Pagata 2,1 milioni di euro dalla struttura commissariale covid del Ministero e installata nel marzo del 2021 per ampliare i posti di terapia intensiva della Valle d’Aosta, la struttura “rianimazione triangolo” dell’ospedale Parini è stata utilizzata solo per brevissimi periodi durante l’emergenza Covid-19 e la ristrutturazione della rianimazione. Sin dall’inizio, il prefabbricato ha mostrato “limiti costruttivi legati a scelte effettuate in fase progettuale“, rendendo incerta la possibilità di un suo utilizzo stabile nel tempo.
Terminata l’emergenza, l’Azienda Usl ha avviato la procedura per ottenere l’agibilità definitiva, ma le verifiche tecniche hanno evidenziato “incongruenze strutturali e impiantistiche” che richiedono interventi di adeguamento. Per questo motivo, la struttura è stata temporaneamente chiusa. Attualmente, non ospita posti letto attivi e potrà essere utilizzata solo in caso di una nuova emergenza pandemica.
L’Azienda Usl ha contattato la ditta appaltatrice per valutare le criticità e ha chiesto al Ministero della Salute, committente dell’opera, di esaminare le problematiche emerse per adottare eventuali provvedimenti.
Nel marzo 2023, il capogruppo della Lega VdA in Consiglio regionale, Andrea Manfrin, aveva sollevato dubbi sulle condizioni della struttura, segnalando la presenza di un telo sul tetto per evitare infiltrazioni d’acqua nelle aree sottostanti. L’assessore alla sanità Carlo Marzi aveva confermato che si trattava di un “difetto strutturale” che causava infiltrazioni di acqua piovana.
Una risposta
In Valle stiamo diventando specialisti nel costruire edifici con infiltrazioni di acqua piovana. Dopo l’università è la volta della rianimazione triangolo. Pubblicare i nominativi dei progettisti, dei direttori dei lavori e delle ditte che realizzano cotali capolavori potrebbe essere un primo passo: chi li conosce li evita.