Attivati gli ambulatori ad accesso diretto in tre poliambulatori. È il primo passo per le “Case di comunità”

Diventa operativo il nuovo servizio di Ambulatori ad accesso diretto nei tre poliambulatori di Morgex, Châtillon e Donnas, che segnano così il loro passaggio a Case della Comunità. Dal 14 luglio al 22 agosto aprono anche gli ambulatori dedicati ai turisti.
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Sanità

Con l’estate, entra nel vivo la riforma dell’assistenza territoriale in Valle d’Aosta. A spiegarlo è l’Azienda Usl in una nota.

Diventa così operativo il nuovo servizio di Ambulatori ad accesso diretto nei tre poliambulatori della regione – quelli di Morgex, Châtillon e Donnas –, che segnano il loro passaggio a Case della Comunità.

I cittadini, al di fuori dell’orario in cui il proprio medico di famiglia può essere contattato o perché ne temporaneamente sprovvisti, possono andare in questi ambulatori senza appuntamento, per ricevere visite mediche e prescrizioni di farmaci.

L’attivazione del servizio rappresenta, insieme all’assistenza domiciliare e alla rete di coordinamento tra vari livelli di assistenza, un ulteriore passo verso un modello di sanità territoriale più vicina ai cittadini, accessibile e integrata, dice ancora l’Usl.

Al Poliambulatorio di Aosta l’attivazione è invece, attualmente, in via di sviluppo. Intanto, nei prossimi mesi verranno attivati anche gli ulteriori servizi nelle Case della comunità previsti dalla nuova normativa, nonché l’ospedale di comunità con i suoi posti letto per chi viene dimesso dal nosocomio ma non può ancora rientrare a casa. Oppure, per chi da casa ha necessità di un breve periodo di assistenza sanitaria specifica in una struttura adeguatamente organizzata come, appunto, l’ospedale di comunità.

A luglio gli ambulatori ad accesso diretto di Châtillon e Donnas sono aperti dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20 ed il sabato dalle 8 alle 12. Per quello di Morgex, invece, gli orari temporanei saranno lievemente ridotti.

I primi giorni di avvio – dice ancora l’Azienza sanitaria – hanno permesso di sperimentare il nuovo servizio monitorando e inserendo eventuali aggiustamenti negli aspetti amministrativi e nei flussi digitali.

La nuova organizzazione è garantita dai medici di famiglia, oggi parte del cosiddetto “ruolo unico”, che integra l’attività di medicina generale con quella della continuità assistenziale (ovvero, l’ex guardia medica). I medici, raggruppati in un nuovo sistema organizzativo, le Aggregazioni funzionali territoriali (AFT), assicurano una presenza settimanale nelle Case della Comunità, offrendo così maggiore accessibilità e continuità nella presa in carico dei pazienti.

“L’obiettivo è rafforzare l’assistenza territoriale, rendere i servizi più accessibili e ridurre gli accessi impropri al Pronto Soccorso – spiega il direttore generale dell’Azienda Usl Massimo Uberti –. La vera novità della riforma è che si realizza, anche attraverso la nascita delle Aggregazioni funzionali territoriali, la possibilità per i medici di famiglia di uscire da una condizione di liberi professionisti isolati e di lavorare tutti (e non solo su base volontaria) in modo coordinato in gruppi di professionisti. È un presupposto importante per portare allo sviluppo di competenze diagnostiche di primo livello in tali gruppi, formando e valorizzando specialità o competenze acquisite”.

L’Ambulatorio ad accesso diretto “si aggiunge ai servizi già presenti sul territorio e non modifica in alcun modo l’attività dei medici di famiglia nei loro ambulatori tradizionali, la cui distribuzione capillare resta un valore fondamentale da preservare e, se possibile, da rafforzare perché è proprio nella combinazione tra innovazione organizzativa e valorizzazione delle risorse già esistenti che si costruisce un modello efficace, accessibile e sostenibile di sanità territoriale”, dice ancora il Direttore generale Usl.

“Si tratta di una riforma epocale per la medicina del territorio, che mira a migliorare e ottimizzare in maniera corretta la risposta ai bisogni di salute della popolazione della nostra regione – spiega invece il dottor Robert Camos, referente della AFT 2B, l’Aggregazione di medici di base della Bassa Valle (ex Distretto 4) –. La sfida del territorio è la presa in carico e la gestione dei pazienti anziani, fragili e affetti da patologie croniche attraverso percorsi di assistenza e monitoraggio costruiti a seconda delle peculiarità territoriali della Valle d’Aosta, nella piena collaborazione tra i medici di assistenza primaria e le altre figure sanitarie e sociosanitarie dei Distretti”.

L’Assessore alla Sanità Carlo Marzi aggiunge: “Con gli ambulatori ad accesso diretto si realizza di fatto il passaggio alle Case della Comunità, rappresentando un altro passo fondamentale nella riorganizzazione della Sanità sul territorio. La collaborazione che in queste strutture si realizza tra i medici di famiglia e gli altri professionisti garantisce ai pazienti una presa in carico più immediata sul territorio, rafforzando il ruolo dei medici stessi e riducendo la pressione sul nostro unico ospedale. Questo servizio, rivolto sia ai residenti che ai turisti, consente di far fronte alle maggiori necessità di intervento e cura nei periodi di alta stagione, in cui l’afflusso turistico aumenta di varie volte la popolazione della nostra regione su tutto il territorio regionale”.

Le sedi e il calendario di apertura per luglio

Casa della Comunità di Morgex – viale del Convento, 5

  • dalle 16 alle 20 il 15, 16, 17, 18, 22, 24, 25, 29 e 31 luglio
  • dalle 8 alle 12, il 19 e 26 luglio

Casa della Comunità di Chatillon – via Chanoux, 119

  • dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20
  • sabato dalle 8 alle 12

Casa della Comunità di Donnas – via Roma, 105

  • dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20
  • sabato dalle 8 alle 12

Il servizio nelle Case della Comunità è aperto anche ai turisti per i quali la tariffa è di 25 euro per la visita e di 10 euro per la prescrizione.

Per i turisti, con la stessa tariffa, saranno attivi per alcuni giorni alla settimana, dal 14 luglio al 22 agosto, anche gli ambulatori dedicati nelle principali località di villeggiatura:

  • La Thuile – Ambulatorio Usl in via Collomb, 36
  • Cogne – Ambulatorio Usl in località Villaggio Cogne, 49
  • Valtournenche – Ambulatorio Usl in frazione Crétaz, 67
  • Brusson – Consultorio Usl in via La Pila, 182
  • Champoluc – Ambulatorio comunale in piazzale Ramey
  • Gressoney-Saint-Jean – Sporthaus in località Tscharsde, 29

Gli ambulatori ad accesso diretto per i turisti sono operativi nei giorni feriali e non è prevista l’attività a domicilio. Il calendario è disponibile a questo link.

Nei Comuni, le sedi ambulatoriali, le strutture ricettive, gli Uffici del turismo saranno esposti gli orari e i numeri di telefono dei medici. Eventuali variazioni saranno comunicate anche tramite il sito web istituzionale dell’Azienda Usl.

Prosegue la riforma dell’assistenza territoriale: con l’estate gli ambulatori ad accesso diretto nelle Case di comunità

10 giugno 2025

medico di famiglia

Prosegue la riorganizzazione dell’assistenza territoriale in Valle d’Aosta, prevista dal nuovo piano salute regionale, in attuazione delle normative nazionali. Con l’estate saranno attivati, nelle quattro Case di comunità (gli ex poliambulatori di Aosta, Morgex, Châtillon e Donnas), degli ambulatori ad accesso diretto, aperti dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20, e il sabato dalle 8 alle 12. Potranno essere utilizzati da chi, in quel momento, non riesce a contattare il proprio medico di base o ne è sprovvisto.

Saranno proprio i medici di famiglia a garantire l’apertura di questi ambulatori, secondo quanto previsto dalla riforma nazionale, che li inserisce nel cosiddetto “ruolo unico”, ovvero un modello che unisce l’attività di medicina generale alla continuità assistenziale (ex guardia medica). La misura prevede l’introduzione dell’obbligo di un numero minimo di ore settimanali da prestare nelle case di comunità in base al numero di assistiti.

Ad annunciare le novità è stato il direttore generale dell’Azienda Usl, Massimo Uberti, intervenuto oggi pomeriggio all’Assemblea del Celva insieme all’assessore alla Sanità Carlo Marzi, al direttore sanitario Mauro Occhi e al dirigente Claudio Perratone.

Riforma medici di famiglia
Riforma medici di famiglia

“I nuovi medici di base sono a tutti gli effetti già medici del ruolo unico – spiega Claudio Perratone – e hanno un obbligo di debito orario proporzionale agli assistiti. I medici già in servizio potranno scegliere invece se aderire o meno.” A titolo di esempio, un medico con 1.200-1.500 pazienti dovrà garantire almeno 6 ore settimanali di presenza nella Casa di comunità, 12 se gli assistiti sono fra i 1000 e i 1200.

“La vera novità della riforma – aggiunge Uberti – è che, progressivamente, i medici di famiglia dovranno smettere di operare come liberi professionisti e iniziare a collaborare in équipe. Oggi abbiamo con questa riforma e l’introduzione delle aggregazioni funzionali territoriali quattro referenti dei medici di medicina generale con cui possiamo dialogare per migliorare il servizio sulla base delle risorse disponibili.”

L’obiettivo è duplice: migliorare l’assistenza sul territorio e ridurre il ricorso improprio al pronto soccorso.
Tra gli interventi già avviati della riforma rientrano il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata, passata da 200 a oltre 3.000 pazienti in tre anni, e delle cure palliative. È stato inoltre siglato un accordo con i sindacati dei medici di medicina generale per incentivare l’apertura di ambulatori anche nei comuni più periferici e una convenzione con il Celva per l’utilizzo di spazi pubblici. Ad oggi sono 12 gli ambulatori attivati in zone “marginali” precedentemente sprovviste.

Altro tassello fondamentale della riforma è l’ospedale di comunità, “che non è un ospedale, ma una struttura territoriale e intermedia” ricordano i vertici della sanità valdostana. Il servizio prevede una degenza intorno ai 20 giorni, per chi esce dall’ospedale e ha esigenze sanitarie importanti per cui non gli è consentito il rientro al proprio domicilio o in struttura residenziale. In Valle d’Aosta ne era previsto uno, quello di Aosta, finanziato da fondi Pnrr, ma ne sarà realizzato un secondo, con fondi regionali, a Verrès.

Oltre alle Case e agli Ospedali di comunità, la riforma prevede: la centrale operativa territoriale (COT), già attiva dal 1° luglio 2024, per il coordinamento della presa in carico del paziente, il numero europeo armonizzato 116117, servizio gratuito per le cure non urgenti, che sarà attivato entro la fine del 2025, l’infermiere di famiglia e comunità, figura di riferimento sul territorio che opera in integrazione con i servizi sociali e sanitari, la rete delle cure palliative, per la presa in carico globale dei pazienti con patologie croniche o terminali e la telemedicina, per prestazioni a distanza e supporto tra pazienti e operatori sanitari tramite tecnologie digitali.

“Abbiamo una normativa nazionale di riferimento, ma la stiamo declinando in chiave valdostana, cercando di essere il più vicini possibile al territorio” ricorda l’assessore Marzi.

Nonostante il quadro organizzativo in evoluzione, permangono le difficoltà legate alla carenza di personale di medici e infermieri.
“Rispetto al panorama nazionale sui medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta siamo un’eccezione – ha concluso Uberti –. Abbiamo oggi circa 300 assistiti senza medico di famiglia, ma già da metà luglio riusciremo a coprire anche questi casi. Tuttavia, l’obiettivo resta garantire la libera scelta del medico, e non una soluzione obbligata.”

2 risposte

  1. A me sembra una serie di cose che ci sono già, altre che non ci sono ancora e alcune non ci saranno. Aspettiamo il taglio del nastro degli Ospedali di Comunità …

  2. Ottima riforma, assolutamente necessario iniziare a riformare la giungla della medicina territoriale, bravo il direttore Uberti a spingere in questa direzione.
    Peccato non possa vincolare maggiormente i medici di famiglia a doveri più stringenti e precisi, ma è comunque un inizio.
    Se la maggioranza dei medici di famiglia inizierà a lavorare con standard comparabili a quelli dei loro colleghi ospedalieri, la medicina sul territorio migliorerà e il pronto soccorso non sarà più sotto una pressione insostenibile.

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