Il Binge drinking già da giovanissimi. La Valle d’Aosta avvia un progetto di prevenzione
Scende alla fascia delle scuole medie l’età delle prime sperimentazioni da parte di giovani e giovanissimi del cosiddetto binge drinking. Tale modalità di assunzione di un elevato numero di bevande alcoliche e superalcoliche in un arco di tempo ristretto viene percepita quale opportunità di perdita di controllo immediata e divertimento assicurato. Per contrastare un fenomeno sempre più diffuso tra le nuove generazioni, l’anno passato Valle d’Aosta e Veneto sono state selezionate per la realizzazione di due progetti denominati “Contrasto al binge drinking: interventi a favore dei giovani vulnerabili”.
Il consumo di alcool in Italia
Stando a quanto illustrato nel corso della seconda “Conferenza nazionale sull’alcool” tenutasi a Roma tra martedì 15 marzo e giovedì 17 marzo scorsi, le regioni del nord Italia riscontrano le maggiori criticità quanto a tipologia di bevande consumate e comportamenti dannosi per la salute.
In riferimento al 2020, l’Istat riporta che il 66,4% degli italiani di età superiore agli 11 anni – circa 36 milioni di persone – ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno. Tra di essi il 14,2% degli uomini e il 6,4% delle donne – circa 5 milioni e mezzo di persone – hanno ammesso di aver abitualmente abusato di tali sostanze; la fascia di età maggiormente colpita dal fenomeno è proprio quella degli adolescenti tra i 16 anni e i 17 anni. Se 8 milioni e mezzo di individui – il 22,9% degli uomini e il 9,4% delle donne – sono statisticamente identificati come a rischio, il lungo periodo di lockdown pandemico ha subito un netto incremento conducendo circa l’1% della popolazione maggiorenne – 830 mila soggetti – a necessitare di cure per la propria dipendenza.
La situazione valdostana
Per la nostra regione l’Istat riporta che a consumare con costanza bevande alcoliche sono l’81,1% degli uomini e il 59,9% delle donne, di cui rispettivamente il 19,9% e il 6,3% in maniera eccessiva. Secondo le stime, superiori rispetto alla media nazionale, le cittadine valdostane prediligono bevande quali vino (49,4%), birra (42,1%), aperitivi alcolici (39,5%) e super alcolici (22,8%); i cittadini, invece, paiono più propensi a un utilizzo rischioso per il 32% contro il 12,5% delle corregionali, un valore che ancora una volta spicca in negativo se paragonato a quello di tutta la Penisola.
Nel 2021 gli accessi al pronto soccorso ospedaliero sono stati 251, un dato in crescita sia rispetto ai 205 del 2020 sia ai 180 del 2019; il 10% dei ricoveri riguarda cittadini minorenni mentre il 20% interessa la fascia tra i 14 e i 25 anni. Inoltre, se nel 2020 la quota di giovani al di sotto dei 24 anni in cura presso il Servizio per le dipendenze dell’Azienda Usl resta fermo al 7%, nel 2021 esso raddoppia raggiungendo il 14,4%.
Il binge drinking
I ragazzi che vogliano provare il brivido del binge drinking acquistano, larga parte per il tramite di amici maggiorenni, ingenti quantità di superalcolici con lo scopo di ottenere una immediata ubriacatura che li lasci storditi nonché privi dei ricordi di quanto fatto durante la serata.
Istat sostiene che nel 2020 in Italia oltre 4 milioni di persone dichiara di aver consumato a frequenza variabile 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in una unica occasione; i binge drinkers di età compresa tra gli 11 anni e i 25 anni rappresentano a livello nazionale il 12,5% dei consumatori e l’8,7% delle consumatrici. In Valle d’Aosta il fenomeno è diffuso per il 18,1% tra gli uomini e per il 7,1% tra le donne, mentre tra i 15enni esso raggiunge punte del 56% nei maschi e del 51% nelle femmine.
Il progetto
Il progetto “Contrasto al binge drinking: interventi a favore dei giovani vulnerabili” fa capo a uno stanziamento di risorse ministeriali pari a oltre 48 mila euro ripartiti sul biennio 2023/2024 e sarà attivo dal prossimo mercoledì 15 febbraio sino a mercoledì 14 febbraio 2024.
“L’iniziativa è frutto di un lavoro di analisi dell’emergenza dell’abuso di alcool in Valle d’Aosta rispetto alle linee diffuse dall’Organizzazione mondiale della sanità e punta a combattere una nuova modalità di consumo percepita come naturale nonostante le sue pesanti ricadute in termini di salute e non solo – spiega la responsabile regionale del progetto, Monica Segandfreddo della Struttura assistenza territoriale, formazione e gestione del personale sanitario della Regione -. Non è preoccupante soltanto l’età di esordio sempre più bassa del fenomeno ma anche il fatto che questi ragazzi non comprendono che si tratti di un problema ma lo adottano come atteggiamento ludico-ricreativo”.
Le iniziative
Lungo il prossimo anno sarà avviata una opportuna campagna informativa pensata per rendere maggiormente consapevole il bevitore adulto delle problematiche legate a un consumo anche esiguo ma continuativo di alcool: il tentativo sara quello di insistere sulle conseguenze patologiche quali per esempio tumori o demenze apportate dall’accostamento tra alcolici, superalcolici ed errata alimentazione.
“Stiamo studiando un nuovo codice di pronto soccorso che identifichi con precisione il binge drinking per permettere agli operatori del Servizio per le dipendenze di prendere in carico i vari casi di ricovero, spesse volte banalizzati o sottovalutati dagli stessi giovani che finiscono poi con il ricadere nel problema – prosegue Seganfreddo -. Attiveremo anche una équipe per un lavoro riabilitativo direttamente sul territorio che proporrà attività quali montagna terapia o percorsi peer to peer con ragazzi già curati che vogliano venire incontro ai propri coetanei”.