La sperimentazione del sistema integrato 0 – 6 preoccupa gli insegnanti

In 191 docenti hanno sottoscritto una lettera rivolta al Presidente della Regione, all'Assessore competente e ai consiglieri regionali dove, oltre a manifestare le proprie perplessità, chiedono un’audizione in commissione, calendarizzata per la prossima settimana.
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Scuola

Preoccupa gli insegnanti l’applicazione in Valle d’Aosta della riforma 0 – 6 anni, inserita nella “Buona scuola”, che verrà sperimentata dal prossimo anno scolastico anche nell’Unité des Communes Valdôtaines Grand Combin, e in particolare nelle scuole dell’infanzia di Doues e Roisan e nell’asilo nido di Variney, a Gignod.

In 191 docenti hanno sottoscritto una lettera rivolta al Presidente della Regione, all’Assessore competente e ai consiglieri regionali dove, oltre a manifestare le proprie perplessità, chiedono un’audizione in commissione, calendarizzata per la prossima settimana.

La vicenda è stata al centro dei lavori del Consiglio Valle, dove l’Assessore ha risposto ad una serie di iniziative. La preoccupazione degli insegnanti è rivolta alla mancanza di personale ausiliario nella maggior parte delle scuole, senza il quale sarà difficile gestire un polo 0 – 6. Viene poi messa in luce la questione della sicurezza, sui momenti di entrata/uscita, con orari e modalità diverse e la sicurezza nella condivisione degli spazi di gioco. Le scuole, scrivono ancora gli insegnanti, non sono ben insonorizzate per poter garantire il diritto al riposo dei più piccoli. Dal punto di vista pedagogico, i docenti ricordano come la scuola dell’infanzia sia un segmento di istruzione, funzionale alla preparazione della scuola primaria e non un mero servizio educativo. “L’obiettivo della legge è di favorire al massimo l’inclusività dei bambini, protagonisti di questa norma. I due segmenti 0 – 3 e 3 – 6 vanno integrati a beneficio dei bambini, sopratutto in un’ottica di pari opportunità di accesso a questi servizi” la replica dell’Assessore Guichardaz nel dibattito in aula. Se ora l’accesso ai nidi richiede il pagamento di una retta, mentre la dell’infanzia è gratuita, progressivamente e in relazione alla dotazione finanziaria si andrà verso la gratuità del sistema. “Non è una legge che impone un modello, ma parla con gli enti locali, dando loro i mezzi, per poter sperimentare nell’ambito dell’autonomia scolastica, gli obiettivi della legge”.

L’Assessore ha quindi spiegato come l’obiettivo della legge, non esplicitato, sia anche quello di contrastare gli effetti del calo demografico. “Se questo processo sarà condiviso da più territori, si restringerà il numero di bambini per insegnanti”.
Ad oggi per dar gambe a questa riforma la Regione – “che fa da cassaforte per gli enti locali per i progetti proposti”, – ha attinto dal 2017 a oggi a quasi 6 milioni di euro. Piazza Deffeyes fa poi “da collante” sulla formazione.
“Siamo disponibili a incontrare gli insegnanti, la dirigente è andata in undici istituzioni a parlare del modello, ma forse occorre un ulteriore approfondimento” ha risposto poi alla lettera degli insegnanti.

Per Mauro Baccega di Forza Italia: “L’obiettivo degli asili nido gratis e sufficienti per tutti è importante e metteremo a disposizione tutte le nostre competenze per raggiungerlo. La lettera inviata dagli insegnanti deve comunque essere presa nella dovuta considerazione e sarebbe opportuno audirli nella Commissione competente. La priorità sono i bambini e le bambine valdostani.”
Per Claudio Restano del gruppo misto “fa specie comprendere dalle parole dell’Assessore che non traspare alcuna volontà di adattare la norma nazionale alla nostra specificità. Una posizione pericolosa questa perché fare una riforma senza l’interpretazione autentica dei valdostani, senza la visione politica autonomista e accettare acriticamente la norma nazionale, rischia di cancellare anni di investimenti economici e umani”.
Chiara Minelli di Pcp ricorda infine come “i docenti non siano contrari al sistema ma credono che debba essere adattato alla nostra realtà, che è diversa a quella a cui si riferisce la legge nazionale. C’è il rischio sopratutto in realtà molto piccole che questo sistema 0 – 6 si trasformi in un servizio di mero accudimento”. 

4 risposte

  1. Bell’ideona….tanto un bambino di un anno e un bambino di 6 hanno le stesse necessità….questa gente non ha figli…o spero che non abbiano avuto il coraggio di mettere al mondo geni come loro.

  2. La volta buona che si fa qualcosa per garantire asili nodo accessibili a tutti, gli insegnanti si oppongono. Non una bella figura per la categoria.

    1. Credo che gli insegnanti abbiano a che fare con i bimbi tutti i giorni e forse notano criticità che altri non vedono. Il timore è che la scuola diventi un parcheggio e non un luogo di educazione. Cercare la mediazione con chi lavora e non calare le cose dall’ alto non mi pare una brutta idea

    2. Se è per questo Mussolini aveva istituito il sabato fascista, ma non è che fosse proprio ‘sta grande ideona…

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