Identificata per la prima volta nel 1931 in Kenya, la Febbre della Valle del Rift è una malattia trasmessa agli animali e all’uomo da un ampio spettro di zanzare, in particolare i generi Aedes e Culex. Diventata endemica nell’Africa sub-sahariana, la malattia è stato identificata anche in Nord Africa e dal 2000 focolai segnalati in Arabia Saudita e Yemen nel 2000, aumentando le preoccupazioni che il virus potesse raggiungere anche l’Europa.
Alla Febbre della Valle del Rift (RVF) sarà dedicata una tre di formazione per il personale Usl, con anche una simulazione pratica. L’appuntamento è in programma dal 6 all’8 novembre nella Sala della BCC Valdostana in Piazza Arco d’Augusto 10 ad Aosta. La partecipazione all’evento è gratuita e indirizzata a medici, veterinari, infermieri e tecnici. Per iscriversi è necessario accedere al portale.
L’iniziativa è organizzata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, con il patrocinio della Regione Autonoma Valle d’Aosta, in collaborazione con l’Assessorato Sanità, Salute e Politiche Sociali e l’Azienda USL Valle d’Aosta. L’evento conta relatori di profilo internazionale: interverranno la Direttrice delle Emergenze e della salute animale della Direzione Generale dei Servizi dell’Alimentazione e Veterinaria al Ministero dell’Agricoltura della Repubblica del Portogallo, prof.ssa Yolanda Vaz, e la dott.ssa Chiara Pinoni del Laboratorio di riferimento EU per la Febbre della Valle del Rift.
“Questo evento formativo è un’importante opportunità per approfondire le conoscenze sulla RVF, la sua epidemiologia, e acquisire competenze in materia di biosicurezza. – spiega una nota Per la prima volta in Italia verrà messa in campo una simulazione in cui i partecipanti al corso si cimenteranno in modo pratico con i vari aspetti della gestione dell’emergenza RVF cercando di di ricreare le condizioni ideali per fare in modo di proteggere le persone, gli animali e il territorio”.
Tra i conduttori del corso ci sono il dottor Marco Ragionieri, direttore della Struttura Complessa Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche dell’Azienda USL e la dott.ssa Silvia Magnani, responsabile della Struttura di Malattie infettive dell’Ospedale regionale “Parini” di Aosta.
“Il virus, trasportato e inoculato dalle zanzare, causa epidemie tra il bestiame e, occasionalmente, casi umani. A causa dei cambiamenti climatici, l’habitat naturale delle zanzare si sta espandendo e la globalizzazione potrebbe far sì che zanzare portatrici infettino il bestiame che viene esportato fuori dall’Africa e dal medio oriente. Se questo accadesse, ci sarebbero importanti ricadute sulla società, con perdite economiche e commerciali – spiega la dott.ssa Magnani -. È fondamentale rafforzare la conoscenza di queste infezioni e la capacità di controllo della loro diffusione in tutta l’area mediterranea con un approccio di One Health, cioè di integrazione multidisciplinare, perché la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono indissolubilmente legate”.
“Le malattie vettoriali per loro natura non sono prevedibili e i vettori sono direttamente proporzionali al caldo e all’umidità. Con i fenomeni legati al cambiamento climatico l’attenzione da porre è chiaramente maggiore. Bisogna continuare a investire sia sulla ricerca sia sul lavoro integrato tra tutti i sistemi allenandoci, attraverso una formazione mirata, ad affrontare una eventuale condizione di emergenza” dice Riccardo Orusa, Direttore scientifico del Centro di referenza nazionale per le malattie degli animali selvatici di Aosta dell’Istituto zooprofilattico Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
L’obiettivo della formazione è fornire una comprensione approfondita della malattia, della sua situazione epidemiologica a livello globale, e delle misure di prevenzione e gestione necessarie. In particolare, verranno affrontati nuovi scenari epidemiologici, le implicazioni per la fauna selvatica, la legislazione europea in materia di malattie di emergenza, e il ruolo dei laboratori di riferimento europei. Saranno anche condivise esperienze relative ai vettori in Piemonte.