Dal bullismo all’inclusione: arriva Ethical, un modello per educare con responsabilità

Ethical è un modello organizzativo di prevenzione e gestione del bullismo e della violenza tra pari nelle scuole e nello sport che si pone come obiettivo quello di creare un sistema coerente di aiuto e di supporto ai ragazzi, formando i principali adulti di riferimento dai genitori, agli insegnanti, agli allenatori e ai tecnici sportivi.
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Scuola

Nelle scuole e centri sportivi valdostani è arrivato il progetto Ethical, un modello organizzativo di prevenzione e gestione del bullismo e della violenza tra pari. Presentato nel pomeriggio di ieri, mercoledì 29 maggio, si tratta di un progetto ideato dall’avvocata penalista Giorgia Venerandi – counselor gestaltico (anche in età evolutiva) e mediatrice scolastica, dirigente di Konsumer Italia per il Dipartimento tutela minori e non solo – con il nome di Ethical sport dedicato al contrasto del bullismo negli ambienti sportivi.

Ethical è il risultato di un lavoro articolato, costruito nell’arco di un anno grazie alla proposta dell’avvocata Venerandi. Il progetto ha visto un investimento di 35 mila euro da parte dell’Assessorato al sistema educativo e 15 mila euro da parte dell’Ausl, per avviare una sperimentazione che ha preso forma in due contesti: l’Isiltp di Verrès e l’ASD Tennis Châtillon-Saint-Vincent. Inoltre, a partire da settembre, sarà attivato un supporto psicopedagogico con la figura dello psicologo fisso in tutte le scuole superiori e paritarie della regione” commenta l’assessore regionale alle politiche giovanili Jean-Pierre Guichardaz.

Il bullismo si definisce per tre caratteristiche fondamentali: l’intenzionalità, la reiterazione con la volontà di provocare danni alla vittima. Nel caso del cyberbullismo, l’utilizzo di internet, rende la definizione di questo comportamento ancora più difficile da individuare.  Secondo i dati del report della piattaforma ELISA 2022/23, in Valle d’Aosta la maggior parte dei casi di bullismo rimane sommersa: non viene mai denunciata né raggiunge l’attenzione degli adulti, degli insegnanti o di chi potrebbe intervenire. Il risvolto più drammatico di questa invisibilità è l’aumento dei suicidi tra i minorenni: negli ultimi otto anni a livello nazionale, si è registrata una crescita pari a 20 volte. A livello europeo, si stima che i disturbi mentali colpiscano circa il 13% dei minori. Già nel 2013 si è assistito a un forte incremento degli accessi al pronto soccorso per autolesionismo e ideazione suicidaria, fenomeno probabilmente legato alla diffusione degli smartphone e all’uso precoce di sostanze come i cannabinoidi.  Il progetto Ethical interviene su questa dimensione sociale, lavorando su ciò che sta alla base del disagio giovanile: il deterioramento delle relazioni. Le relazioni tra i ragazzi, spesso, sono cariche di dolore e conflitto. È lì che dobbiamo arrivare, agendo per ricostruire una rete sociale sana e di supporto” chiarisce Venerandi.

Convegno di presentazione progetto Ethical
Convegno di presentazione progetto Ethical

In che cosa consiste il progetto Ethical?

L’approccio di Ethical integra la dimensione educativa con quella sanzionatoria: l’obiettivo è proporre un modello riparativo, come alternativa al solo uso della punizione, che coinvolga il ragazzo e tutti i suoi adulti di riferimento a partire dai genitori, agli insegnanti e gli eventuali tecnici sportivi. Lo sport, infatti, può essere uno strumento educativo molto potente se rafforza i valori positivi di collaborazione, spirito di squadra, rispetto e responsabilità.

Nato nel 2024, Ethical sport, è un modello organizzativo applicabile all’interno di ogni ambiente frequentato dai minori. Il primo passaggio è quello della raccolta dati per capire quanti e quali casi di violenza tra pari si sono verificati. Una volta elaborati questi dati, Ethical si occupa di organizzare delle formazioni rivolte agli adulti che lavorano con i ragazzi – insegnanti, tecnici e allenatori – incentrati sull’idea della giustizia riparativa e su un percorso che riconosce le emozioni e le difficoltà dei ragazzi.

Uno degli obiettivi del progetto è ottenere una certificazione ufficiale “antibullismo”. Si tratta di una certificazione volontaria, rilasciata da un ente accreditato, che permette di individuare criteri chiari ed efficaci per prevenire e contrastare il bullismo, sia a scuola sia in altri contesti educativi rivolti ai minori. Rappresenta una garanzia concreta per studenti e famiglie, perché prevede controlli annuali e verifiche periodiche per assicurare il rispetto di standard elevati di competenza, affidabilità e imparzialità. In Italia sono attualmente quattro gli organismi certificatori riconosciuti da Accredia, l’ente unico nazionale di accreditamento.

Ethical in Valle d’Aosta: l’ISITIP di Verrès e il Tennis Club di Châtillon-Saint-Vincent

L’ISILTP è stato selezionato per diversi motivi, primo tra tutti la già spiccata attenzione a questi temi ormai da anni e per la sua organizzazione interna: è una delle realtà più strutturate della regione e da tempo è capofila su temi come la legalità e l’educazione alla cittadinanza attiva. Questa scuola disponeva già di una figura referente per il contrasto al bullismo, inserita in un team di lavoro integrato.

L’intento del progetto è quello di mettere a sistema un piano con prassi e strumenti operativi, in linea con quanto previsto dalle disposizioni ministeriali. “Per applicare il progetto Ethical servono tempo, impegno e la partecipazione di più attori, primi tra tutti gli insegnanti. In questo senso, è particolarmente significativo che il corpo docente abbia deciso di aderire al progetto” spiega Marina Fey, la Sovraintendente agli studi della regione Valle d’Aosta.

La realtà sportiva del Tennis Club è stata scelta non perché presentasse particolari problematiche di bullismo, ma anche per la sua vicinanza alla scuola, così da facilitare la logistica dei corsi di formazione.

Negli ambienti sportivi, l’applicazione del progetto Ethical significa rafforzare il ruolo educativo dello sport e valorizzare l’etica che ne è alla base. Allenatori e coach, insieme a insegnanti e famiglie, sono figure di riferimento fondamentali per i ragazzi: adulti che possono trasmettere valori sani e offrire un supporto emotivo nei momenti di difficoltà. L’obiettivo è creare una rete solida e coerente intorno ai giovani, in cui tutti gli adulti parlano la stessa lingua educativa. Per raggiungere questo obiettivo, il progetto punta su una formazione condivisa che coinvolge tutte queste figure, per costruire un ambiente inclusivo e rispettoso. Una vera e propria “triangolazione educativa” che unisce scuola, sport e famiglia in un’alleanza concreta.

Durante il convegno, sono stati coinvolti anche due società sportive locali: la società calcistica di Saint-Vincent – Châtillon e lo Stade Valdôtain di Rugby. In particolare, per quanto riguarda il Rugby valdostano, non sono emersi casi di bullismo all’interno della società e sono state messe in risalto le caratteristiche e le strutture che rendono questo sport particolarmente adatto all’approccio educativo. Per quanto riguarda il calcio, più che episodi di violenza tra pari, si è parlato del caso di insulti razzisti ai danni di un ragazzino di una squadra giovanile: come è stato affrontato e come i ragazzi si siano uniti ancora di più dimostrando un grande senso di giustizia e spirito di squadra.

La storia di Giacomo all’ISILTP: che cosa si intende con giustizia riparativa?

Nella primavera del 2023, Giacomo (nome di fantasia) era uno studente (all’ISILTP di Verrès) con alle spalle tre anni scolastici persi” racconta la dirigente dell’istituzione scolastica Antonella Dallou – “In quel momento si trovava in un percorso di messa alla prova perché aveva commesso un reato grave nei confronti di un docente: minacce e ingiurie a pubblico ufficiale. Dopo un mese di sospensione, abbiamo deciso di costruire per lui un progetto per non allontanarlo ulteriormente, che si è basato sul principio della riparazione del danno. 

Il primo passo è stato proprio lavorare sul danno che aveva causato alla scuola, al docente insultato e a me. Con me, personalmente, Giacomo ha collaborato svolgendo alcuni compiti che valorizzassero le sue competenze. In particolare, ha raccolto e organizzato dati utili per l’autovalutazione dell’istituto, sfruttando le sue ottime abilità informatiche. Un altro incarico importante è stato il supporto alla mia formazione per i docenti sulla qualità dell’istruzione scolastica: gli ho chiesto di migliorare le mie slide. Me le ha consegnate in piena notte, scusandosi per il ritardo e prendendosi le sue responsabilità, ma con un lavoro splendido.

Nell’anno scolastico 2023/2024, Giacomo è arrivato in quinta. L’insegnante che gli faceva da referente, cercando di spronarlo, gli ha detto che se non avesse preso neanche una nota disciplinare durante l’anno, gli avrebbe offerto una pizza. Giacomo gli ha risposto che sì, dipendeva soprattutto da lui, ma anche dalla situazione che aveva intorno e che la pizza doveva essere buona.

Alla fine dell’anno Giacomo ha preso una nota disciplinare, ma ha ottenuto il suo diploma. Ci ha salutati con un bellissimo messaggio in cui ci ringraziava di aver creduto in lui quando nessun altro lo stava facendo. Giacomo è stato assunto come consulente informatico dall’azienda in cui aveva svolto lo scambio durante la quarta. Oggi è anche arbitro, un ruolo che implica responsabilità e imparzialità”.

“Quell’anno abbiamo lavorato ai patti formativi per contrastare la dispersione scolastica, partendo dal benessere degli studenti. Ci siamo resi conto che molti ragazzi stavano male a scuola e che allontanarli punendoli con una sospensione avrebbe solo peggiorato la situazione. Così abbiamo coinvolto le famiglie nella stesura di un patto di corresponsabilità, condiviso e attivo che mirava a coinvolgerli nel percorso di apprendimento anche fuori dalla scuola.

Alcuni esempi concreti sono stati il laboratorio di chimica sulla produzione di saponi o il riciclo delle sigarette elettroniche. I ragazzi coinvolti partecipavano anche ad attività nelle classi di altri indirizzi. L’anno successivo abbiamo ufficialmente avviato il progetto di giustizia riparativa, in cui sono coinvolte anche le famiglie. I genitori dei nostri studenti hanno firmato l’adesione al percorso condividendo l’obiettivo di lavorare tutti insieme per il bene dei ragazzi.

Per l’anno scolastico 2024/2025 abbiamo aderito ufficialmente al progetto, con l’approvazione unanime del collegio docenti. Il percorso è stato inserito nel piano di formazione obbligatoria per tutti gli insegnanti coinvolti. Abbiamo lavorato sugli aspetti legali legati alla certificazione, ma anche su quelli emotivi ed educativi legati al rapporto con il ragazzo. Per affrontare il percorso di giustizia riparativa, nella nostra scuola, si parte dalla consapevolezza del danno subìto non solo dalla scuola, ma anche dallo stesso ragazzo e dal suo nucleo familiare.

Se nell’anno scolastico 22/23 le sospensioni all’ISILTP, in totale sono state oltre 50, nel 2024/25 le sospensioni sono scese a cinque in tutto l’anno. In totale, nel corso degli ultimi due anni scolastici, sono stati attivati 13 percorsi alternativi alla sospensione.

“Siamo arrivati a questo punto perché è cambiato l’approccio della comunità educante: si lavora in un’ottica di ascolto, prevenzione e collaborazione. È stato attivato un team antibullismo composto da docenti interni, un gruppo di sovrintendenza, e, a partire dal prossimo anno, sarà presente anche una psicologa in modo più continuativo all’interno della scuola. Oggi lavoriamo su due fronti: formazione continua per i docenti e mediazione dei conflitti insieme agli studenti” conclude Dallou.

Le leggi sul bullismo in Italia

La prima è la legge 71 del 2017, una disposizione a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo e di cyberbullismo, aggiornata poi nel maggio del 2024 con la legge 70 che introduce nuovi disposizioni sul tema, ma anche nuove definizioni e strumenti per affrontare questi fenomeni. Queste leggi prevedono, oltre a campagne di prevenzione e di sensibilizzazione a livello nazionale, che le istituzioni scolastiche istituiscano dei tavoli permanenti di monitoraggio, elaborando specifiche procedure per prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo.

Una risposta

  1. Leggo con sgomento che ancora una volta, nonostante da oltre un anno sia stata approvata dal Parlamento la Legge 55/2024 che disciplina le professioni pedagogiche ed educative, istituendo l’Ordine dei Pedagogisti e degli Educatori socio-pedagogici, si continua a sostenere che ambiti educativi come quello di cui tratta l’articolo vengono impropriamente attribuiti a figure professionali di ambito sanitario o addirittura a professionisti non regolamentati. Inoltre, avrei tante altre cose da dire che non è possibile esplicitare in questo spazio. Pertanto, sono disponibile a discuterne con altre modalità.

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