Non saranno più solo alberghi, ristoranti o esercizi commerciali ad aumentare il proprio lavoro e il proprio personale durante le stagioni invernali e estive, anche l’Ospedale Parini di Aosta è pronto ad adattarsi alla vocazione turistica della regione.
Non è certo una novità che durante i mesi estivi la popolazione in Valle d’Aosta aumenti di 7/8 volte rispetto ai residenti e durante i mesi invernali di 4/5 volte. La novità degli ultimi anni però è la cronica carenza di personale di cui il sistema sanitario regionale, ma non solo, soffre.
La cura? La spiega il Direttore generale dell’Usl Massimo Uberti. Esperto ed appassionato di statistica è andato a spulciare mese per mese le presenze turistiche della regione, per riportarle poi in un grafico sulla lavagna presente nel suo ufficio e attorno a quel disegno chiamare a raccolta i vertici dell’azienda.
“Quei numeri mostrano una situazione unica a livello nazionale, che è cosa nota, ma rappresentarla è stato significativo e d’impatto” spiega. “Quei numeri mostrano inoltre che dobbiamo dare una risposta a bisogni sanitari che sono molto differenziati in corso d’anno. Dobbiamo provare a essere il più flessibili possibile nelle prestazioni che eroghiamo per andare incontro a quel fenomeno”.
Se i valdostani infatti hanno bisogno di un certo numero di prestazioni sanitarie legate ad eventi acuti e urgenti e la restante parte a prestazioni d’elezione, ovvero programmabili perché legate a patologie croniche, ben diversi sono i bisogni sanitari dei turisti. “Chi viene qui in vacanza o a lavorare per un certo periodo tendenzialmente gode di un buon stato di salute, ma poi, soprattutto praticando alcuni sport, è soggetto a eventi urgenti”. Sci in inverno, arrampicata, escursionismo, mountain bike in estate, fanno aumentare la domanda di prestazioni sanitarie di emergenza – urgenza (pronto soccorso, traumatologia, rianimazione, emodinamica, emergenza territoriale, ecc.).
Con le risorse di cui dispone l’ospedale deve quindi adattarsi, attraverso l’erogazione di “servizi a fisarmonica”. Il progetto, sperimentale di un anno, che partirà a breve va proprio in questa direzione. “Più servizi di urgenza nei periodi di iper afflusso e più servizi d’elezione durante il resto dell’anno”.
La rivoluzione porterà all’apertura di due nuovi reparti “polmone” e di un centro traumatologico, ma anche a sospensioni, a differenza del passato programmate, di interventi o ricoveri non urgenti nei periodi di alta stagione turistica, che saranno poi recuperati durante i restanti mesi dell’anno.
I due nuovi reparti, previsti dal progetto “ospedale adattabile”, avranno un minimo di 8/10 posti letto durante la bassa stagione, per arrivare a 18 in alta stagione. Saranno utilizzati prevalentemente per pazienti in fase di dimissione, e in casi particolari di picchi di pazienti in attesa di ricovero da Pronto Soccorso, potranno essere utilizzati anche per pazienti in attesa di posto letto nel reparto di destinazione.
L’incremento di patologie traumatiche nei vari periodi dell’anno troverà risposte invece con l’apertura di un Centro traumatologico all’Ospedale Parini, con coperture diversificate in base alla variazione dei bisogni dell’utenza e affiancandosi alle attività invernali dei 6 Centri traumatologici presenti nelle principali località sciistiche. Il nuovo servizio, in un’area dedicata distinta e differente dal Pronto Soccorso Generale, “consentirà, il trattamento diretto e immediato delle patologie traumatiche di piccola e media entità. Il medico specialista prenderà in carico il paziente e, dopo averlo visitato e prescritto gli esami diagnostici strumentali e di laboratorio che riterrà opportuni, potrà dimetterlo con apposito modulo di dimissione ambulatoriale”.
Per attuare il progetto ospedale adattabile l’Usl, visto l’organico ridotto all’osso, deve ricorrere ai “gettonisti” . Per questo nei giorni scorsi è stata avviata una procedura urgente da 2,7 milioni di euro. Tre i lotti messi a bando: la fornitura di servizi infermieristici e socio sanitari nel polmone 1 (base d’asta 1,2 mln), servizio medico nel centro traumatologico (694mila euro) e servizi infermieristici e socio sanitari nel polmone 2 (820mila euro). Chi vincerà i vari servizi si impegna a fornire personale disponibile ad aumentare i turni o le ore di lavoro durante i periodi di maggior afflusso turistico.
“Esternalizziamo perché non siamo riusciti ad assumere le persone con gli altri strumenti come concorsi e bandi per liberi professionisti. Con i gettonisti inoltre possiamo chiedere questa modulazione, che è più difficile da chiedere ai dipendenti” spiega Uberti.
I “gettonisti” sono una realtà da alcuni anni anche in Valle d’Aosta: dal pronto soccorso, alla pediatria fino alla neurologia. La novità è che si sta arrivando alle prime internalizzazioni dei professionisti. “Alla scadenza internalizzeremo il pronto soccorso radiologico del weekend, attraverso dei contratti che l’azienda stipulerà con gli attuali professionisti che coprono quel servizio. Stessa cosa per il terzo ambulatorio, quello dei codici non gravi, del Pronto soccorso”.
Sull’impiego di professionisti esterni, Uberti ci tiene a evidenziare come “siano sempre stati verificati i titoli e curriculum e anche quando ci sono stati controlli dei Nas non abbiamo mai avuto rilievi su queste esternalizzazioni”. Che la medicina poi non sia la migliore contro la carenza di personale il direttore generale dell’Usl non ha dubbi: “E’ l’ultima ratio, l’alternativa è procedere con l’interruzione di pubblico servizio. Il problema è a monte. Per vent’anni questo Paese ha formato circa 6000 specialisti in meno all’anno e ancor più infermieri. Dopo vent’anni siamo nella situazione in cui proviamo ad assumere, ma non troviamo. Uno Stato serio, e questo mi assumo la responsabilità personale di dirlo, avrebbe messo un tetto al valore orario e non avrebbe bloccato una roba che rischia di far chiudere gli ospedali”.
Già perché le esternalizzazioni ad oggi possono esser condotte per un anno, motivo per cui il progetto “Ospedale adattabile” sarà testato per 12 mesi. “Ci servirà a capire quanto funziona”.