Respinge con decisione le accuse di inerzia e disinteresse arrivate dai sindacati e da alcuni docenti precari, l’Assessore regionale all’Istruzione Jean-Pierre Guichardaz. “Affermazioni gravi e infondate”, dice, ricordando come la Regione si sia attivata fin dall’inizio, non solo per garantire le migliori condizioni ai 44 vincitori del concorso Pnrr, ma anche per agevolare più in generale i percorsi abilitanti dei docenti valdostani.
In una nota unitaria Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals e Savt École accusavano ieri Piazza Deffeyes di una “persistente inerzia politica”per non aver agito dinanzi alle decisioni dell’Università della Valle d’Aosta di non attivare i corsi abilitanti per i docenti. I sindacati evidenziano le “gravi ripercussioni per i precari”, costretti a frequentare percorsi formativi fuori Valle “a causa dell’assenza di programmazione e ascolto da parte delle istituzioni” e ricordano di aver “sollecitato da mesi”, senza esito, l’attivazione dei percorsi da 30, 36 e 60 CFU necessari per l’abilitazione all’insegnamento, sottolineando che la Regione siede nel consiglio dell’Ateneo con il presidente e l’assessore all’istruzione. Una presenza che, a loro giudizio, avrebbe dovuto concretizzarsi in un intervento deciso per garantire i corsi anche in Valle. “Non si può permettere che l’università venga indebolita da un disinteresse politico che ne mina le fondamenta” scrivono nella nota.
“Da quando mi sono insediato, tutte le decisioni sono state condivise con i sindacati – sottolinea l’Assessore –. Abbiamo sottoscritto a ottobre con loro un contratto integrativo regionale per i permessi di studio, misura mai applicata prima nella scuola valdostana. È stato un impegno straordinario, perché questo tipo di contratto non esiste a livello nazionale. I permessi, peraltro, comprendono anche il tempo di spostamento verso la sede universitaria, un riconoscimento importante per chi deve frequentare fuori Valle”.
I problemi, secondo l’assessore, sono nati dal ritardo del Ministero nel varare i decreti attuativi. “I corsi sarebbero dovuti partire a gennaio, invece i decreti sono arrivati solo tra fine febbraio e marzo, costringendo le università a partire tardi e a concentrare le attività in pochi mesi. La situazione si è fatta caotica e difficile da gestire, ma non certo per inerzia nostra”.
Per facilitare inoltre l’accesso ai percorsi, la Giunta regionale approverà lunedì una delibera che elimina il limite di età di 40 anni per le borse di studio per gli universitari, aperte anche a chi ha frequentato i corsi abilitanti. “Una misura importante – evidenzia Guichardaz – che si aggiunge a quanto già fatto. Le nostre borse di studio sono tra le più inclusive in Italia, con soglia Isee fino a 44.000 euro, contro i 24.000 nazionali”.
Sul nodo dei posti disponibili e dei criteri di accesso, l’assessore è netto: “Non è vero che abbiamo promesso posti riservati a tutti. I posti in soprannumero sono stati chiesti per i vincitori del concorso, perché su questi si basa il fabbisogno ufficiale trasmesso dalla Sovrintendenza. È tecnicamente e giuridicamente impossibile prevedere posti per ipotetici aspiranti abilitanti: non si può sapere quanti idonei o precari vogliano frequentare. Alcuni lo fanno, altri no. Non si può programmare sulla base di intenzioni.”
L’assessore evidenzia anche il limite strutturale della Valle d’Aosta, con una piccola Università con 1000 studenti rispetto ai 40mila di Torino: “Costruire un corso costa oltre 200mila euro. Devi avere il direttore, le strutture, gli insegnanti, per i quali in parte puoi attingere già dal tuo organico, altrimenti li devi prendere a contratto. Tutti cose che non puoi fare su un’ipotesi, perché non puoi sapere poi se gli idonei si iscrivono, senza contare che devi essere attrattivo anche nei confronti dell’esterno.” Da qui l’adesione al consorzio Cifis con Torino “cercando in ogni modo di favorire i docenti valdostani. Abbiamo chiesto e ottenuto la possibilità di svolgere il tirocinio in Valle, oltre a permettere la frequenza online per una parte dei corsi”.
Guichardaz difende anche la scelta di sostenere prioritariamente i vincitori del concorso: “Sono gli unici che, per legge, devono completare il percorso entro il 31 agosto per non perdere l’immissione in ruolo. È su di loro che abbiamo concentrato gli sforzi, ma questo non significa che abbiamo ignorato gli altri. Le nostre misure sono aperte anche ad altri casi”.
Sulla polemica legata ai carichi didattici dei corsi organizzati da Cifis, l’assessore precisa che “la Regione non ha alcuna competenza sui contenuti didattici delle università. Alcuni docenti hanno fatto ricorso contro l’università per la presenza di esami intermedi non previsti, ma questa è una questione tra corsisti e ateneo”.
Quanto al confronto con le università telematiche, Guichardaz riconosce che “offrono modalità più snelle e tempi certi, ma non dipende da noi. Ogni docente ha scelto liberamente dove iscriversi. Noi abbiamo cercato di rendere Torino una scelta accessibile e agevolata, ma nessuno è stato obbligato”.
Infine, l’assessore ribadisce: “Sono amareggiato dalle accuse di inerzia. I sindacati erano perfettamente informati di tutto. Tutte le misure sono state concertate con loro. Parlare oggi di disinteresse è un’operazione che tradisce il lavoro fatto in questi mesi, spesso dietro le quinte, ma sempre con l’obiettivo di tutelare i nostri docenti e la scuola valdostana”.
Abilitazione a rischio: i docenti precari valdostani chiedono equità
10 giugno 2025
E’ ancora in salita il percorso dei docenti impegnati quest’anno nei percorsi abilitanti. Anche l’ultimo giro di boa si sta rilevando più impegnativo del previsto, soprattutto per chi ha deciso o ha dovuto rivolgersi al Cifis (Centro formazione insegnanti Piemonte) dell’Università di Torino, sostenendo peraltro costi non indifferenti. Secondo i firmatari di una petizione rivolta al Presidente della Regione Valle d’Aosta e all’Assessore all’istruzione, gli insegnanti precari rischiano di subire una disparità di trattamento rispetto ai colleghi iscritti in altri atenei italiani.
Il motivo? L’Università di Torino non ha previsto una sessione dell’esame finale di abilitazione entro il 30 giugno 2025, data ultima per l’inserimento negli elenchi aggiuntivi della prima fascia delle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS). Le sessioni previste dal Cifis sono fissate tra il 30 giugno e il 18 luglio 2025 per i vincitori di concorso, e tra il 1° settembre e il 29 novembre per i restanti iscritti, tra cui i docenti precari.
La petizione sottolinea come il bando di ammissione non prevedesse alcuna indicazione su queste tempistiche e ricorda che altre università statali e telematiche hanno organizzato una prima sessione utile prima del termine di fine giugno. Una scelta che, secondo i docenti valdostani, potrebbe penalizzare ingiustamente coloro che hanno completato regolarmente le attività previste, costringendoli a rientrare nella seconda fascia GPS, riservata ai docenti non abilitati.
I firmatari chiedono quindi al Presidente della Regione e all’Assessore competente, in quanto membri del consiglio dell’Università della Valle d’Aosta (aderente al Cifis), di intervenire presso l’Università di Torino per sollecitare l’organizzazione di un appello straordinario tra il 27 e il 30 giugno, così da permettere ai docenti abilitandi di ottenere il titolo entro la scadenza utile per le GPS.
Accanto a questa richiesta, un’altra petizione denuncia anche altre criticità nel percorso abilitante: prove intermedie e valutazioni disciplinari non previste dal Dpcm del 4 agosto 2023 che regolamenta i percorsi abilitanti, e che inciderebbero sul voto finale. Un peso non previsto dalla normativa e che non si riscontra in altre università, dove gli studenti sono valutati unicamente sulla prova finale.
Altro punto critico riguarda la gestione del tirocinio, avviato con ritardo e regolato in modo disomogeneo. In alcuni casi, si richiede la frequenza del 100% di ore specifiche, in contrasto con la soglia del 70% prevista dalla normativa nazionale. Secondo i docenti, questo ha ulteriormente ostacolato la possibilità di completare il percorso e accedere all’esame finale entro giugno.
A oggi, la seconda petizione promossa online è stata sottoscritta da circa 300 insegnanti precari e chiede: la rimozione delle prove intermedie non previste dal decreto, o la loro trasformazione in esercitazioni non valutate né tracciate; l’applicazione uniforme del 70% di frequenza per tutte le componenti del tirocinio e il rispetto del principio di equità e legalità, per garantire pari condizioni agli abilitandi su scala nazionale.
Nei giorni scorsi la questione è finita anche in Consiglio regionale, con l’Assessore regionale Guichardaz che rispondendo ad una interrogazione del consigliere Claudio Restano di Rassemblement Valdotaine ha rassicurato i vincitori di concorso: “I Ministeri competenti hanno dato alle università indicazioni di privilegiare nella calendarizzazione degli esami finali i candidati vincitori di concorso iscritti ai percorsi da 30-36 Cfu ai fini dell’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento, entro e non oltre il 18 luglio 2025.” ha spiegato l’Assessore ” Al fine di facilitare, tra l’altro, la conciliazione fra esigenze lavorative ed esigenze formative, i Ministeri, attraverso una nota del 12 maggio, hanno disposto che le università potessero stabilire, attraverso appositi accordi, la possibilità di frequentare le didattiche disciplinari presso la sede universitaria più vicina alla sede di servizio del docente. Pertanto, in accordo con l’Università di Torino e con il Cifis, l’Università della Valle d’Aosta ha predisposto tutte le procedure amministrative e si è organizzata per mettere a disposizione le aule e le credenziali per accedere al wi-fi. Si segnala peraltro che le lezioni presso l’Università della Valle d’Aosta hanno già avuto inizio da un paio di settimane.”
Una risposta
Sarebbero tante, tante le cose da puntualizzare, ma mi limiterò a queste:
1) Rispetto al contratto integrativo regionale per i permessi di studio, sarebbe utile maggiore precisione: ha riguardato solo gli iscritti dello scorso anno. Chi si è iscritto nel 2024/2025, invece, non ha avuto accesso ad alcun tipo di permesso (ad eccezione dei vincitori), e questo andrebbe chiarito per non dare un’impressione fuorviante a chi legge. Grazie Assessore, ci ha dato un altro spunto interessante qualora volessimo approfondire la differenza di trattamento (in questo caso, tra prima e seconda edizione dei percorsi).
2) In merito all’“incertezza sul numero di posti disponibili presso Univda” sembra quasi che i posti vengano stabiliti dalle singole università, ma sappiamo tutti che sono assegnati dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Per questo motivo, basare le considerazioni sul numero attuale dei docenti valdostani è del tutto errato, o si tratta semplicemente di una dichiarazione fuorviante?
Per Lei, ex assessore al turismo, è a maggior ragione necessario superare una visione eccessivamente limitata e aprirsi a una prospettiva più ampia, come d’altronde si chiede (o è stato richiesto) spesso in altri ambiti della politica regionale.
3) Non mi pare si sia mai parlato di posti per TUTTI i docenti valdostani, sarei curioso di sapere dove Guichardaz abbia trovato questo tipo di richiesta.
4) “Le misure sono aperte anche ad altri casi”, quali, esattamente? Perché non si specifica? Forse perché non ci sono altri casi? O si riferisce ai 6 che hanno frequentato una, massimo due lezioni da Univda il sabato mattina?
5) Sulla “frequenza online” dei corsi, è bene sottolineare che non si tratta di un’eccezione concessa alla Valle d’Aosta, una parte dei corsi, in particolare le lezioni trasversali, sono erogate online PER TUTTI gli iscritti, altro che favoritismi.
E quindi, alla luce di tutto questi, anche oggi sono state inoltrate dichiarazioni parzialmente esaustive, ma ormai non ci resta che farci una grande, grossa risata.