglio, Fit for 55 ha stabilito l’obbligo giuridico di arrivare a ridurre il quantitativo di emissioni rilasciate nell’atmosfera del 55% entro il 2030, tramite l’aggiornamento e la modifica delle direttive UE esistenti, così come attraverso l’attuazione di nuovi progetti.
Il pacchetto ha determinato una revisione della normativa UE anche per quello che riguarda l’efficienza energetica. A marzo 2023, infatti, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno trovato un accordo che ha portato a rivedere le previsioni fatte nel 2020 per il 2030 in merito ai consumi di energia finale all’interno dell’UE. In particolare, è stato stabilito che gli Stati membri dovranno attivarsi per ridurre ulteriormente i consumi precedentemente stimati dell’11,7%.
Per conseguire l’obiettivo fissato dalla direttiva aggiornata, ogni Paese dell’UE ha la possibilità di definire una strategia d’azione all’interno del proprio piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNEC).
Fit for 55 prevede anche un’iniziativa con cui arrivare a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, che all’interno dell’Unione Europea sono responsabili del 40% del fabbisogno energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.
In particolare, in questo caso è previsto che tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Per quanto riguarda quelli esistenti, invece, il pacchetto stabilisce provvedimenti diversi a seconda della natura della costruzione. Per gli edifici residenziali, infatti, è stato fissato un percorso finalizzato al raggiungimento delle emissioni zero entro il 2050. Gli edifici non residenziali, invece, dovranno rispettare delle norme minime di prestazione energetica che saranno stabilite autonomamente da ogni Stato membro.
Come migliorare l’efficienza energetica in ambito domestico
Naturalmente, è possibile accrescere l’efficienza energetica anche in ambito domestico, attraverso una serie di interventi e investimenti mirati.
Per ottimizzare i consumi di energia elettrica, per esempio, si può valutare l’installazione di un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo, un sistema di batterie che permettono di immagazzinare parte dell’energia prodotta in eccesso e di utilizzarla al bisogno, in un altro momento.
L’efficientamento energetico viene favorito anche migliorando l’isolamento termico dell’abitazione. In questo caso, è necessario effettuare interventi finalizzati a limitare gli eccessi e le dispersioni di calore, come per esempio l’installazione di infissi di ultima generazione oppure di cappotti termici.
In aggiunta, è possibile valutare la sostituzione di elettrodomestici obsoleti con modelli di ultima generazione di classe energetica elevata, che offrono ottime prestazioni a fronte di consumi più contenuti.
Per individuare i dispositivi migliori è necessario guardare l’etichetta energetica, che presenta una scala che va dalla A, con cui si indicano tutti gli elettrodomestici più performanti, alla G, che caratterizza gli apparecchi più energivori.
Allo stesso modo, per migliorare l’efficienza energetica in casa è possibile installare lampadine a LED, che permettono di usufruire di un’illuminazione ottimale consumando meno energia rispetto alle soluzioni a incandescenza e a fluorescenza.
L’impatto dell’efficienza energetica sui costi in bolletta
Migliorare l’efficienza energetica in casa determina un risparmio energetico che si riflette anche sulle bollette.
A illustrare nel dettaglio l’entità dell’impatto sui consumi di investimenti e interventi di efficientamento è intervenuta anche l’ENEA, ovvero l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Per esempio, l’installazione di un cappotto termico può arrivare a ridurre le dispersioni energetiche anche del 50%. Sempre l’ENEA sottolinea come con l’illuminazione al LED si possa arrivare a ottenere un risparmio energetico dell’85%, mentre con gli elettrodomestici di classe elevata i consumi possono diminuire fino al 40%.
Promuovere l’efficienza energetica anche nel proprio contesto abitativo permette quindi di salvaguardare l’ambiente e al tempo stesso tagliare i costi legati alle utenze domestiche di luce e gas.