Influenza e ricoveri: al Parini fase di tregua dopo settimane di forte pressione

Dopo la saturazione del pronto soccorso registrata a metà dicembre, alle 16 di oggi i pazienti con ricovero già deciso in attesa di un letto sono sei. Picco attesa fra Natale e Capodanno.
L'ospedale "Parini" di Aosta
Sanità

Dopo giorni di forte pressione sui reparti, oggi l’Ospedale regionale Umberto Parini di Aosta registra una relativa fase di stabilizzazione. Alle 11 di questa mattina, i pazienti in pronto soccorso erano 30, di cui 8 in attesa di un posto letto per il ricovero, con un tempo medio di attesa di circa sei ore. Alle 16 di oggi, i pazienti con ricovero già deciso in attesa di un letto sono sei.

Una situazione in miglioramento rispetto alle settimane precedenti: tra il 10 e il 15 dicembre, il pronto soccorso ha vissuto giorni di forte pressione, registrando tra i 20 e i 24 pazienti in attesa di un posto letto. “Il picco dei ricoveri, atteso per metà gennaio, è arrivato in anticipato rispetto alle previsioni. Nei giorni 6 e 7 dicembre si sono registrati circa 130-140 accessi, numeri ancora gestibili. Durante la settimana successiva, si è verificata una rapida accelerazione , in linea con quanto osservato anche in altre regioni italiane.” – ha detto il Direttore Sanitario Mauro Occhi.

Attualmente, i ricoverati in tutto l’ospedale sono 316: in alcuni reparti ci sono ancora posti disponibili, mentre Malattie Infettive e Pneumologia registrano la piena occupazione dei posti letto. Sul quadro complessivo incide anche l’aumento della popolazione presente sul territorio legato ai flussi turistici invernali. “Gran parte dei ricoveri sono evitabili. Il 75% dei pazienti ricoverati non è vaccinato: vaccinare gli anziani aiuterebbe a ridurre la pressione sul pronto soccorso.” – ha aggiunto Occhi.

Il picco tra Natale e Capodanno

Nel reparto di Malattie Infettive, dove circa un terzo dei dieci posti letto è attualmente dedicato all’influenza, la presenza di persone vaccinate è rara. “La vaccinazione ha un effetto protettivo: nei soggetti immunizzati non si registrano in genere importanti fabbisogni di ossigeno.” – ha detto la Direttrice della Struttura complessa di Malattie Infettive Silvia Magnani. “La K è una delle varianti dell’influenza A(H3N2) e si caratterizza per una diffusione particolarmente veloce. Non individuiamo direttamente la K: tutti i casi vengono classificati come A(H3N2) e non abbiamo la specifica delle sette varianti circolanti.” – ha spiegato.

Dal punto di vista clinico, la variante si manifesta come una tipica sindrome influenzale, con febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari, stanchezza e, in alcuni casi, disturbi gastrointestinali. L’influenza colpisce soprattutto la persone oltre gli 80 anni e chi ha patologie cardiovascolari o polmonari. “La percezione è che la durata dei sintomi possa essere più lunga, con febbri che si protraggono per diversi giorni. L’influenza non è mai da prendere sottogamba, soprattutto nei grandi anziani e nelle persone fragili: può comportare difficoltà respiratorie e la necessità di ossigeno può tradursi in una difficoltà di tornare al domicilio.” – ha aggiunto.

“Il picco dovrebbe registrarsi tra Natale e Capodanno: coincide infatti sempre con assembramenti e riunioni in posti chiusi.” – ha concluso. Nel quadro attuale, l’influenza incide maggiormente sull’attività ospedaliera rispetto al Covid-19, che in questa fase non rappresenta una frequente causa di ricovero.

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