La prima della nuova rettrice Manuela Ceretta, l’ultima – forse – nella sede di via dei Cappuccini: l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università della Valle d’Aosta è un concentrato di presente e, soprattutto, di futuro. Un futuro che non può che guardare altrove, a quel “ghiacciaio” di piazza della Repubblica che non sarà solo una nuova sede, ma porterà con sé cambiamenti nella didattica dell’ateneo valdostano e anche nel tessuto cittadino.
“La città si rinnova, avvicinando le periferie al centro”, ha detto la Rettrice. “Dovranno nascere nuovi percorsi didattici per figure professionali che riusciamo solo a intravedere. La Regione ha fatto un investimento importante sull’edificio, bisogna che questo “ghiacciaio” non si trasformi in una cattedrale nel deserto. Come sappiamo, l’avenir commence toujours par un chantier”. E la conferma che il percorso della nuova sede stia per vedere la luce in fondo al tunnel arriva dal presidente della Regione – e presidente del Consiglio dell’Università – Renzo Testolin: “Abbiamo mantenuto fede all’impegno, il passaggio di proprietà avverrà il 13 dicembre”.
Il presente dice che “l’Università della Valle d’Aosta conta circa mille iscritti, di cui circa il 72% viene dall’esterno. Numeri che permettono di avere un buon punto di partenza che però deve essere amplificato per aumentare l’attrattività del sistema Valle d’Aosta e per avvicinare sempre più l’università al territorio, alle imprese e alla nostra tradizione e peculiarità, soprattutto linguistica. La nuova rettrice, molto vicina alle esigenze dell’amministrazione e del territorio, sarà motore trainante di questa crescita”.
Manuela Ceretta sceglie di non parlare di numeri, ma di restituire un’istantanea del suo primo mese da rettrice, elencando le tante attività dell’ateneo degli ultimi 30 giorni, tra ricerca, finanziamenti (8 milioni su fondi Pnrr per il progetto Nodes), nuovi progetti di interesse nazionale, didattica, riconoscimenti, citazioni sul Guardian, premi dell’Académie Française (per la professoressa Federica Locatelli), collaborazioni, incontri. “Le università devono combattere la loro ritrosia a raccontarsi”, spiega. “La scelta, decenni fa, di istituire in Valle d’Aosta un’università pubblica è stata molto coraggiosa. L’Università persegue i suoi obiettivi in ascolto, dialogo critico e intesa con il territorio e i suoi attori istituzionali, economici, culturali e del terzo settore e deve porsi al servizio del territorio, contribuendo alla sua crescita”.